VARIE 28/2/2014, 28 febbraio 2014
APPUNTI PER GAZZETTA - LA SITUAZIONE IN CRIMEA E IN UCRAINA
REPUBBLICA.IT
KIEV - "La Crimea deve rimanere una parte integrante dell’Ucraina pur mantenendo legami con la Russia". Lo ha affermato il presidente deposto Viktor Yanukovich, durante una conferenza stampa che ha tenuto a Rostov sul Don, nella Russia meridionale. "Quanto sta accadendo è una reazione naturale a un colpo di stato operato da banditi" ha detto l’ex leader, chiedendo il rispetto dell’accordo firmato il 21 febbraio tra lui, i leader dell’opposizione e tre ministri europei. Yanukovich ha sottolineato di non essere stato destituito: "Continuerò a lottare, sono stato costretto a lasciare il paese dopo le minacce subite". La crisi in Ucraina, secondo l’ex capo di Stato, è stata provocata da una politica occidentale "irresponsabile" che è stata "indulgente" verso i manifestanti. Yanukovich ha insistito sulla "illegittimità" del Parlamento ucraino che ha votato "sotto la pressione dei dimostranti". Poi ha chiarito che non si candiderà alle presidenziali di maggio, da lui ritenute "illegali" in quanto Yanukovich si considera ancora "il presidente in carica".
Il caso Tymoshenko. Yanukovich ha detto di non aver avuto "nulla di personale" contro Yulia Tymoshenko e ha sottolineato che l’incarcerazione dell’ex premier ucraino era dovuta al fatto che aveva firmato "un accordo con la Russia costato all’Ucraina più di 20 miliardi di dollari". La leader della Rivoluzione Arancione del 2004 dovrebbe candidarsi alle prossime presidenziali, come ha annunciato l’altro leader dell’opposizione, Vitaly Klitschko.
Congelati i beni dell’ex leader. Intanto l’ex capo di Stato è ricercato anche in Svizzera per un’inchiesta per presunto riciclaggio di denaro sporco insieme al figlio Alexander. Il governo svizzero ha annunciato il congelamento dei beni di 20 esponenti ucraini, tra cui Yanukovich, suo figlio e alcuni ex ministri. Stessa linea è stata adottata, su richiesta di Kiev, dall’Austria e dal Liechtenstein.
Il governo di Kiev ha affermato che chiederà alla Russia l’estradizione di Yanukovich in Ucraina. Intanto continua la ricerca nel paese dei fedelissimi dell’ex capo di Stato. La Procura Generale ucraina ha spiccato mandati d’arresto a carico di 10 esponenti del passato regime tra cui Viktor Pshonka, già titolare dello stesso ufficio giudiziario, gli ex ministri dell’Interno e della Giustizia, Valery Zakharchenko e Olena Lukash, come pure Andry Klyuev, a suo tempo responsabile dell’amministrazione presidenziale. Per tutti l’accusa è di concorso in strage, la stessa per la quale è ricercato l’ex presidente Viktori Yanukovich.
VIDEO/ I tennisti per l’Ucraina
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Miliziani filorussi occupano due aeroporti. Dopo l’occupazione di ieri della sede del Parlamento della Crimea, anche oggi la situazione nella pensiola autonoma ucraina rimane tesissima. Questa mattina miliziani filorussi hanno preso il controllo di due aeroporti in Crimea, sede di scontri nei giorni scorsi tra dimostranti filorussi e manifestanti filoeuropeisti collegati alla protesta della Maidan di Kiev.
Si tratta degli scali di Belbek, vicino a Sebastopoli, a pochi passi dal quartier generale della flotta russa in Crimea e dell’aeroporto della capitale Sinferopoli. L’azione sarebbe servita a "prevenire l’arrivo di militanti" filoeuropeisti collegati alla protesta della Maidan. Le autorità ucraine hanno ripreso il controllo degli scali ma la reazione del governo ucraino è stata durissima. "E’ un’invasione militare e un’occupazione", ha scritto su Facebook il ministro dell’Interno Arsen Avakov, che ha puntato il dito subito contro la Russia. Il presidente ucraino, Oleksandr Turchynov, ha convocato un incontro del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dedicato alla situazione in Crimea. Ma la flotta russa si è affrettata a smentire ogni coinvolgimento nell’occupazione.
