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 2014  marzo 01 Sabato calendario

MONTEZEMOLO DICE ADDIO ITALIA FUTURA DIVENTA PARTITO


Le speranze nel 2009 erano diverse. Italia Futura, la creatura di Luca Cordero di Montezemolo, puntava a essere un incubatore, non solo un think tank di una forza politica terza capace di creare di fatto un centro moderno, laico, innovativo, aperto alle professioni. C’erano ottimi quarantenni o trentenni, Andrea Romano, Irene Tinagli, c’erano molti professionisti del nord, c’era l’ipotesi - per la verità sempre rimasta a mezz’aria - di un impegno politico diretto di Montezemolo. Come sia andata lo sapete.
Ora si cambia. Luca di Montezemolo lascia la presidenza onoraria e si distacca completamente dalla sua creatura. Carlo Pontecorvo, presidente di Ferrarelle, assume da oggi la presidenza e ha intenzione di cambiare da subito Italia Futura, su alcune linee di fondo: non più fondazione ma partito vero. Critica forte non solo alla scelta di andare coi vecchi partitini centristi, ma anche alla stagione Monti, considerata inadeguata.
Pontecorvo, la metamorfosi di IF, la spiega chiaramente: «È finito il tempo dei pensatoi, la politica attiva è l’unica via per avere riforme. Gli eventi di questo ultimo anno ci raccontano un Paese immobile, inchiodato, piegato anche dalla crisi ma soprattutto dall’assenza di scelte forti e di cambiamenti radicali di prospettiva. Abbiamo votato esattamente un anno fa e siamo al punto di prima». Lui vorrebbe innanzitutto un’Italia Futura più «sociale», e non sembri strano: «Cambiamo rotta, ma cambia anche il pubblico di riferimento, pensando a un possibile futuro elettorato. Rivediamo la lista delle priorità e guardiamo al sociale, all’associazionismo, ai territori ignorati».
È notevole che Pontecorvo non critichi soltanto (com’è ovvio) la scelta di legarsi all’Udc, ma anche la decisione di andare con Monti: «La nostra associazione sposò la proposta di Mario Monti contribuendo alla nascita di Scelta Civica. Avevamo visto nell’operato dell’allora presidente del Consiglio un buon esempio per uscire dalla crisi e rilanciare il Paese. Purtroppo il suo impegno non è bastato, né è stata sufficiente la scossa data all’economia».