Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 03 Lunedì calendario

BRIGNANO E LA FURBIZIA DEGLI AUTORI ITALIANI


Per dire come sono svegli gli autori italiani. Venerdì mattina, la Farnesina diffonde un avviso con il quale sconsiglia ai cittadini italiani di viaggiare in questo periodo nella penisola del Sinai, incluse le celebri località balneari come Sharm el-Sheik. C’è la possibilità di azioni terroristiche. La sera, su Rai1, nel suo programma «Il meglio d’Italia», Enrico Brignano si lancia in un lungo monologo comico su una vacanza a Sharm, prendendo in giro il poliziotto incaricato della sicurezza. Giusto per non fare nomi, gli autori del programma sono Riccardo Cassini, Manuela D’Angelo, Alberto Di Risio, Mario Scaletta e Piergiorgio Paterlini, con la collaborazione di Max Orfei e Mirko Setaro. Il monologo finisce così: «Quando vado in vacanza, mi manca l’Italia. Mi manca un caffè che sappia di caffè, una pasta che non sappia di colla, una crisi di governo che sia di governo...» (ore 21.17).
«Il meglio d’Italia» sceglie come valletta una modella argentina, Liz Solari, e per giustificare la sua presenza il povero Brignano è costretto a collezionare il meglio dei luoghi comuni sugli italiani. In una scenografia dove spiccano frasi celebri pronunciate da italiani illustri (ma l’epigramma «odio e amo» di Catullo deve considerarsi italiano o inglobiamo anche latini, sabini ed etruschi?) si esibiscono anche Giorgia (perché la più bella voce italiana non cerca mai canzoni popolari come faceva Mina?), i tre tenorini de «Il Volo» che cantano «‘O sole mio» e un’imbarazzan- te «Nella vecchia fattoria», Pippo Baudo, Rocco Hunt (ci vie- ne spiegato che Hunt, nel gergo dei graffitari, sta per antipatico), persino Alberto Angela il meglio del familismo italiano. «Il meglio d’Italia» è un varietà rassegnato, scritto forse dieci anni fa, in cui circolano battute del genere: «Io non amo le supposte ma da italiano mi ci devo abituare». Pensa noi.