Federico Rampini, la Repubblica 4/3/2014, 4 marzo 2014
MOSCA E’ DAL LATO SBAGLIATO DELLA STORIA
NEW YORK — Barack Obama interrompe un summit col premier israeliano a Washington per una dura dichiarazione sull’Ucraina. La condanna di Mosca è inequivocabile nelle parole del presidente americano: «Con le sue azioni militari in Crimea la Russia ha violato la legalità internazionale, nessun Paese ha il diritto di mandare truppe in un’altra nazione senza essere stato provocato». Segue l’annuncio che la sua Amministrazione sta esaminando una serie di misure economiche e diplomatiche per «isolare la Russia»; insieme con un appello al Congresso perché sblocchi rapidamente un pacchetto di aiuti all’Ucraina. «Il mondo è largamente unito — dice Obama dopo una serie di colloqui con leader alleati tra cui spicca Angela Merkel — nel riconoscere che la Russia viola le leggi internazionali». Obama incalza: «Non è possibile che la Russia rimanga impunita se manda i suoi soldati su un territorio altrui». Così la Russia, aggiunge, si è messa dal lato sbagliato della Storia». «La questione per Mister Putin — dice il presidente americano — secondo lui è la preoccupazione che i diritti di tutti gli ucraini siano rispettati (inclusa la minoranza russofona, ndr), ebbene per questo possiamo mettere in campo degli osservatori internazionali e uno sforzo multilaterale». L’obiettivo finale, per Obama è chiaro: ritiro delle truppe russe, invio di osservatori indipendenti sotto l’egida di diverse organizzazioni tra cui Onu e Osce, ovvero una «internazionalizzazione pacifica» della crisi.
«De-escalation», è il termine che usa il presidente, l’inversione di rotta rispetto all’attuale escalation. A Putin lancia un ultimatum: «Ci sono due strade che la Russia può imboccare». Se si ostina a scegliere quella dell’invasione, «questa sarà una opzione costosa per la Russia col passare del tempo». Obama ha mandato il suo segretario di Stato John Kerry a Kiev come segno tangibile di solidarietà. È anche un viaggio della speranza: la Casa Bianca si augura che la presenza nella capitale ucraina del massimo rappresentante della diplomazia Usa scoraggi ulteriori atti di forza da parte russa, almeno nell’immediato. Obama si occupa sia del suo fronte interno, dove cerca l’intesa bipartisan al Congresso, sia di compattare l’alleanza coi partner Ue. La Casa Bianca allude al fatto che le sanzioni «devono far male davvero». C’è un’ampia intesa bipartisan per sospendere la partecipazione al G8 di Sochi (inizio giugno) sotto la presidenza russa, una mossa che la Casa Bianca ha già ufficializzato concordandola con i membri del G7. Qui a Washington molti vogliono la pura e semplice cancellazione del G8 come istituzione, e un ritorno al G7 senza la Russia: un salto indietro alla guerra fredda.
In una riunione straordinaria i ministri degli Esteri della Ue hanno valutato l’ipotesi di «misure mirate» contro la Russia, ma rinviando la decisione a un Consiglio europeo straordinario convocato per giovedì. Gli Stati Uniti hanno annunciato la richiesta di un invio «immediato » in Ucraina di osservatori dell’Osce, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa. La cancelliera tedesca ieri ha parlato al telefono con il presidente russo, ma le due capitali hanno dato versioni diverse della conversazione. Merkel ha anche avuto un colloquio telefonico con Obama, durante il quale la cancelliera tedesca ha detto che, dopo avere parlato con il presidente russo Vladimir Putin, non è più sicura che lui «abbia ancora contatto con la realtà. È in un altro mondo».