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 2014  marzo 02 Domenica calendario

LA REVISIONE STORICA PARTE DA YOUTUBE «THE ACT OF KILLING» E IL CASO INDONESIANO


Dall’ottobre 1965 alla primavera successiva forze militari e paramilitari indonesiane, schierate con il futuro dittatore Suharto, compirono un massacro di cui poco si è parlato: oltre cinquecentomila persone, c’è chi dice un milione, accusate di essere comuniste o genericamente di sinistra, o semplicemente di etnia cinese, vennero uccise in risposta a un attentato in cui avevano perso la vita cinque generali. Questa storia è stata raccontata in un film candidato agli Oscar: The act of killing , l’atto di uccidere, in cui il regista texano Joshua Oppenheimer, come ha scritto Paolo Mereghetti nella recensione del 15 settembre 2013, «mescola realtà e finzione».
Quel che ancora non sapevamo è che il film, proibito in Indonesia dai governi che su quei fatti hanno steso un velo di silenzio durato quasi mezzo secolo, è stato distribuito gratuitamente per volontà del regista su YouTube e ha innescato un dibattito collettivo e un salutare processo di revisione ancora in corso.
A parlarne sul New York Times è Andreas Harsono, un attivista di Human Rights Watch, figlio di un ricco rappresentante della comunità cinese che nei mesi della persecuzione portò in salvo la famiglia da Jember, città epicentro della repressione, nella parte orientale di Java, al porto di Surabaya.
Nonostante le dichiarazioni giustificazioniste del ministro dell’Interno Djoko Suyanto, secondo cui l’Indonesia non sarebbe il Paese che è senza quella crudele repressione, il presidente Youdhoyono è stato costretto a nominare una commissione d’inchiesta sui fatti. Il riconoscimento della verità sulle persecuzioni di cinquant’anni fa non è un fatto accademico riservato solo agli storici. Denunciare le squadre della morte di ieri è necessario per delegittimare i gruppi paramilitari di oggi che seminano il terrore sotto le bandiere dell’estremismo islamico e per togliere qualsiasi alibi alla mano forte usata contro i nazionalisti di Papua.
Andreas Harsono stanotte seguirà la premiazione degli Oscar e farà il tifo per il film di Joshua Oppenheimer.
Dino Messina