Aldo Grasso, Corriere della Sera 2/3/2014, 2 marzo 2014
LE MILLE IDENTITÀ DI MESSORA IL PORTA-URLA A CINQUE STELLE
Ecco s’avanza uno strano soldato, vien dall’Oriente e non monta destrier, si chiama Claudio Messora, pentastellato e non vuol fare prigionier: «Una guerra si può fare in molti modi, ma una volta che è iniziata deve essere portata a termine». Sui dissidenti grillini il blogger Messora ha le idee chiare: «Si vive o si muore». Nei comizi per le Europee i «morti» saranno rivendicati come segno di purezza!
Ma chi è Messora, frequentatore assiduo dei programmi di Paragone, balzato agli onori delle cronache per gli insulti osceni rivolti alla Boldrini e prima ancora a Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo? Di sé scrive: «Messora è nato ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani. Ha studiato il pianoforte fin dall’età di cinque anni e ha compiuto studi scientifici. Prima musicista, con all’attivo molti dischi venduti in numerosi Paesi del mondo, poi project manager e amministratore delegato in start up di innovazione tecnologica…».
Di sue autobiografie ne girano parecchie, spesso contraddittorie: in alcune si vanta di aver vinto come autore testi un festival di Castrocaro, in altre si confessa «berlusconiano pentito» (ha votato Berlusconi per due volte prima di insultarlo con ferocia), in altre ancora sostiene di aver «realizzato un doppio dvd sul tema della prevedibilità dei terremoti… che mette a confronto diretto i risultati della scienza e le nuove frontiere della ricerca indipendente». Messora ha molte identità: musicista, informatico, scienziato, project manager, interior designer, startuppista, complottista in stile Gaia («L’Aids non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus...»), opinionista, antilobbista, forse solo un po’ ballista.
Nonostante le molte attività intellettuali, dal suo blog Byoblu disprezza gli intellettuali: «Che significa “intellettuale”? Dov’è che ci si laurea in “intellettualità”?... È un’altra casta, con le sue baronie, i suoi intoccabili, quasi sempre schierati, che mangiano alla tavola dei privilegiati, che vanno alle prime, che scrivono prefazioni, che si invitano reciprocamente ai convegni…». Frasi sinistre già sentite in passato.
Un tipo così è stato nominato responsabile della comunicazione del M5S al Senato. Per costruire un nuovo mondo sembra inevitabile affidarsi ai peggiori.