Laura Mattioli, il Messaggero 2/3/2014, 2 marzo 2014
ASSUNTI PER LAVORARE UN MINUTO A SETTIMANA
IL CASO
ROMA Più che di contratto a tempo determinato si dovrebbe parlare di contratto che spacca il minuto. Il tempo necessario per timbrare il badge ed è già ora di andare via. La storia paradossale arriva dalla Sicilia e coinvolge un gruppo di veterinari assunti dalla Asp di Trapani. Per uno di loro il rapporto di lavoro prevede addirittura una prestazione pari a 1 minuto a settimana.
A raccontarla è il protagonista Manuel Bongiorno, 38 anni, veterinario di Castelvetrano. «Una volta a settimana vado in via Tagliata a Castelvetrano dove ha sede l’Asp e devo passare il badge. Entro, aspetto che passi un minuto e poi ripasso il badge. Va avanti così da mesi. A giugno e luglio sono dovuto arrivare fino a Trapani, penso che mi spetti almeno un rimborso benzina».
LA STORIA
Manuel Bongiorno che è anche vicepresidente dell’ordine dei veterinari di Trapani, da giugno 2013 si trova a vivere questa vicenda che rasenta l’assurdo. Nel 2009 aveva guadagnato poche centinaia di euro, somma che in base al decreto assessoriale del 24 settembre 2012 è stato trasformato in debito orario. Un calcolo matematico applicato alla lettera che ha partorito un contratto da un minuto a settimana. «Ho chiesto di poter mettere almeno insieme tutti questi minuti – aggiunge Bongiorno –, perché voglio dare il mio contributo all’azienda e non voglio essere mortificato».
GLI ALTRI CASI
Bongiorno non è solo in questa situazione assurda. A Trapani altri quattro veterinari, Cinzia Dunand, Piergiorgio Molinari, Salvatore Briganò e Daniele Marino, hanno un monte orari che non permette di svolgere l’attività professionale. Ad Agrigento, Siracusa, Enna i contratti arrivano a 6 ore settimanali e per qualcuno, più fortunato, può arrivare alle 18 ore. «Abbiamo chiesto di potere lavorare – conclude Bongiorno – Non vogliamo fare altro. Per questo abbiamo chiesto un plus orario che ci consenta di dare il nostro contributo visto che a Trapani nel nostro settore il lavoro non manca con le tante emergenze che ci sono, come la blue tongue, ma ci è stato detto di no».
IL DECRETO
A spiegare l’assurdità del meccanismo è Paolo Ingrassia, presidente nazionale del sindacato veterinari italiani: «È successo che in base ad un decreto assessoriale di stabilizzazione è stata convertita la prestazione erogata in precedenza in debito orario. La somma guadagnata nell’anno preso a riferimento equivale a un minuto di debito orario. Il mio collega arriva in ufficio saluta per l’ingresso, saluta per l’uscita e va via senza scambiare neppure una parola. Se deve lavorare è tutto straordinario».
LA SOLUZIONE
Già perché se poter svolgere il proprio lavoro in sessanta secondi è praticamente impossibile per chiunque, anche per chi resta in ufficio, per un veterinario che lavora nel settore del randagismo o delle malattie infettive o dei macelli, si tratta di spostarsi di sede «quindi - spiega Ingrassia - ogni volta che deve fare un intervento, deve superare inevitabilmente quel minuto e la sua prestazione viene conteggiata come lavoro straordinario. Un danno erariale notevole».
La vicenda nei prossimi giorni arriverà sul tavolo del dirigente dell’Asp di Trapani, Fabrizio De Nicola e dell’assessore alla Salute Lucia Borsellino. Perché non c’è solo il caso di Manuel Bongiorno. «Troveremo una soluzione per accorpare i minuti e fare svolgere l’attività tutta in un giorno - assicura Fabrizio De Nicola manager dell’Asp di Trapani - Ho scritto all’assessorato per avere delle direttive su come comportarci davanti a questi casi limite». «Ci sono anche tanti altri veterinari in tutta la Regione che hanno un contratto di quattro minuti - aggiunge Ingrassia - di 45 minuti, di un’ora. E così via».
Laura Mattioli