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 2014  febbraio 03 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA GUERRA DI CRIMEA


REPUBBLICA.IT
KIEV - Anche l’Italia "si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina". E’ quanto afferma una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine del vertice tra il premier Renzi, il ministro della Difesa Pinotti e degli Esteri Mogherini sulla vicenda ucraina, alla vigilia della riunione di domani del Consiglio Affari Esteri dell’UE a Bruxelles. "Violazioni di tali principi - sottolinea il documento - sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili".
"L’Italia - si legge ancora - rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso, il governo esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese, nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze".
"Il presidente del Consiglio - spiega la nota in chiusura -, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Francois Hollande, segue con costante attenzione ed estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea, in stretto contatto con i partner europei e internazionali".
Dagli Stati Uniti, la Casa Bianca fa sapere che il presidente Obama, che ieri ha condannato senza mezzi termini l’intervento russo in Crimea e si è confrontato con Putin in una telefonata-fiume di 90 minuti, sta studiando la situazione e sentirà al telefono i leader dei Paesi alleati. In Ucraina è in corso un’occupazione di fatto da parte della Russia che, secondo il segretario di Stato americano, John Kerry, mette a rischio il posto di Mosca all’interno del G8. Lo stesso segretario di Stato Usa sta valutando di fare tappa a Kiev, in Ucraina, durante il suo viaggio della prossima settimana a Parigi e a Roma.
Vladimir Putin, riferisce la Ria, ha avuto un colloquio con la cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui ha ribadito le ragioni dell’intervento russo in Crimea già espresse a Obama: si è reso necessario per la minaccia portata alla popolazione a maggioranza russofona da parte degli ultranazionalisti saliti al potere a Kiev. Misure, a detta del presidente russo, "appropriate" vista la situazione in Ucraina. Il Cremlino conclude sottolineando la posizione comune di Putin e Merkel sul proseguimento di consultazioni bilaterali e multilaterali alla ricerca di una "normalizzazione" in Ucraina.
I soldati russi in Crimea. Secondo il governo di Kiev, sono già 15 mila e muovono sul territorio senza resistenze. Prendendo il controllo dei luoghi strategici. E sequestrando le armi, come accaduto in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina.
I russi hanno esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i "legittimi" leader della penisola. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un’auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l’addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa. Nella notte sono atterrati altri sette aerei militari russi per il trasporto delle truppe e 11 elicotteri.
Uomini armati e in mimetica, presunti militari russi, hanno circondato la caserma del reparto A-0669 della Marina militare ucraina vicino a Kerch (Crimea) e controllano gli ingressi della struttura. Secondo il vice comandante ucraino del reparto, Alexiei Nikoforov, i militari hanno detto di volere "sorvegliare la struttura assieme agli ucraini".
Attaccato prima solo da civili con giubbotto anti proiettile e caschi poi anche da militari russi il quartier generale della Guardia di frontiera ucraina a Simferopoli. L’edificio è ora sotto controllo di "uomini armati non identificati", rende noto l’agenzia ucraina Unian. Militari ucraini e russi si fronteggiano, oltre che alla base di Perevalnoe, a 25 chilometri da Simferopoli, anche in quella della marina ucraina di Feodosia, sempre in Crimea.
Intanto, dopo che Interfax aveva riferito di interi reparti dell’esercito ucraino in Crimea passati dalla parte delle autorità locali filorusse, arriva l’annuncio di una clamorosa defezione: il comandante in capo della Marina ucraina ha giurato fedeltà alle autorità filo-russe di Crimea. L’ammiraglio Denis Berezovski, in conferenza stampa dallo stato maggiore della base navale russa a Sebastopoli, ha giurato fedeltà "al popolo della Crimea" impegnandosi a "difenderlo".
Berezovski, nominato solo venerdì scorso al vertice della Marina ucraina dal presidente ad interim Olexandre Tourtchinov, ha inoltre giurato di "obbedire agli ordini del comandante supremo della Repubblica autonoma di Crimea". Parole che il primo ministro di Crimea, Sergey Axionov, ha salutato come un "evento storico", perché l’ammiraglio Berezovski accettava di porsi "agli ordini delle autorità legittime della penisola", che Kiev considera invece nominate in violazione della sua costituzione.
Kiev risponde alla defezione di Berezovski annunciando di averlo rimosso dall’incarico e accusandolo di alto tradimento per essersi rifiutato di combattere i russi e di essersi arreso alla base russa di Sebastopoli. Il nuovo comandante in capo della Marina ucraina è Serhiy
La Russia "ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro", lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk, che ha ribadito: la Russia "non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l’aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese".
Ucraina richiama i riservisti. Kiev ha risposto con la decisione del Consiglio di Sicurezza Nazionale di mobilitare le sue forze armate e di richiamare i riservisti. Un deputato ucraino del partito Udar, Dmitri Bolotserkovets, citato dall’agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda, afferma inoltre che un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato un incendio. I militari ucraini avrebbero bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra.
