Rodolfo De Benedetti, Corriere della Sera 3/3/2014, 3 marzo 2014
DE BENEDETTI: UN PROBLEMA AZIENDALE NON UN CASO POLITICO
Caro direttore,
l’articolo «Il premier, Sorgenia e il salvataggio pagato dallo Stato» (Corriere della Sera, 2/3/2014), mette insieme in modo improprio la situazione di Sorgenia e la necessità di ristrutturarne il debito, il capacity payment per i produttori di energia elettrica, le presunte pressioni nei confronti dell’ex ministro Barca e addirittura le nomine ai vertici delle aziende pubbliche.
Mi preme in primo luogo precisare che mio padre non ha alcun ruolo in Sorgenia: come ampiamente noto, lui ha lasciato ogni incarico esecutivo in Cir nel gennaio del 2009 e un anno fa ha trasferito la quota di controllo del gruppo industriale ai miei due fratelli e a me. Mio padre, pertanto, non è in alcun modo coinvolto nella situazione di Sorgenia né nelle trattative di recente intraprese per la ristrutturazione del suo debito, che vengono condotte dal management di Sorgenia e, per quanto riguarda l’azionista Cir, dal sottoscritto e dall’amministratore delegato Monica Mondardini.
Entrando poi nel merito dei contenuti dell’articolo, si attribuisce al cosiddetto capacity payment il carattere di una misura «pro Sorgenia». Ciò è strumentale in quanto:
1) il capacity payment è un meccanismo di remunerazione di un servizio necessario alla sicurezza del sistema elettrico. Si tratta, infatti, di una misura legata al mercato, adottata o in corso di adozione anche in altri paesi d’Europa e in Nord America, che remunera impianti flessibili e in grado di garantire la sicurezza della rete compensando gli sbalzi di domanda e in particolare l’intermittenza delle fonti rinnovabili, non programmabili e cresciute negli ultimi anni in misura molto superiore alle previsioni;
2) il provvedimento, che è già in vigore dal 2003 e tornerà stabilmente dal 2017 (la discussione di oggi è sul periodo transitorio 2014-2016), riguarda determinati impianti di generazione e non le aziende. L’articolo cita esplicitamente la sola Sorgenia, ma le aziende con centrali coinvolte nel capacity payment sono numerose e di dimensioni anche maggiori. La Legge di Stabilità, peraltro, prevede che tale misura non pesi in alcun modo sulle bollette.
Inoltre, è fuorviante accostare alle attuali difficoltà di Sorgenia il cosiddetto «caso Barca» e alcune posizioni espresse dal quotidiano «la Repubblica». La prima questione non esiste, in quanto mio padre ha dichiarato pubblicamente – senza essere stato in alcun modo smentito – di non avere contatti con l’ex ministro da diverso tempo. La seconda questione, che lega alcuni articoli di «Repubblica» al caso Sorgenia, è priva di fondamento: Cir non ha mai condizionato le autonome opinioni de «la Repubblica». E’, infine, infondata anche l’ipotesi di una integrazione di Sorgenia in Eni.
Mi spiace constatare che si cerchi in tutti i modi, per ragioni che fatico a comprendere, di creare un «caso politico» su quello che, nei fatti, è unicamente un problema aziendale che coinvolge azionisti e istituti finanziatori.