Paolo Bracalini, il Giornale 1/3/2014, 1 marzo 2014
LUPI INDAGATO IN SARDEGNA «FECE NOMINE IRREGOLARI»
Nuova indagine per il ministro Maurizio Lupi ( Ncd) in Sardegna. Un «atto dovuto», fanno sapere dalla Procura di Tempio Pausania, che segue da prassi la denuncia depositata da un consigliere comunale del Pd, ma una grana per il Nuovo centrodestra, principale alleato nel governo Renzi. Il reato che si ipotizza per il titolare delle Infrastrutture e trasporti è quello già contestatogli poche settimane fa dai magistrati di Cagliari per una vicenda analoga: abuso d’ufficio. Anche stavolta la nomina decisa dal ministro non sarebbe compatibile coi requisiti previsti dalla legge. In questo caso si tratta della designazione, a commissario straordinario dell’Autorità portuale del Nord Sardegna, di Fedele Sanciu, ex presidente della Provincia di Olbia Tempio ed ex senatore del Pdl. Sanciu, indagato per concorso in abuso d’ufficio, nel proprio curriculum si presenta come «imprenditore », senza una specifica esperienza nel settore del trasporto marittimo, mentre alla voce «istruzione» può esibire solo una «licenza media».
Troppo poco per guidare un ente pubblico con 37 dipendenti e lauti stipendi per i vertici (dai 200-300mila euro l’anno), a giudicare da quanto prevede la legge istitutiva delle Autorità portuali. In base a cui «il ministro dei Trasporti nomina il commissario scegliendolo fra persone aventi competenza nel settore»,e il presidente«nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale». Requisiti che, secondo la denuncia, l’ex senatore pidiellino non avrebbe, e che configurerebbero nella nomina fatta dal ministro Lupi appunto un abuso d’ufficio.
A complicare la posizione di Sanciu e Lupi è proprio il precedente di Cagliari. A settembre il ministro nomina presidente dell’Autorità portuale del capoluogo sardo Piergiorgio Massidda, medico specializzato in fisiatria, ed ex senatore del Pdl. Un ricorso presentato dal docente universitario Massimo Deiana fa però decadere poco dopo Massidda dalla presidenza dell’ente. A quel punto il ministero chiede al Consiglio di Stato la sospensione della sentenza, ma i giudici respingono la richiesta del ministero, che impugna il pronunciamento in Cassazione, fase ancora in corso.
La sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito quindi che i soggetti designati al ruolo di commissario o presidente dell’Autorità portuale debbano essere «in possesso di una specifica qualificazione culturale, teorica e pratica, nelle materie indicate dalla legge », passaggio citato nell’esposto che è costato un secondo avviso di garanzia per Lupi, quello per il caso Sanciu. Insieme all’avviso di indagini, per il ministro c’è stata anche la comunicazione alla Camera dei deputati. Con una nota il ministero delle Infrastrutture rivendica invece la «correttezza dell’iter procedurale seguito» nella nomina di Sanciu, avvenuta prima che la sentenza del Consiglio di Stato avesse cambiato i requisiti necessari. «Il suo nome - si legge nella nota del ministero guidato da Lupi è stato scelto all’interno della terna indicata dagli enti locali. La nomina è avvenuta ben prima della sentenza del Consiglio di Stato che, ribaltando la sentenza del Tar in merito, definiva nuovi requisiti per accedere al ruolo di presidente di Autorità portuale. Sul tema della portualità italiana il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando a un radicale progetto di riforma che, tra l’altro, riduca drasticamente il numero delle Autorità portuali; attualmente sono 24, troppe».