Giuseppe Berta, l’Espresso 28/2/2014, 28 febbraio 2014
FENOMENOLOGIA DEI TIZI QUALUNQUE
Perché soltanto nelle ultime settimane abbiamo incominciato a conoscere i militanti del Movimento 5 Stelle? Perché hanno gestito una protesta parlamentare dalle forme e dai toni eclatanti e perché hanno incominciato ad andare anche loro ai talk-show televisivi, suggerirebbero le risposte più facili. Alessandro Dal Lago, in un breve saggio di grande forza interpretativa ("Clic! Grillo, Casaleggio e la demagogia elettronica", Cronopio, pp. 150, € 12,50), ci propone una spiegazione diversa: perché i grillini (ma lui non usa mai questa denominazione, rifiutata dai 5 S) hanno agito finora «in una sfera politico-commerciale virtuale», estranea ai circuiti consolidati della politica. Insomma, si vedono poco e soltanto dopo essere stati eletti a qualche carica pubblica. Approdati al Parlamento, abbiamo visto che per lo più si tratta di «tizi qualunque». Qual è dunque il segreto del loro successo? È l’azione spregiudicata che opera la leadership anomala Grillo-Casaleggio, muovendosi in uno sfuggente ambito mediatico, imperniato sul fortunatissimo blog di Beppe Grillo, frutto di un’attività di penetrazione durata anni e anni.
I 5 Stelle praticano un culto della Rete, che per loro non costituisce uno strumento di partecipazione, ma coincide di fatto con la democrazia. Non hanno bisogno di rappresentare il popolo; si sentono il popolo. Così, scrive Dal Lago, «il blog è lo spazio perfetto per dare l’illusione di partecipare a un movimento collettivo in posizione di uguaglianza virtuale». E per affermare che lì «ognuno vale uno», anche se due, Grillo e Casaleggio, valgono di fatto per tutti. La rete amplifica e deforma un senso distorto di protagonismo, colorandosi di accenti iperbolici. Tutto questo è quanto di più lontano vi possa essere da un movimento sociale; segna l’ascesa di uno stile demagogico probabilmente destinato a radicarsi.