Preoccupazione internazionale. La presenza militare russa in Crimea, dunque, è già massiccia. Mentre la diplomazia occidentale continua a lanciare moniti. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha avvertito che "se Mosca non assume passi concreti e immediate per invertire questa escalation di tensione, gli effetti sulle relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno profonde".
Russia a rischio isolamento: ogni singolo alleato degli Stati Uniti, ha detto Kerry, è pronto ad andare fino in fondo: "La Russia si sta comportando come se fossimo nell’800, invadendo un altro Paese sulla base di pretesti completamente inventati", ha detto, definendo l’operazione un ’’incredibile atto di aggressione’’. Kerry, poi, ha scritto su Twitter che quello che sta avvenendo non è uno scontro tra America e Europa contro la Russia, ma è la popolazione dell’Ucraina che lotta contro la tirannia.
Una situazione che si fa sempre più tesa, ma che, dice ancora Kerry sul social network, potrebbe risolversi senza invasioni: "Il presidente Obama ha chiarito che siamo pronti a lavorare con la Russia per aiutare le persone dell’Ucraina. Ci sono molte alternative all’invasione".
G8 di Sochi a rischio. Tra le prime conseguenze, potrebbe esserci il boicottaggio del G8 in programma a Sochi, in Russia, a giugno. Ipotesi sostenuta con forza dalla Francia. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius auspica "la sospensione dei preparativi" del vertice e condanna "l’escalation militare russa" in Crimea.
Intanto, l’Eliseo annuncia che Parigi non parteciperà alle riunioni in vista del vertice, come farà anche l’Inghilterra, stando a quanto dichiarato dal ministro degli Esteri, William Hague, appena giunto a Kiev, dove incontrerà leader politici ucraini. Decisione condivisa dal Canada, che ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Mosca, John Sloan. Il premier David Cameron fa sapere, inoltre, che i ministri britannici non interverranno ai Giochi Paralimpici di Sochi.
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, dichiara al canale tv Ard che la priorità è portare al tavolo Mosca e Kiev e "fare in modo che i soldati russi tornino nelle loro caserme". A questo scopo si potrebbe chiedere all’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Copperazione in Europa) di promuovere un "gruppo di contatto" coinvolgendo i paesi europei e, forse, gli Stati Uniti oltre alla Russia e all’Ucraina. Steinmeier inoltre rivela che esiste una divisione tra i paesi membri del G8 sulla eventuale esclusione di Mosca dal "club" delle maggiori potenze industriali del pianeta, come vorrebbero gli Stati Uniti. "C’è chi vorrebbe mandare un segnale forte a Mosca, c’è invece chi, e io sono tra questi, considera il G8 l’unico formato in cui l’Occidente può parlare direttamente con la Russia, dovremmo sacrificarlo?".
Manifestazioni pro Putin. Circa 20mila persone, in gran parte di organizzazioni patriottiche di giovani, studenti e veterani, hanno partecipato oggi nel centro di Mosca a una manifestazione autorizzata a sostegno della posizione di Putin nella crisi ucraina. "Maidan non passerà", "Bravo Putin", "Non lasciamo nei guai i nostri fratelli", "viva i Berkut (le teste di cuoio ucraine protagoniste della repressione, ndr), "Oggi Crimea, domani Russia?" erano alcuni degli slogan, gridati o scritti su cartelli esibiti anche da veterani in vecchie divise dell’Armata Rossa. In rete alcuni partecipanti, generalmente dipendenti di enti pubblici, hanno denunciato di essere stati costretti a scendere in piazza.
Nato, convocato vertice straordinario. Per oggi il Segretario Generale della Nato Rasmussen ha convocato un vertice straordinario della Nato sulla situazione ucraina, chiedendo lo stop delle attività militari e delle minacce della Russia contro l’Ucraina: "Quanto sta facendo la Russia - ha detto - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa". Ma soprattutto si aspetta il possibile viaggio domani di Yulia Tymoshenko per trattare direttamente con Putin.
Canale Tv Russia oscura cerimonia Oscar. Mosca "boicotta" la trasmissione della cerimonia degli Oscar a causa degli sviluppi della
situazione in Ucraina. Il primo canale statale ha annunciato che non coprirà l’evento a causa dell’intenso flusso di notizie sulla crisi oltre confine. "Ci sono molte notizie legate alla situazione in Ucraina e in Crimea e quindi il primo canale pensa che non sia importante mandare in onda per cinque ore la cerimonia degli Oscar, soprattutto nelle ore mattutine quando arrivano le maggiori novità", si legge in una nota dell’emittente. La cerimonia comincia alle 05.30 ora di Mosca, quando
ancora tutti dormono.
Gli appelli della Chiesa ortodossa e del Papa. Da Piazza San Pietro, a Roma, è risuonato l’appello di Papa Francesco per l’Ucraina, che "sta vivendo una situazione delicata". Al termine dell’Angelus Bergoglio ha detto di auspicare che "tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione" e si è rivolto "alla comunità internazionale, affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia".
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Intanto il reggente della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, il metropolita Onufry, ha lanciato un invito al primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, affinché faccia il possibile per evitare spargimenti di sangue in Ucraina. Riferendosi alla possibilità che la Russa invii le sue truppe nell’ex repubblica sovietica, il metropolita di Chernivtsi e Bukovyna, ha parlato di "conseguenze catastrofiche per entrambi i paesi" e ha definito la situazione attuale nel Paese come "la più difficile della sua storia recente".

