Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 03 Lunedì calendario

NEGLI STADI IL CONFLITTO ANTICIPATO DAI TIFOSI L’UCRAINA SOSPENDE IL CAMPIONATO DI CALCIO


DAL NOSTRO INVIATO SINFEROPOLI (Ucraina) — Invasione di campo. Al vecchio stadio Lokomotiv del Tavrija, ventimila posti vuoti e muti, la custode Irina appende alla guardiola della palestra il calendario. I carri russi qui non si vedono, ma c’è da farci una croce che vale più del referendum di fine mese per la secessione. Di fianco alle partite, in pennarello rosso, Irina scrive tre volte «cancellata»: 8 marzo Sinferopoli-Karpati, 15 marzo Sinferopoli-Kiev, 25 marzo Sinferopoli-Leopoli (amichevole)… Non si gioca più. Il campionato è sospeso in tutta l’Ucraina, perché non è tempo, e soprattutto in Crimea non c’è tempo supplementare che valga: scherzi del sorteggio, i ragazzi dell’ S.C. Tavrija Sinferopoli hanno davanti partite che sono battaglie. Ordalie vere. La più filorussa delle tifoserie contro i più antirussi degli ultrà. Non c’è partita, ha deciso Lega calcio ucraina: si recupererà se si potrà, e se magari l’Ucraina non sarà slegata per sempre. A Svensson e a Neto, i gioiellini stranieri, hanno dovuto telefonare in Svezia e in Brasile. Per gli altri, non c’è stato bisogno: due o tre di loro erano andati in piazza ad applaudire le truppe russe. La guerra di Crimea, come spesso accade, è stata anticipata da quella del pallone. «Crimea Russia!», lo gridano da anni sulla curva: gli scambi di vedute con la Dinamo Kiev, e tutte le trasferte nell’ovest filoccidentale, diventano spesso campagne di Russia a bottigliate e a sprangate. Hanno avuto qualche giocatore tataro, musulmano, ma farselo piacere è un’altra cosa. Come lo storico presidente Serghei Kunitsyn, ricco oligarca che sta un po’ con Putin e un po’ con l’Europa. Dopo la rivolta di Maidan, fiutando l’aria, s’è fatto nominare subito rappresentante in Crimea del nuovo presidente di Kiev. Non aveva previsto le truppe russe: ieri mattina, sono entrate nel suo ufficio. La poltrona del club, l’aveva già persa.