Sabrina Ferilli, Il Sole 24 Ore 4/3/2014, 4 marzo 2014
VINCE ROMA, VINCE IL PAESE
The Great Beauty, la Grande Bellezza. Il successo planetario di un film, come quello di alcuni prodotti italiani o di persone nate e vissute nella nostra terra che si distinguono nel mondo, ci riempie di orgoglio.
Ma soprattutto ci danno la speranza per un futuro migliore, per noi, per i nostri figli e per il nostro Paese. Le immagini del film esaltano le opere realizzate dagli italiani - a partire da Roma che attraversa la storia come un modello ineguagliabile - anche perché contrapposte con l’effimero e le vacuità del presente che troppo spesso tendono a coprire anche le eccellenze.
Se è vero, come credo fermamente, che ognuno è quello che fa, allora quello che è stato realizzato dai nostri lontani antenati è così immenso e universalmente riconosciuto così da trasformare la bellezza in una Grande Bellezza.
Ma come si realizza questo passaggio, questa trasformazione? Personalmente, da una degli interpreti di questo straordinario successo, spero che si possa utilizzare l’occasione per riflettere a fondo sulle nostre possibilità, sulla coniugazione della bellezza non solo alla speranza, ma all’esempio.
L’esempio che il merito, la giustizia, la correttezza, l’impegno e molto altro ancora hanno reali possibilità di successo. Che l’uomo ha bisogno anche di esempi positivi e non di recriminazioni e demagogia ma di cose fatte e che dopo la loro realizzazione, eseguita con impegno e serietà, ci sia il giusto riconoscimento. E che ci sia la certezza che più c’è vero impegno e più grande sarà il riconoscimento .
Il bello non contrasta con tutto questo, ma si integra per diventare grande.
Ho una convinzione profonda: il premio è per tutti quelli che non si arrendono, che combattono ogni giorno nella loro vita, nella loro storia, quelli che perseguono il concetto di bellezza anche se non si sentono "belli" o non fanno un mestiere che nell’accezione comune bello non è. Perché la bellezza è quello che siamo, quello che facciamo, è il significato che diamo al nostro lavoro, ai nostri impegni qualsiasi essi siano, è la quotidianità e l’amore che mettiamo nella nostra giornata affinché il bello, che coincide spesso con il Giusto, possa dare un senso alla vita. Ecco allora che la bellezza “premiata” diventa un valore civile di riferimento, una pietra dell’edificio sociale, un collante di individui che si sentono popolo, che sono orgogliosi del grande passato e scommettono sul futuro, che edificano ogni giorno le loro città su fondamenta di sapere, disciplina, onestà, sacrificio.
Il passaggio da bellezza a Grande Bellezza è la speranza per tutti noi.
La bellezza è farlo bene.