Intanto una base della guardia costiera ucraina a Sebastopoli è stata circondata da circa 30 soldati della marina russa. Lo riferisce la guardia di frontiera dell’Ucraina. I soldati, appartenenti alla 810esima brigata della flotta russa del mar Nero, hanno spiegato di avere l’ordine di impedire che armi custodite nella base della guardia costiera vengano confiscate da "estremisti". Il ministero della Difesa russo non ha commentato la notizia.
Crimea, occupati due aeroporti
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Usa: "Sostegno totale al nuovo governo". Intanto a a Kiev il nuovo governo incassa il sostegno di Washington. Il vicepresidente americano Joe Biden ha telefonato al neo primo ministro ucraino Arseni Yatseniuk per promettere il "sostegno totale" degli Stati Uniti ai nuovi dirigenti del paese.
Tetto prelievi a mille euro al giorno. L’Ucraina deve far fronte anche alla pesante crisi economica e finanziaria che sta colpendo il paese. Ieri è stato chiesto un prestito da 15 miliardi al Fondo Monetario Internazionale per far fronte al blocco dei finanziamenti russi. Il paese ha bisogno di almeno 35 miliardi di dollari per evitare lo spettro del default. La Banca centrale ucraina ha annunciato oggi di aver limitato a 15 mila grivnie (circa 1.095 euro) il massimale quotidiano dei soldi ritirabili nelle banche del Paese. Una misura presa sullo sfondo delle gravissime difficoltà finanziarie che espongono l’Ucraina al rischio di bancarotta. La divisa nazionale ha perso un quarto del suo valore dall’inizio dell’anno.
CRISI ECONOMICA UCRAINA
MILANO - Deficit di bilancio e commerciale con l’estero, valuta troppo debole, esposizione all’ingombrante vicino russo. Sono questi i punti deboli dell’economia dell’Ucraina, per come vengono messi in fila in un recente report di Sace che fa il punto sullo scenario di Kiev in questi giorni convulsi.
L’ufficio studi della società assicurativa che si occupa proprio di credito, finanziamento e protezione degli investimenti all’estero ha sottolineato come sia concreto il rischio di default del Paese nel breve periodo, qualora non si faccia in fretta a instaurare il governo (le elezioni sono fissate per il 25 maggio) e si normalizzerà la situazione. Il nuovo esecutivo dovrà infatti avere la capacità di adottare le riforme necessarie per accedere agli aiuti internazionali. Il commissario europeo per gli Affari economici, Olli Rehn, ha infatti annunciato la predisposizione di un piano di aiuti da attuare insieme al Fondo Monetario Internazionale.
Stando alle dichiarazioni del Ministro delle Finanze ucraino ad interim, il Paese necessiterà di aiuti per 35 miliardi di dollari nel biennio 2014-2015. In assenza di manovre correttive e di un rapido accordo sul programma di aiuti Ue-Fmi il paese rischia una grave crisi di liquidità, anche in vista del piano di ripagamento del debito estero in scadenza nel 2014 (l’Ucraina dovrà affrontare pagamenti per circa 19 miliardi di dollari), a fronte della scarsa disponibilità di valuta forte (a febbraio 2014 le riserve internazionali
risultano pari a 17 miliardi di dollari) e del congelamento dell’accordo con la Russia. Intanto Arseni Yatseniuk, premier designato per il governo di unità che dovrebbe portare il Paese fino alle elezioni di maggio, ha rilanciato l’allarme bancarotta, definendo se stesso e i ministri dei "kamikaze politici" impegnati in una missione disperata: "Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75 miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi di dollari", ha detto.
