Mario Sensini, Corriere della Sera 5/3/2014, 5 marzo 2014
TASI, LE CHIESE SONO ESENTATE
«Negli anni passati gli italiani hanno dovuto affrontare una crisi straordinaria, che ne ha messo a dura prova la resistenza come individui e come collettività nazionale. Ma adesso ci aspetta una riscossa e abbiamo l’energia per riformare il Paese, profondamente, radicalmente». Il neoministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan è ottimista sulla capacità del governo di portare l’Italia fuori dalle secche. «Abbiamo bisogno di far crescere l’economia, abbiamo bisogno di creare occupazione, abbiamo bisogno di migliorare le nostre prospettive future in modo stabile, lavorando per migliorare l’istruzione, la ricerca e per sostenere la competitività delle imprese» ha detto il ministro, assicurando che «il governo sa cosa deve fare e il Programma nazionale di riforma in corso di definizione tradurrà i nostri obiettivi in azioni concrete».
Il Piano per le riforme sarà presentato in Parlamento dall’esecutivo all’inizio di aprile, quasi certamente insieme al Documento di economia e finanza, ed entrambi, appena varati saranno sottoposti all’Unione Europea. L’elenco delle riforme da avviare o completare entro l’anno ed il quadro aggiornato di finanza pubblica, con la dimensione delle manovre di bilancio da compiere per attuarle, saranno discussi a Bruxelles nel corso di questo primo semestre nell’ambito della procedura per il coordinamento delle politiche di bilancio e a giugno saranno sottoposti al vaglio del Consiglio europeo, che esprimerà giudizi e raccomandazioni.
Gli uffici di Padoan sono già al lavoro da qualche giorno con i tecnici di Palazzo Chigi per la stesura dei documenti che delineeranno il quadro degli interventi di finanza pubblica possibili per quest’anno, a cominciare dall’ulteriore riduzione del cuneo fiscale a favore delle imprese e dei lavoratori, la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, il rimborso di tutti i debiti arretrati della Pubblica amministrazione. Tutta l’azione di governo delle prossime settimane, assicurano a Via XX Settembre, sarà concentrata sulla messa a punto del programma e sull’analisi dei margini di manovra disponibili.
Altre incombenze urgenti cui provvedere nell’immediato, per il momento, non ce ne sono. Ieri in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il testo del decreto legge che, dopo il ritiro del decreto salva Roma, stabilisce le ultime modifiche alla disciplina di Tasi e Imu 2014, dando ai sindaci maggior flessibilità nella manovra delle aliquote della nuova Tasi.
I Comuni potranno infatti alzare le aliquote sulle prime o sulle seconde case, o su entrambe, per un livello massimo pari allo 0,8 per mille della base imponibile, ma al solo scopo di alleggerire l’imposta sulla prima casa (e solo su quella) per le famiglie che hanno redditi più bassi o un numero elevato di figli a carico. Sostanzialmente i sindaci potranno riproporre alle fasce deboli della popolazione gli stessi sconti previsti dall’Imu prima versione, facendo pagare un po’ di più la Tasi ai contribuenti più ricchi o a quelli che hanno un patrimonio immobiliare più cospicuo.
Nulla cambia per gli immobili della Chiesa, che restano esenti dalla Tasi, come lo erano dall’Imu. L’esenzione, però, riguarda le sole parti degli immobili che vengono utilizzate per l’esercizio di attività meritevoli, con modalità non commerciali. Resta ferma anche l’esenzione per i 25 immobili della Santa Sede fuori dalla Città del Vaticano grazie all’extraterritorialità garantita dai Patti Lateranensi.
Mario Sensini