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 2014  marzo 01 Sabato calendario

BARICCO È IL PIÙ INTELLIGENTE GARANTISCE IL SOCIO OSCAR


Giovedì sera, da Lilli Gruber, a Otto e mezzo (su La7), il responsabile delle salmerie e della sussistenza democratica, l’imprenditore del cibo griffato Eataly, Oscar Farinetti, ne ha pronunciata una che certamente avrà dato un immenso dolore alle molte madri cui è caro il bene dei propri figli nel Belpaese. L’amico Farinetti, forte del detto morandiano secondo cui “uno su mille ce la fa”, ha proclamato che “Alessandro Baricco è l’uomo più intelligente d’Italia” (sic).
Oh, lo ha detto testualmente, lo ha detto con un gran sorriso di soddisfazione, di quei sorrisi che rispondono a un sotto-testo che proveremo qui a decrittare: qualora Sandro non ci fosse, andrebbe inventato, e ancora: fortunato io – Oscar – che l’ho incontrato, e dunque posso godere della sua amicizia, della sua fantasia, della sua luce abbagliante, del suo tutto. Purtroppo, facendo d’improvviso ricorso a un senso del limite non più richiesto, Farinetti, non ha affermato Alessandro Baricco in quanto genio: così, per non farsi mancare nulla… O magari, pensandoci su, ha fatto proprio bene, poiché quest’ultimo genere di commende, accanto al collare di “sei un mito”, soprattutto in Rete, vengono assegnate perfino ai più banali scorreggiatori d’accendino muniti, genio di qua, genio di là, mito di su, mito di giù. Il titolo di Intelligente, parlando di Baricco, ci sta invece tutto. Anzi, perdonate il replay, la cattedra di “persona più intelligente che c’è in Italia”.
E PER DIRLO Oscar che molto viaggia per lavoro, deve essere proprio vero. Farinetti, infatti, fra una visita a un pastificio e una stalla, un opificio dei salumi e una cantina sociale, per deduzione, ha modo di verificare che Baricco riassume davvero il walhalla delle possibilità intellettuali. È uno che tutti vorrebbero, insomma, nel proprio stato di famiglia. Come bene rifugio. Ripeto: il sorriso con cui Farinetti ha accompagnato l’affermazione assoluta, non lasciava margini di dubbio alla convinzione della reale portata della materia grigia dello scrittore torinese. Peccato però che la regia de La7, in quel magico frangente, non abbia mostrato i volti degli altri presenti all’investitura, non quello di Don Luigi Ciotti, non quello della conduttrice asserragliata tra frangettona e sorriso… Tutto ciò, se abbiamo capito bene, corrisponde poi all’acronimo Asma, una “alta scuola” di marketing sempre più dal volto umano, dove ci sarà modo, immagino, di approssimare se stessi a un modello comunque inarrivabile di talento, a – che te lo dico a fa’? – immagine e somiglianza di A. B. La Scuola Holden, non paga di produrre grandi narratori a venire, è adesso pronta a forgiare il Bene e il Meglio tout court. Poco importa che, come nel caso della proverbiale maionese, il tutto possa perfino risultare filosoficamente volatile, passibile di dubbio. Ciò che conta in definitiva è che l’imprenditore Farinetti sia nelle condizioni di vantare prodigiose amicizie al tempo di Matteo Renzi. Come recita un proverbio di Sicilia caro ai poveri disgraziati senza nulla da mettere sotto i denti: meglio uno sazio che cento digiuni. A proposito: il guanciale dell’altra sera era pessimo.
@fulvioabbate