Christine Lagarde, numero uno del Fondo monetario, ha detto che nei prossimi giorni una missione sarà a Kiev per un dialogo preliminare con le autorità ucraine. "Le autorità ucraine - ha detto la Lagarde giovedì 27 febbraio - mi hanno informato oggi di una richiesta di sostegno da parte dell’Fmi. Siamo pronti a rispondere e, nei prossimi giorni, invieremo una squadra di inchiesta del fondo a Kiev per intraprendere un dialogo preliminare con le autorità".
Già le agenzie di rating hanno preso atto della situazione e hanno peggiorato il loro giudizio nei confronti del Paese. Il subbuglio della Crimea in scena in queste ore conferma i timori degli esperti di Sace, che già nel loro report paventavano le "pulsioni separatiste" di alcune aree, proprio dove più della metà della popolazione è russa e solo il 25% circa ucraino.
Gli squilibri del bilancio statale ucraino sono lampanti: il deficit nei conti con l’estero è elevato, con un disavanzo delle partite correnti pari al 7,3% nel 2013). Stesso discorso per i conti pubblici, con il deficit pari al -4,1% del Pil l’anno scorso. "Il deficit di parte corrente e l’utilizzo delle riserve per la difesa del tasso di cambio e per il pagamento del debito estero hanno progressivamente drenato le riserve di valuta forte della Banca centrale, pari a circa 17 miliardi di dollari nel febbraio 2014 ed equivalenti a meno di tre mesi di importazioni", spiegano ancora da Sace. A questa situazione di squilibrio si aggiunge il fatto che l’attività economica viene da due anni di stagnazione (+0,1% e +0,3% del Pil rispettivamente nel 2012 e 2013). Tra gli elementi critici, gli esperti aggiungono anche il deprezzamento della valuta locale, che la lasciato sul terreno l’11% circa da inizio anno. Il debito pubblico, intanto, continua a crescere e pur essendo percentualmente basso sul Pil (sotto il 50%) è tornato a salire negli ultimi anni dopo una fase di contrazione.
Quanto alle criticità con il vicino russo, si sottolinea come la decisione di Mosca di congelare il prestito da 15 miliardi di dollari, concordato a dicembre, sia un forte problema per l’Ucraina; anche perché a ciò si aggiunge il rischio che si riveda il taglio del 30% sul prezzo del gas garantito da Gazprom. Il problema per Kiev è la sua assoluta dipendenza dalle scelte del Cremlino, per quanto riguarda l’economia. L’aumento eventuale delle tariffe delle materie prime energetiche non sarebbe sostenibile; inoltre, come temono alcuni, Mosca potrebbe anche decidere di imporre dei dazi alle importazioni, ad esempio di acciaio o sul settore agricolo e alimentare. Anche in questo caso, per l’Ucraina privata del suo principale mercato di sbocco sarebbe una condanna al fallimento.
CORRIERE.IT
Mentre a Mosca ricompare il presidente deposto dell’Ucraina che dice di voler «continuare a lottare», s’infiamma la situazione in Crimea. Dove c’è stato un nuovo blitz: una cinquantina di membri delle forze navali russe ha preso il controllo nella notte di un aeroporto in Crimea, quello di Sinferopoli. Non ci sono stati scontri, ma il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, ha accusato Mosca di «invasione armata» e «occupazione». Uomini armati anche allo scalo di Belbek.
MOSCA NEGA COINVOLGIMENTO - Tuttavia la flotta russa sul Mar Nero, di stanza nella regione, ha negato che le proprie forze siano coinvolte nell’occupazione di almeno uno dei due scali (quello di Belbek) secondo quanto riferito dall’agenzia Interfax. E un uomo che sostiene di aver aiutato il gruppo armato nell’altro scalo ha definito gli assalitori come gente della «Milizia popolare della Crimea».