CORRIERE.IT
Sale la tensione tra Russia e Ucraina. Il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Kiev ha richiamato i riservisti e il premier Arseni Iatseniuk ha affermato: la Russia «ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro». Nel frattempo, come già fatto dagli Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna annunciano che non prenderanno più parte alle riunioni preparatorie del G8 di Sochi, previsto per il prossimo giugno, a causa dell’escalation militare russa in Ucraina. Ma il segretario di Stato Usa John Kerry ha poi precisato che «Ogni singolo alleato degli Stati Uniti è pronto ad andare fino in fondo, allo scopo di isolare la Russia in seguito a questa invasione». In conseguenza di ciò Mosca potrebbe essere secondo Kerry, espulsa dal G8. Una eventualità sulla quale la Germania, per bocca del ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, si è invece dichiarata piuttosto scettica.
La crisi ucraina attraverso le mappe

La crisi ucraina attraverso le mappe
La crisi ucraina attraverso le mappe
La crisi ucraina attraverso le mappe
La crisi ucraina attraverso le mappe
La crisi ucraina attraverso le mappe

LO SCONTRO - «Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall’Ucraina», ha invece aggiunto il premier ucraino, che, tramite il suo ambasciatore all’Onu, ha chiesto aiuto militare agli alleati. Nel frattempo, invece, l’esercito di Mosca, secondo quanto riferisce un testimone, ha iniziato l’assalto a un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli, in Crimea. Successivamente però il neo comandante in capo della Marina ucraina Denis Berezovskiy ha giurato fedeltà alle autorità filorusse della Crimea. ed è stato accusato di tradimento di Stato e sostituito dalle autorità di Kiev. Sempre a Sebastopoli, militari ucraini hanno bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra.
A Privolnoye, questa volta nella parte settentrionale della regione, i reporter dell’Associated Press segnalano che centinaia di uomini armati «non identificati» hanno circondato la base di fanteria. Sopra l’Ucraina è stato interdetto lo spazio aereo ai voli militari. La Russia avrebbe però aumentato il numero dei soldati presenti in Crimea, secondo alcune fonti sarebbero 15.000. Secondo altre invece 28.000.
RENZI - Sulla crisi ucraina è intervenuto anche il governo italiano, che dopo un vertice tra il premier Matteo Renzi e le ministre della Difesa Roberta Pinotti e degli Esteri Federica Mogherini ha sottolineato in una nota che «il governo italiano si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili. L’Italia rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso il Governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze» . Prima del vertice Renzi aveva sentito telefonicamente la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, François Hollande. Il premier avrebbe avuto anche un colloquio sull’argomento con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
REAZIONI INTERNAZIONALI - Fontidiplomatiche dell’Eliseo hanno riferito alla France Presse che la decisione di sospendere la partecipazione alle riunioni del G8 è stata presa dal presidente Hollande e dal ministro degli esteri Fabius. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, la stessa decisione è stata comunicata dal Foreign Office ed è stata ribadita dal ministro degli Esteri, William Hague, arrivato in serata a Kiev.
Già sabato in Germania Angela Merkel aveva parlato dell’Ucraina richiamandosi alla sua giovinezza. «Quando avevo 25 anni vivevo a duecento metri dalla Porta di Brandeburgo da dove passava il Muro. Io, giovane scienziata, camminavo qui senza pensare di poter un giorno passeggiare oltre la Porta, sognando al massimo di poter andare all’Ovest e visitare l’America solo da pensionata». quindi, ha spiegato, riferendosi agli ucraini: «Vogliono vivere quanto la mia generazione allora non sperava di vivere e poi visse, sono spinti da quel desiderio di libertà e democrazia che fu nostro allora».
Intanto la Nato ha ripreso le parole dell’ambasciatore ucraino all’Onu Yuriy Sergeyev : «Ciò che la Russia sta facendo in Ucraina viola i principi della Carta dell’Onu e minaccia la pace e la sicurezza in Europa».
L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha invece fissato un incontro di emergenza a Vienna per discutere della situazione in Ucraina.
L’APPELLO DEL PAPA - Sulla crisi, interviene anche Papa Francesco: l’Ucraina, dice nell’Angelus, «sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e costruire insieme il futuro della nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello: sostenga ogni iniziativa per dialogo e concordia».
«NO ALLA GUERRA» - A Mosca non tutti sono favorevoli alla guerra. Una cinquantina di persone hanno manifestato contro l’intervento militare in Ucraina . La polizia però ha portato via almeno sette attivisti mentre protestavano davanti al ministero della Difesa, presidiato da un ingente schieramento di forze dell’ordine. I manifestanti avevano qualche cartello («No war», «Perdonaci Ucraina», «Mi vergogno per i tank in Crimea») e gridavano «No alla guerra».

LASTAMPA.IT
Russia e Ucraina sono a un passo dalla guerra per la Crimea. Kiev grida all’invasione, mentre il neo premier della repubblica autonoma ucraina ha chiesto l’aiuto di Vladimir Putin per restaurare la «pace e la calma» nella regione.

L’APPELLO
«Tenendo conto della mia responsabilità per la vita e la sicurezza dei cittadini, chiedo al presidente Putin di aiutare a garantire la pace e la calma sul territorio della Crimea», ha detto questa mattina Serghiei Aksionov, nominato dopo la destituzione giovedì scorso del governo locale da parte dei deputati, in un discorso trasmesso per esteso dalla televisione di Stato russa.

