Massimo Vincenzi, D, la Repubblica 1/3/2014, 1 marzo 2014
CHIEDILO A BILL
Adesso Bill Clinton fa il filantropo e lo fa maledettamente bene. L’ultima mossa dell’ultima reincarnazione è, come spesso gli accade, un successo: un’intesa tra la sua Fondazione (che porta anche i nomi della figlia Chelsea e della moglie Hillary) e quella dei coniugi Gates in favore dei diritti delle donne, Mai più differenze, lo slogan efficace.
Ma da qui al novembre 2016 non sarà facile per l’ex presidente fare la comparsa di lusso, un padre saggio della patria che dà qualche consiglio. La corsa della signora Clinton lo ributta sotto i riflettori della politica e le luci di Washington bruciano più dei riflettori delle passerelle di New York (dove ha tenuto le ultime conferenze).
Il repubblicano Rand Paul, fra quelli che potrebbero sfidare Hillary, non fa complimenti: «Noi conservatori contro le donne? Suona strano, detto da uno che ha usato il potere in modo predatorio contro una ragazzina. Queste macchie non si lavano con un po’ di beneficienza: sua moglie non ha colpa, ma è impossibile dimenticare ciò che è successo. Non prendiamo lezioni». E il caso Lewinsky torna a riempire i giornali: un blog di destra pubblica le confessioni di un’amica di Hillary, altri senatori vanno all’attacco. Sono passati 16 anni ma sembra ieri.
Lui sorride, forte di consensi e popolarità immutati (come testimoniano i sondaggi della Cnn e della “nemica” Fox). Consiglia Obama, sponsorizza il nuovo sindaco di New York Bill de Blasio e pensa a un modello più riformista per la campagna della moglie. I due giocano in squadra: il New York Times ha dedicato una copertina alla loro rete di relazioni (quasi senza confini). Lei non accetta invasioni ma ascolta i consigli, che Bill ha imparato a dare sottovoce. Ai ragazzi che gli chiedono il segreto per riuscire nella vita, risponde con la consueta faccia felice: «Seguite i vostri sogni anche quando vi sembrano lontani e irrealizzabili: solo così vivrete in un mondo migliore per voi e per gli altri».