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 2014  marzo 03 Lunedì calendario

DA OGGI CON IL SISTEMA SISTRI ARRIVA UN TEST PER IL GOVERNO


Il governo Renzi ha affermato in tutte le salse di puntare a drastiche semplificazioni e il premier ha affidato un’apposita delega al ministro Marianna Madia. Il guaio è che rischia di prendere subito un goal in contropiede perché proprio oggi entra in vigore la seconda fase del Sistri, il sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti tossici e pericolosi che dovrebbe servire a combattere le ecomafie e che intanto però rischia di complicare la vita alle piccole e medie imprese dell’autotrasporto e dell’artigianato. Sono 350 mila i barbieri, le estetiste, i tipografi, gli orafi e gli orologiai che dal 3 marzo dovranno smaltire i rifiuti (lamette, cerette, toner, ecc.) come fossero un impianto siderurgico o un grande ospedale. In zona Cesarini il governo Letta ha fatto approvare una norma che consente di avere un doppio regime di registrazione sia cartaceo sia digitale per altri 10 mesi sterilizzando le sanzioni per lo stesso periodo. Ma i problemi non si risolvono a colpi di rinvii e il Sistri è diventano l’icona della burocrazia anti-Piccoli. La Cna ha reso noto nelle settimane scorse un accurato dossier sulle contraddizioni del sistema telematico e sugli effetti negativi che ha sull’attività degli artigiani. La Confcommercio in questi giorni ha stimato che in virtù dei nuovi obblighi amministrativi le aziende di autotrasporto sotto i 10 dipendenti accusano una perdita di fatturato medio di 20 mila euro annui con punte anche di 40-50 mila e sono costrette a dedicare 30 ore di lavoro agli adempimenti.
La decisione di istituire il Sistri è di sette anni fa e la sua implementazione ha già subito numerose proroghe. Persino il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ammette che «il Sistri era nato con l’obiettivo di tracciare i rifiuti per tutelare l’ambiente, gli imprenditori onesti e colpire l’illegalità e la criminalità ma alla prova dei fatti è risultato in più occasioni non funzionante ed è stato prorogato più volte senza dare i risultati sperati». Il renziano Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera definisce il Sistri «un legno storto» e riconosce che il sistema «rischia di essere un appesantimento burocratico e un sovraccarico organizzativo soprattutto per le Pmi, diversamente da quanto messo in atto negli altri paesi europei». Nel comizio finale della manifestazione di Rete Imprese Italia del 18 febbraio il presidente della Confartigianato Giorgio Merletti aveva denunciato dal palco come il Sistri fosse «una vergogna per il nostro Paese», un riferimento nemmeno troppo velato all’inchiesta della magistratura che ha come oggetto Luigi Pelaggi, ex capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente, chiamato in causa per tangenti e sovraffatturazioni legate al contratto da 400 milioni affidato alla Selex.
Quel contratto a suo tempo fu secretato e prevede penali così onerose per la pubblica amministrazione che è impossibile smontarlo, come ha avuto modo di accertare anche di recente il ministro uscente Andrea Orlando. Adesso bisognerà vedere quali saranno i primi atti del suo successore, Gian Luca Galletti e se Matteo Renzi deciderà o meno di considerare il Sistri come un test della battaglia per la semplificazione. Come prova di buona volontà Cna e Confcommercio auspicano che il nuovo ministro «sospenda l’operatività del sistema in attesa di rendere effettive le semplificazioni discusse nei tavoli tecnici di lavoro» e azzeri il pagamento del contributo previsto per il 2014.