Fabio Mini, la Repubblica 2/3/2014, 2 marzo 2014
IL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA GRAMMATICA DI GUERRA
LA RUSSIA di Putin risponde alle minacce di Obama ritorcendo l’avvertimento della “linea rossa” usato dall’americano in Siria. La Crimea, nell’ambito dell’Ucraina, ha uno status giuridico di regione autonoma e una situazione etnica con maggioranza russa esattamente come il Kosovo aveva status di provincia autonoma e maggioranza albanese nei confronti della Serbia. Eppure l’Onu, i capi di Stato europei e soprattutto gli americani hanno sottratto con la forza il territorio alla sovranità serba sulla base di una dichiarazione unilaterale d’indipendenza. Ora i russi di Crimea indicono un referendum e Putin manda soldati e forze speciali sotto copertura per acquisire obiettivi e preparare il conflitto. La Russia ha in Crimea basi militari, popolazione e interessi strategici analoghi, se non superiori, a quelli vantati dagli americani e dai loro alleati prima di tutte le guerre scatenate dal 1802 e delle operazioni internazionali degli ultimi vent’anni. Il Diritto internazionale, culminato con la Carta delle Nazioni Unite, è stato violentato e piegato alle logiche di aggressione cambiando la semantica, ma utilizzando la stessa grammatica della guerra. Se non si ripristina un minimo di serietà nei rapporti internazionali, nessuno può stupirsi o accusare gli altri e tutti devono solo aspettarsi guerre e tempeste.