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 2014  marzo 03 Lunedì calendario

MARKETPLACE


Dall’alto dei suoi 83 anni e sei mesi, Warren Buffett, il più celebre investitore del mondo, si diverte a dare consigli finanziari a “luci rosse”: “Il toro, cioè la fase rialzista dei mercati, è come il sesso”, scrive nella lettera annuale agli azionisti della sua holding Berkshire Hathaway: “Il maggior piacere si prova poco prima della fine”. La lettera si riferisce ovviamente al periodo esuberante che vive Wall Street, dove sono stati appena raggiunti nuovi record storici, e contiene una serie di consigli molto pratici e comprensibili sulle strategie di investimento per i non-addetti ai lavori. “Il vostro obiettivo – dice ancora l’Oracolo di Omaha, com’è stato soprannominato perché vive nella lontana capitale del Nebraska – non deve essere quello di scoprire i titoli vincenti, perché non siete in grado di farlo, neanche con l’aiuto dei vostri consulenti, quanto di puntare a un arcobaleno di società che nel complesso potrebbero avere un buon andamento”. Buffett ha sempre pensato che bisognasse avere un approccio pragmatico, semplice e di lungo periodo agli investimenti, ad esempio usando quei fondi a basso costo che seguono l’andamento dell’indice S&P 500, cioè delle 500 maggiori aziende americane. E non c’è dubbio che il suo metodo sia stato premiato: Buffett è la quarta persona più ricca del mondo, con un patrimonio di 53,5 miliardi che ha per lo più destinato,
dopo la morte, ad iniziative filantropiche, tra cui la fondazione di Bill e Melinda Gates. Può darsi, come fanno osservare alcuni analisti, che la sua holding non abbia approfittato come altri dell’impennata di Wall Street, ma è anche vero che la Berkshire Hathaway, che ha enormi pacchetti di corporation come Coca-Cola, Ibm o Exxon, si è ben posizionata per approfittare del processo di reindustrializzazio ne americana. Grazie alle ristrutturazioni post-crisi, infatti, e grazie al boom petrolifero del North Dakota, gli Stati Uniti sono in mezzo a un boom manifatturiero di cui non tutti si rendono conto. Harold Sirkin del Boston Consulting Group prevede entro il 2020 un aumento di 1,5-3,5 milioni di occupati nell’industria. E le fabbriche americane della Honda, per fare un esempio, già esportano un decimo della loro produzione verso altri paesi.