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 2014  marzo 01 Sabato calendario

INCANDIDABILE IN SARDEGNA MA RENZI PREMIA BARRACCIU


Altro che rottamazione. Matteo Renzi, quando serve, restaura. E ieri con mossa audace ha rimesso a nuovo la carriera politica di Francesca Barracciu, ex candidata Pd al governatorato della Sardegna, disarcionata in corsa perché indagata dalla Procura di Cagliari per lo scandalo dei fondi del consiglio regionale. Un intervento d’autorità del premier sulla faida che da mesi dilania il Pd sardo. Francesco Pigliaru, l’economista incensurato che ha sostituito in corsa Barracciu portando il centrosinistra a un’inaspettata vittoria sull’uscente Ugo Cappellacci, aveva detto subito dopo il voto del 16 febbraio scorso: “Niente indagati in giunta”. La reazione rabbiosa di Barracciu aveva fatto capire che aveva in mano promesse autorevoli. Ieri, puntualmente, l’europarlamentare sarda ha messo all’incasso la cambialona firmata da Renzi o suo delegato.
RENZI RISERVA a Barracciu l’unico posto da sottosegretario spettante alla Sardegna, piazzandola ai Beni culturali. Per premiare l’indagata lascia a casa Paolo Fadda, ex deputato di Cagliari, fino a ieri sottosegretario alla Salute. Il ministro Beatrice Lorenzin si è battuta inutilmente per la conferma del suo vice. Ma Fadda, ex democristiano di lungo corso oggi cuperliano, è (insieme all’ex governatore Renato Soru) uno dei “capibastone” accusati da Barracciu di averla fatta fuori nella drammatica riunione tenuta il 30 dicembre scorso a Oristano. E ieri sera preannunciava una conferenza stampa di fuoco per lunedì.
La stessa Barracciu probabilmente non credeva ai suoi occhi quando ha visto davvero il suo nome nella lista dei sottosegretari, e ha subito espresso gioia e gratitudine incontenibili: “Sono felicissima, ringrazio il premier Matteo Renzi per questa scelta: onorerò l’incarico con tutta me stessa ogni secondo”. Per capire come si possa essere prima esclusi dalla corsa regionale in quanto indagati e poi chiamati al governo nazionale bisogna ricostruire la storia.
All’inizio del 2013 Barracciu diventa europarlamentare subentrando come prima dei non eletti al neo governatore siciliano Rosario Crocetta. Ma ha già la testa altrove. Si piazza al secondo posto tra gli eurodeputati più assenteisti nell’anno, onorando solo il 41% delle sessioni e facendo fare la figura degli stakanovisti dell’aula ad assenteisti del calibro di Clemente Mastella e Ciriaco De Mita. Prepara infatti la candidatura alle primarie Pd per il governatorato. Vince nettamente a fine settembre contro il sindaco di Sassari Gian Franco Ganau, ma pochi giorni dopo arriva l’avviso di garanzia. Insieme ad altri 33 consiglieri regionali (ed ex) del Pd è indagata per peculato aggravato. I magistrati di Cagliari le contestano soldi destinati alle spese del gruppo consiliare e invece spesi in proprio e senza rendiconto. Barracciu si presenta il 6 dicembre dal pm Marco Cocco e spiega per due ore che i 33 mila euro spesi tra il 2006 e il 2009 sono andati tutti in benzina. “Abbiamo anche indicato uno per uno tutti gli appuntamenti politici cui la signora ha partecipato, viaggiando con la propria automobile”, spiega ai cronisti il principe del foro torinese Carlo Federico Grosso, accorso alla bisogna. La Nuova Sardegna fa i conti: “Sono 62 chilometri al giorno, 942 chilometri al mese, 24 mila all’anno percorsi dall’instancabile”.

IL 30 DICEMBRE la svolta. Fadda, Soru, lo stesso segretario regionale Silvio Lai (pure indagato con lei) le chiedono il fatidico passo indietro. Barracciu deve arrendersi. Ma il 4 gennaio vola a Firenze e chiede udienza a Luca Lotti, braccio destro di Renzi. Lotti sa che a qualche renziano eccellente come il consigliere regionale uscente Gavino Manca dovrà essere garantito un posto in lista, benché indagato nella stessa inchiesta di Barracciu. La scelta è tra promessa e rumorosa protesta. L’8 febbraio, quando Renzi va in Sardegna a comiziare per Pigliaru, Barracciu è in prima fila sia a Sassari la mattina che a Cagliari il pomeriggio, e il futuro premier la incorona eroina: “Abbiamo donne intelligenti e capaci come Francesca in grado di fare un passo indietro per far vincere la squadra”.
Così arriva la vittoria di Pigliaru e l’immediata candidatura di Barracciu ad assessore alla Sanità, il posto più ambito. Pigliaru le sbatte la porta in faccia. Lei reagisce: “Decide il partito, non Pigliaru”. Invece ha deciso il governo della Repubblica italiana.
Twitter@giorgiomeletti