Paolo Griseri, La Repubblica - Affari & Finanza 3/3/2014, 3 marzo 2014
MARCHIONNE L’IMPORTANZA DI ESSERE INDISPENSABILE
Il 1° giugno prossimo Sergio Marchionne festeggerà i 10 anni alla guida della Fiat. Nel 2004 ereditò un’azienda sull’orlo del tracollo e oggi si presenta a capo del settimo produttore mondiale dell’auto. Al bilancio del decennio vanno certamente aggiunti gli anni di cassa integrazione straordinaria utilizzati per evitare di chiudere gli impianti italiani nonostante la crisi e i sacrifici di decine di migliaia di famiglie. Nel bilancio di Marchionne va considerata la cifra di 250 milioni di euro percepita a titolo di compenso per l’opera prestata (Cnh compresa). Ma di questa somma fanno parte anche stock options e stock grant senza le quali lo stipendio del decennio è di 56 milioni di euro. Una media di 5,6 milioni all’anno, comparabile con quelle dei vertici di Eni ed Enel. Con una differenza: quale altro manager oggi è più indispensabile di Marchionne nella sua azienda? Nessuno è insostituibile, certamente. Ma è immaginabile oggi una fusione Fiat-Chrysler senza l’ad del maglioncino? La discussione sull’opportunità che i manager di oggi guadagnino anche duemila volte i loro operai è certamente fondata. Sarebbe però ingenuo dimenticare la regola di base del mercato: più sei indispensabile, più ti pagano. Vale per tutti: dai calciatori agli amministratori delegati.