CREMLINO IN CAMPO
Lo stesso premier al momento della sua nomina, avvenuta nel parlamento di Crimea occupato da una trentina di filorussi armati e in mimetica, aveva detto che Victor Yanukovich è il legittimo presidente dell’Ucraina. Immediata risposta del Cremlino all’appello lanciato dal neo-premier della Crimea. «La Russia», hanno affermato fonti governative a Mosca, «non ignorerà la richiesta di assistenza rivolta al presidente Putin, e non la lascerà priva della sua attenzione».

LA MINACCIA DI GAZPROM
La tensione è altissima. Decine di uomini armati con kalashnikov e incappucciati, in uniforme non identificabile, si sono posizionati vicino al Parlamento della Crimea, nella capitale Simferopoli. Due mitragliatrici sono state collocate in modo da poter proteggere l’edificio.
VITALI KLITSCHKO E YANUKOVICHVITALI KLITSCHKO E YANUKOVICH MAPPA SEBASTOPOLI UCRAINAMAPPA SEBASTOPOLI UCRAINA

Un commando filo-russo aveva già preso giovedì scorso il controllo del Parlamento, ma non era visibile dall’esterno. L’Ucraina fa sapere di rifiutarsi di rispondere «con la forza» alla «provocazione» russa, dopo il dispiegamento di militari. Il ministro della Difesa ucraino, Igor Peniuk, quantifica in «6mila uomini» il contingente russo inviato da Mosca nel territorio autonomo. E ha fatto sapere che le forze armare ucraine in Crimea sono state poste in stato di massima allerta. Intanto il gigante dell’energia russo Gazprom minaccia Kiev: l’Ucraina ha «un’enorme» debito di gas non pagato alla Russia pari a 1,55 miliardi di dollari e il prezzo di favore accordato da Mosca potrebbe essere messo in discussione.

MOVIMENTI VIA ARIA E VIA MARE
Fonti dell’amministrazione Usa ieri sera hanno segnalato movimenti militari russi in Crimea «via aria e via mare». In effetti uomini armati presidiano da più di 24 ore due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori di questi blitz - sulle cui mimetiche non c’è alcun segno distintivo - siano paramilitari filorussi o delle truppe regolari di Mosca.
BLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINABLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINA Ritratto di Yanukovich e PshonkaRitratto di Yanukovich e Pshonka

La flotta del Mar Nero ha escluso il coinvolgimento di propri militari nell’occupazione dell’aeroporto di Belbek. Il nuovo potere di Kiev in Crimea grida apertamente alla presunta «invasione» di 2.000 militari russi aviotrasportati a Simferopoli. Già in ieri mattina il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva del resto accusato Mosca di «invasione armata». «Mi rivolgo personalmente al presidente Putin - ha poi detto in serata Turcinov alla tv - per chiedergli di fermare immediatamente la sua aggressione non dissimulata e di ritirare i suoi militari in Crimea. Secondo lui si vuole «provocare il conflitto per poi annettersi il territorio».

RIUNIONE ONU
Convocato su richiesta di Kiev, si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove l’ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto aiuto perché si preservi l’integrità territoriale» ucraina, mentre l’ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una «mediazione internazionale». La tensione nella russofona Crimea è altissima, e sembra sempre più evidente che le autorità ucraine non hanno la situazione sotto controllo.
La Tymoshenko con ambacciatore USa in Ucraina e Delegato UELa Tymoshenko con ambacciatore USa in Ucraina e Delegato UE

Il Foreign Office ha consigliato ai britannici di lasciare la penisola. Dopo una serie di telefonate con il premier britannico David Cameron, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Ue, Herman Van Rompuy, è stato comunque lo stesso Putin, rompendo giorni di gelido silenzio, a invitare alla calma per evitare «un’ulteriore escalation della violenza».
PUTIN MEDVEDEV YANUKOVICHPUTIN MEDVEDEV YANUKOVICH

Secondo Downing Street, inoltre, il leader del Cremlino si sarebbe confermato d’accordo sulla necessità di rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina. Ma a puntare il dito contro la Russia è anche uno dei maggiori leader politici ucraini, l’ex pugile Vitali Klitschko, che dopo aver annunciato che l’ex premier Iulia Timoshenko si candiderà (come lui) alle presidenziali del 25 maggio, ha anche denunciato che soldati di Mosca stanno partecipando alle azioni militari in Crimea.

STATI UNITI IN CAMPO
La diplomazia internazionale è al lavoro per scongiurare l’escalation. Obama ha avvertito Mosca che ogni intervento nella crisi di Kiev «sarebbe profondamente destabilizzante per l’Ucraina e potenzialmente pericoloso» e, «sarebbe una chiara violazione dell’impegno russo al rispetto dell’indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell’Ucraina, delle leggi internazionali». Soprattutto: avrebbe «un costo».
SEBASTOPOLI PRO RUSSIA E KIEV CONTROSEBASTOPOLI PRO RUSSIA E KIEV CONTRO OBAMA PUTINOBAMA PUTIN

C’è stata poi la seconda telefonata in due giorni del vicepresidente americano Joe Biden al neo-primo ministro ucraino ad interim, Arseniy Yatsenyuk: secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, di fronte al precipitare della crisi in Crimea, il vice di Barack Obama ha voluto «riaffermare il forte sostegno degli Stati Uniti per il nuovo governo e il nostro impegno a favore della sovranità, dell’integrità territoriale e del futuro democratico dell’Ucraina».

