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 2014  marzo 04 Martedì calendario

“DUE PROCESSI PER LIGRESTI”


Una doppietta per l’ingegnere Salvatore Ligresti, cui il pm Luigi Orsi riserva in un giorno solo due richieste di rinvio a giudizio: la prima per corruzione, insieme all’ex presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, accusato di aver chiuso un occhio e talvolta anche due, sulla gestione allegra di Fonsai in cambio di raccomandazioni a Silvio Berlusconi; la seconda per aggiotaggio e manipolazione dei mercati nel pompaggio delle azioni Premafin attraverso la gestione di trust esteri. L’udienza preliminare è stata fissata il 22 marzo.
Per quanto riguarda la vicenda dei trust esteri, si tratta di acquisti di azioni Premafin, la holding attraverso la quale la famiglia Ligresti controllava Fonsai, fatti tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010, finalizzati, secondo l’accusa, a tenere alto il prezzo dei titoli della società quotata a Piazza Affari. Le operazioni sarebbero state realizzate attraverso due fiduciarie con sede alla Bahamas (Ever Green ed Heritage). Oltre a Ligresti, nella richiesta a giudizio figura anche Giancarlo de Filippo, trustee del fondo Heritage e asset manager di Ever Green ma per la procura semplice prestanome dei Ligresti . Il terzo personaggio indagato è Niccolò Lucchini, che avrebbe ricevuto il mandato ad operare sul titolo Premafin. Le due società avrebbero comperato nel periodo in questione, azioni Premafin in chiusura di Borsa in modo tale da condizionare l’andamento del titolo. Beneficiari dell’operazione sarebbero stati i Ligresti e le loro società, in particolare Imco e Sinergia, che in questo modo tranquillizzavano le banche sui prestiti dando in pegno il titolo Premafin sostenuto, per il pm, in modo artificioso.
Per la vicenda Isvap (l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private) invece, l’ex presidente Giannini per ottenere la nomina al vertice dell’Antitrust, una volta scaduto il mandato all’Isvap , si sarebbe rivolto a Ligresti, affinchè intercedesse con l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in cambio avrebbe omesso qualsiasi controllo «nei confronti della società vigilata». Tranne ricordarsi, nell’ottobre di 3 anni fa, di disporre «in modo tardivo ed inefficace» un’ispezione sulle magagne ormai evidenti di Fonsai, che per altro si premurò di rallentare e ostacolare lui stesso. Giannini deve anche rispondere di calunnia verso Ligresti.