Biden ha inoltre «elogiato» le autorità di Kiev «per la loro reiterata moderazione», ricordando inoltre come Yatsenyuk abbia garantito di voler ottemperare agli obblighi internazionali assunti dal suo Paese, e di operare nell’interesse dell’intera popolazione, non solo dei sostenitori delle vecchie forze di opposizione.

LASTAMPA.IT
La Stampa.it
La crisi Russia-Ucraina precipita. Mentre Vladimir Putin prepara l’invasione (in parte già iniziata),
Kiev richiama i riservisti. «La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro», afferma il premier ucraino Arseni Iatseniuk. «Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, questa è di fatto una dichiarazione di attacco contro il mio Paese».

L’ESCALATION
Iatseniuk lancia un appello a Putin: «Ritiri le sue forze armate dall’Ucraina». Ma ormai sembra troppo tardi. «E’ a rischio l’integrità territoriale dell’Ucraina», avverte intanto il responsabile del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Kiev, Andrii Paroubii.

IL MONDO SI MUOVE
La diplomazia internazionale è al lavoro per scongiurare l’escalation. L’America prova a mostrare i muscoli a Putin: «La Russia - avverte il segretario di Stato Usa, John Kerry - rischia il suo posto all’interno del G8». E «ogni singolo alleato degli Stati Uniti è pronto ad andare fino in fondo, allo scopo di isolare la Russia in seguito a questa invasione». L’incursione militare russa in Ucraina è «un incredibile atto di aggressione».
CRIMEA - SOLDATI PRO PUTINCRIMEA - SOLDATI PRO PUTIN

La crisi fa piombare i rapporti tra Washington e Mosca in un clima da guerra fredda. Da un lato Barack Obama condanna senza mezzi termini l’intervento armato in Crimea parlando di «violazione del diritto internazionale». Sul fronte opposto, Vladimir Putin sottolinea di avere il diritto di proteggere i propri interessi in Ucraina. I due si sono anche parlati, per 90 lunghi minuti, ma la tensione resta alle stelle.

LA NATO IN CAMPO
Il segretario generale della Nato Rasmussen chiede a Mosca di fermare alle attività militari: «Quanto sta facendo la Russia - ha detto - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa». Anche l’Europa reagisce. Francia e Gran Bretagna hanno annunciato che diserteranno il G8 di Sochi a giugno.
CRIMEA - SOLDATI PRO PUTINCRIMEA - SOLDATI PRO PUTIN

Il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha detto di «deplorare» la decisione russa di usare le forze armate, mentre Bruxelles ha fissato per lunedì una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri per fare il punto sulla situazione. Il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon ha chiamato lui stesso Putin, chiedendo un «dialogo» con Kiev.

L’OCCUPAZIONE SOFT
L’Ucraina accusa la Russia ai aver «violato gli accordi bilaterali, in particolare riguardanti la flotta del Mar Nero». Intanto migliaia di militari di Mosca, da 6mila a 28mila, sarebbero già in Crimea, penisola russofona che fa parte dell’Ucraina ma in cui da alcuni giorni soffiano impetuosi venti di secessione e dove Kiev sembra non avere più alcun potere.
CRIMEA -ANTI-PUTINCRIMEA -ANTI-PUTIN

Il Senato russo ieri - su richiesta di Putin - ha approvato ieri all’unanimità l’invio di truppe. E anche se il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha precisato che il presidente non ha ancora preso una decisione definitiva, il governo ucraino ha messo l’esercito in stato di allerta e ha avvertito che se la Russia desse corso alla minaccia sarebbe «la guerra». La situazione potrebbe già precipitare nelle prossime ore.

A MOSCA
Nella capitale russa la domenica è stata segnata da manifestazione contrapposte, pro e contro l’invasione in Ucraina. Gli oppositori all’intervento armato si sono mobilitati via internet su Vkontakte, il Facebook russo, e si sono dati appuntamento alle 13.00 ora locale (le 10 in Italia) davanti al ministero della difesa, a due passi dal Cremlino.
Un uomo armato presidia l aeroporto di Simferopoli T Z GM EA S SK RTRMADP UKRAINE CRISIS k cG U WAC x LaStampa itUn uomo armato presidia l aeroporto di Simferopoli T Z GM EA S SK RTRMADP UKRAINE CRISIS k cG U WAC x LaStampa it

In piazza è spuntato un foglio con lo stesso slogan usato dai dissidenti sovietici quando protestarono contro l’invasione di Praga da parte dell’Armata Rossa, nell’agosto del 1968: «Per la vostra e la nostra libertà». I sostenitori dell’invasione invece hanno marciato invece da piazza Pushkin a corso Sakharov: si tratta di organizzazioni patriottiche di giovani, studenti e veterani, compresa l’ala giovanile del partito putiniano Russia Unita.

IN CRIMEA
In Crimea militari russi hanno sequestrato tutte le armi in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. Il ministero della Difesa di Kiev spiega che i russi hanno esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i «legittimi» leader della penisola. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un’auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l’addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa.
Proteste pro Russia a Simferopol b e f bb a db ad dProteste pro Russia a Simferopol b e f bb a db ad d

Intanto miliziani armati fino ai denti hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la «linea di frontiera» i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini.

IL PAESE DIVISO
Ma in Ucraina non è solo la Crimea a ribollire. Anche nelle altre regioni sud-orientali del Paese - anch’esse culturalmente e linguisticamente vicine alla Russia - la tensione sta salendo vertiginosamente e i palazzi dell’amministrazione regionale di Kharkiv e Donetsk sono già caduti in mano agli insorti filorussi, non senza violenze.
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Il nuovo governo di Kiev ha denunciato che in Crimea ci sono già 6.000 soldati russi e 30 blindati, che hanno già preso posizione in punti strategici della penisola, mentre un gruppo di giornalisti investigativi parla addirittura di 28.000 militari di Mosca, quasi cinque volte quanto stimato dalle nuove autorità ucraine. Secondo la testata online Tizhden.ua, inoltre, ci sarebbero soldati russi anche al di fuori della Crimea e una colonna di mezzi blindati sarebbe in movimento nella regione di Zaporizhia, nell’Ucraina sud-orientale.
Agenti di guardia al Parlamento di Sinferopoli d f a b d a da f dedAgenti di guardia al Parlamento di Sinferopoli d f a b d a da f ded

Non solo: centinaia di uomini armati bloccano il parlamento e il governo della Crimea, nonché gli aeroporti di Sinferopoli e Belbek, vicino a Sebastopoli. Mosca nega che siano propri soldati ma c’è chi ipotizza che si tratti di agenti del Gru, i potenti e misteriosi servizi segreti militari russi.

IL CREMLINO: PROTEGGIAMO I RUSSI
Il leader del Cremlino dice di premere per l’azione militare «per normalizzare la situazione socio-politica» in Ucraina, che, a suo avviso, minaccia «la vita dei cittadini russi» e «dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino».
BLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINABLINDATI RUSSI IN PIAZZA A SEBASTOPOLI CITTA DELLA CRIMEA IN UCRAINA

Anzi, secondo le autorità russe, ben 143.000 ucraini si sarebbero rifugiati in Russia per «salvarsi dall’oltranzismo dei radicali che hanno preso il potere a Kiev». Intanto il nuovo governo della Crimea, che il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito «illegittimo» (è stato eletto da un parlamento occupato da filorussi armati), ha deciso di anticipare il referendum per una maggiore autonomia della regione dal 25 maggio al 30 marzo, mentre nei prossimi giorni il parlamento russo esaminerà una proposta di legge per facilitare l’assorbimento di nuovi territori senza bisogno di un trattato internazionale.
PUTIN E IL CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSAPUTIN E IL CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA

La rivolta pro-Mosca sta però montando anche nell’Ucraina orientale. A Kharkiv circa 300 filorussi, alcuni dei quali armati, hanno sfondato un cordone di sostenitori delle nuove autorità ucraine e - incitati da una folla di 20.000 persone - hanno occupato il palazzo della Regione, issandovi il tricolore russo. Negli scontri sono rimaste ferite decine di persone. A Donetsk 10.000 manifestanti sono scesi in piazza sventolando la bandiera russa e anche lì la sede della Regione è stata occupata, mentre il comandante degli insorti, Pavel Gubarev, è stato eletto governatore.
PUTIN A SOCHIPUTIN A SOCHI

Sono le ultime ore per cercare di evitare il peggio: oltre al tentativo di mediazione europea, in campo torna anche Yulia Timoshenko, attesa a Mosca lunedì per uno sforzo di ricucitura in extremis.

LA STAMPA DI STAMATTINA (dagospia)
Vladimir Putin è pronto a invadere l’Ucraina. E in parte l’ha già fatto. Migliaia di militari russi, da 6mila a 28mila, sarebbero già in Crimea, penisola russofona che fa parte dell’Ucraina ma in cui da alcuni giorni soffiano impetuosi venti di secessione e dove Kiev sembra non avere più alcun potere.
L’ESCALATION
Il Senato russo ieri - su richiesta di Putin - ha approvato all’unanimità l’invio di truppe. E anche se il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha precisato che il presidente non ha ancora preso una decisione definitiva, il governo ucraino ha messo l’esercito in stato di allerta e ha avvertito che se la Russia desse corso alla minaccia sarebbe «la guerra».
IN CRIMEA
In Crimea militari russi hanno sequestrato tutte le armi in una base radar e in un’accademia della Marina militare ucraina. Il ministero della Difesa di Kiev spiega che i russi hanno esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i «legittimi» leader della penisola.
Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un’auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l’addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa. Intanto miliziani armati fino ai denti hanno impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la «linea di frontiera» i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini.
GELO USA-RUSSIA
Il possibile ricorso alla forza da parte del Cremlino e lo spettro di un’invasione del territorio ucraino hanno messo in allarme la comunità internazionale. La crisi fa piombare i rapporti tra Washington e Mosca in un clima da guerra fredda. Da un lato Barack Obama condanna senza mezzi termini l’intervento armato in Crimea parlando di «violazione del diritto internazionale».
Sul fronte opposto, Vladimir Putin sottolinea di avere il diritto di proteggere i propri interessi in Ucraina. I due si sono anche parlati, per 90 lunghi minuti, ma la tensione resta alle stelle. Poche ore prima la commissione Esteri del Senato russo aveva chiesto a Putin di richiamare il proprio ambasciatore negli Stati Uniti. Anche l’Europa reagisce. Angela Merkel e il ministro degli Esteri di Londra, William Hague, hanno criticato l’escalation.
Il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha detto di «deplorare» la decisione russa di usare le forze armate, mentre Bruxelles ha fissato per lunedì una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri per fare il punto sulla situazione. Oggi a Bruxelles ci sarà una riunione della Nato. Il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon ha chiamato lui stesso Putin, chiedendo un «dialogo» con Kiev.
IL PAESE DIVISO
In Ucraina non è solo la Crimea a ribollire. Anche nelle altre regioni sud-orientali del Paese - anch’esse culturalmente e linguisticamente vicine alla Russia - la tensione sta salendo vertiginosamente e i palazzi dell’amministrazione regionale di Kharkiv e Donetsk sono già caduti in mano agli insorti filorussi, non senza violenze.
Il nuovo governo di Kiev ha denunciato che in Crimea ci sono già 6.000 soldati russi e 30 blindati, che hanno già preso posizione in punti strategici della penisola, mentre un gruppo di giornalisti investigativi parla addirittura di 28.000 militari di Mosca, quasi cinque volte quanto stimato dalle nuove autorità ucraine.
Secondo la testata online Tizhden.ua, inoltre, ci sarebbero soldati russi anche al di fuori della Crimea e una colonna di mezzi blindati sarebbe in movimento nella regione di Zaporizhia, nell’Ucraina sud-orientale. Non solo: centinaia di uomini armati bloccano il parlamento e il governo della Crimea, nonché gli aeroporti di Sinferopoli e Belbek, vicino a Sebastopoli. Mosca nega che siano propri soldati ma c’è chi ipotizza che si tratti di agenti del Gru, i potenti e misteriosi servizi segreti militari russi.
IL CREMLINO: PROTEGGIAMO I RUSSI
Il leader del Cremlino dice di premere per l’azione militare «per normalizzare la situazione socio-politica» in Ucraina, che, a suo avviso, minaccia «la vita dei cittadini russi» e «dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino». Anzi, secondo le autorità russe, ben 143.000 ucraini si sarebbero rifugiati in Russia per «salvarsi dall’oltranzismo dei radicali che hanno preso il potere a Kiev».
Intanto il nuovo governo della Crimea, che il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito «illegittimo» (è stato eletto da un parlamento occupato da filorussi armati), ha deciso di anticipare il referendum per una maggiore autonomia della regione dal 25 maggio al 30 marzo, mentre nei prossimi giorni il parlamento russo esaminerà una proposta di legge per facilitare l’assorbimento di nuovi territori senza bisogno di un trattato internazionale. La rivolta pro-Mosca sta però montando anche nell’Ucraina orientale.
A Kharkiv circa 300 filorussi, alcuni dei quali armati, hanno sfondato un cordone di sostenitori delle nuove autorità ucraine e - incitati da una folla di 20.000 persone - hanno occupato il palazzo della Regione, issandovi il tricolore russo. Negli scontri sono rimaste ferite decine di persone. A Donetsk 10.000 manifestanti sono scesi in piazza sventolando la bandiera russa e anche lì la sede della Regione è stata occupata, mentre il comandante degli insorti, Pavel Gubarev, è stato eletto governatore.
Sono le ultime ore per cercare di evitare il peggio: oltre al tentativo di mediazione europea, in campo torna anche Yulia Timoshenko, attesa a Mosca lunedì per uno sforzo di ricucitura in extremis.




ANTICIPATO IL REFERENDUM
Il leader del Cremlino dice di premere per l’azione militare «per normalizzare la situazione socio-politica» in Ucraina, che, a suo avviso, minaccia «la vita dei cittadini russi» e «dell’organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino». Anzi, secondo le autorità russe, ben 143.000 ucraini si sarebbero rifugiati in Russia per «salvarsi dall’oltranzismo dei radicali che hanno preso il potere a Kiev».
UCRAINA NEL SANGUE SCONTRI E MORTI A KIEVUCRAINA NEL SANGUE SCONTRI E MORTI A KIEV

Intanto il nuovo governo della Crimea, che il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito «illegittimo» (è stato eletto da un parlamento occupato da filorussi armati), ha deciso di anticipare il referendum per una maggiore autonomia della regione dal 25 maggio al 30 marzo, mentre nei prossimi giorni il parlamento russo esaminerà una proposta di legge per facilitare l’assorbimento di nuovi territori senza bisogno di un trattato internazionale.

CORSA CONTRO IL TEMPO, TYMOSHENKO A MOSCA PER MEDIARE
La rivolta pro-Mosca sta però montando anche nell’Ucraina orientale. A Kharkiv circa 300 filorussi, alcuni dei quali armati, hanno sfondato un cordone di sostenitori delle nuove autorità ucraine e - incitati da una folla di 20.000 persone - hanno occupato il palazzo della Regione, issandovi il tricolore russo.
UCRAINA NEL SANGUE SCONTRI E MORTI A KIEVUCRAINA NEL SANGUE SCONTRI E MORTI A KIEV

Negli scontri sono rimaste ferite decine di persone. A Donetsk 10.000 manifestanti sono scesi in piazza sventolando la bandiera russa e anche lì la sede della Regione è stata occupata, mentre il comandante degli insorti, Pavel Gubarev, è stato eletto governatore. Sono le ultime ore per cercare di evitare il peggio: oltre al tentativo di mediazione europea, in campo torna anche Uulia Tymoshenko, attesa a Mosca lunedì per uno sforzo di ricucitura in extremis.

ILSUSSIDIARIO.NET
FABRIZIO CASTAGNETTI
“Senza un accordo politico per separare la Crimea dall’Ucraina, la Russia interverrà militarmente. Il porto di Sebastopoli è l’unico sbocco di Mosca sul Mar Nero, indispensabile alla Marina russa per raggiungere il Mediterraneo”. Lo evidenzia il generale Fabrizio Castagnetti, ex capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano. Il ministro degli Interni dell’Ucraina, Arsen Avakov, ha accusato le forze navali russe di avere occupato l’aeroporto di Sebastopoli, definendo quanto è avvenuto un’“invasione armata”. La flotta russa di stanza sul Mar Nero ha però negato che dei suoi uomini stiano prendendo parte all’operazione. Nel frattempo il Parlamento della Crimea ha annunciato un referendum sull’espansione dell’autonomia della regione che si terrà il 25 maggio.



Generale Castagnetti, qual è il significato militare delle schermaglie all’aeroporto di Sebastopoli?

La Marina russa ha sempre avuto una base navale a Sebastopoli, dove è rimasta anche dopo che la Crimea è stata ceduta all’Ucraina. Anche il Parlamento è stato occupato, pur senza spargimenti di sangue. Questo è un dato di fatto e vuol dire che la popolazione crimea sta con la Russia. Per uscire dalla crisi è inevitabile una separazione tra Ucraina e Crimea. Quest’ultima, essendo filo-russa, non intende compiere alcun passo verso l’adesione all’Unione Europea.



Per il ministro Avakov quanto è avvenuto sarebbe un’“invasione armata” da parte della Russia. Come valuta questa affermazione?

E’ una dichiarazione esagerata e che non andava fatta. La flotta russa è sempre stata in Crimea e quindi non si capisce in che senso sarebbe avvenuta un’invasione. In questo momento occorre usare la massima cautela, e del resto non sono d’accordo con quanti attribuiscono alla Russia tutte le colpe di quanto sta avvenendo.



Per quali motivi?

Era naturale che la Russia non vedesse di buon occhio l’orientamento dell’Ucraina a un ingresso nell’Ue. Per comprendere la crisi ucraina, occorre guardare agli avvenimenti degli ultimi 25 anni. Prima si è disintegrato il patto di Varsavia senza che Mosca reagisse. Quindi le stesse Repubbliche che fino a poco prima facevano parte dell’Unione sovietica si sono staccate. Con Kiev è rimasta un’alleanza strategica ed economica, e ricordo del resto che Stalin diceva che se si perde l’Ucraina sparisce la Russia. Prima di criticare Mosca, occorre calarsi nei sentimenti del popolo russo che da sempre è molto nazionalista. Lo stesso Putin del resto si è limitato a dire che era contrario a un ingresso dell’Ucraina nell’Ue, ma non si è spinto a compiere particolari ritorsioni contro Kiev.

L’importanza della Crimea è rappresentata dai suoi porti sul Mar Nero, dai quali le navi della Marina possono raggiungere il Mediterraneo. La Russia non ha sbocchi sul mare, se non dalla Siberia che si affaccia sul Pacifico. Per la Russia lo sbocco sul Mar Nero è dunque estremamente importante, tanto che non si può permettere di perdere il porto di Sebastopoli. E’ indispensabile un accordo politico, altrimenti Mosca interverrà militarmente. La maggioranza della popolazione della Crimea del resto parla la lingua russa ed è filo-russa.



In caso di conflitto, anche l’Europa potrebbe essere coinvolta?

Spero proprio di no. Si tratta di questioni interne e gli Stati europei devono assolutamente evitare di intervenire, perché poi non sarebbero in grado di gestirne le conseguenze. Dobbiamo renderci conto che quanto sta avvenendo in Ucraina e in Crimea è una crisi politica, e che inviare dei militari non servirebbe a niente. Non è più come fino a 70 anni fa, quando le guerre nascevano per il desiderio di supremazia militare di uno Stato sull’altro.



Che cosa è cambiato?

Oggi tutti i conflitti incominciano per motivi politici e solo in un secondo momento si genera un’escalation militare. L’errore dell’Occidente, sia dell’Europa sia degli Usa, è che di fronte a queste crisi manda un contingente militare e poi si dimentica del problema, e così dimostra di non comprendere che la vera natura di queste crisi è politica. Un intervento militare può essere completato in pochi giorni, ma per cambiare la mentalità delle persone occorrono secoli ed è a questo livello che bisogna intervenire.