L’IRA DI KIEV- L’aeroporto di Sinferopoli, scrive Avakov, «è bloccato da reparti militari della flotta russa». «All’interno dell’aeroporto - prosegue - si trovano i militari e le guardie di frontiera ucraini. Fuori ci sono militari in divisa mimetica con armi e senza distintivi, che non nascondono la propria appartenenza». «L’aeroporto - aggiunge - non funziona. Sul perimetro esterno ci sono i posti di controllo del ministero degli interni ucraino. Non ci sono ancora scontri armati».
LA CRISI - Il Parlamento ucraino ha approvato una mozione in cui chiede ai membri del memorandum di Budapest del 1994 (Usa, Gran Bretagna e Russia) di garantire la sovranità e l’integrità territoriale del Paese, «confermando il loro impegno verso l’Ucraina» e lanciando «consultazioni immediate per far abbassare la tensione». Nel memorandum di Budapest, Usa, Gran Bretagna e Russia si sono fatti garanti dell’indipendenza dell’Ucraina in cambio della sua rinuncia alla armi nucleari dopo il crollo dell’Urss. La mozione è stata votata da 230 deputati. Inoltre Kiev ha deciso di chiedere una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu (di cui fa parte anche la Russia) per esaminare la situazione in Crimea, dove sta salendo la tensione .
RISVOLTI ECONOMICI - La banca centrale ucraina ha annunciato oggi di aver limitato a 15 mila grivnie (circa 1.095 euro) il massimale quotidiano dei soldi ritirabili nelle banche del Paese. Una misura presa sullo sfondo delle gravissime difficoltà finanziarie che espongono l’Ucraina al rischio di bancarotta. La divisa nazionale ha perso un quarto del suo valore dall’inizio dell’anno. E l’Austria ha bloccato i conti bancari di 18 ucraini su richiesta del nuovo governo di Kiev. La Svizzera ha già ieri annunciato il congelamento dei conti del presidente ucraino deposto Viktor Yanukovich, che si è rifugiato a Rostov, in Russia, dove è attesa per venerdì pomeriggio una sua conferenza stampa.
LA UE: SERVE MODERAZIONE - L’Unione europea richiama alla moderazione tutte le parti in Crimea e chiede di avviare un dialogo politico per calmare la situazione. Un portavoce della Commissione europea ha sottolineato che «la situazione prima di tutto necessita di una soluzione politica, che va trovata con il dialogo. Chiediamo a tutte le parti e a tutti gli attori di mostrare la massima moderazione» e di «rispettare ora più che mai l’unitá e l’integritá dell’Ucraina». Il portavoce ha ribadito l’accordo di associazione alla Ue offerto all’Ucraina «è sempre sul tavolo». L’Unione europea è «pronta a firmarlo con un governo legittimo» in qualsiasi momento.
YANUCOVICH RICOMPARE A MOSCA - Yanukovich intanto ricompare a Mosca, dove si era rifugiato un paio di giorni fa dopo avere incassato dalla Russia l’assicurazione sulla sua protezione. Durante una conferenza stampa in corso ha detto di voler «continuare a lottare per il futuro dell’Ucraina». ,Il presidente deposto ha sottolineato di non essere stato destituito, ma «costretto a lasciare il Paese dopo le minacce» subite. La crisi in Ucraina, secondo Yanukovich, è stata provocata da una politica occidentale «irresponsabile» che è stata «indulgente» verso i manifestanti. Yanukovich ha insistito sulla «illegittimità» del Parlamento ucraino che ha votato «sotto la pressione dei dimostranti».
«LA CRIMEA NON DEVE STACCARSI» - La Crimea «deve restare parte dell’Ucraina» ha detto Yanukovich per il quale le azioni dei miliziani filo-russi nella penisola autonoma sono una reazione naturale alla presa del potere a Kiev da parte di «banditi, giovani neofascisti» che hanno portato «terrore e caos». Quanto a Putin, «non mi sono incontrato con lui, ma gli ho parlato al telefono dopo essere arrivato in Russia, grazie ad alcuni ufficiali patrioti che mi hanno aiutato a salvare la vita, e ci siamo accordati di vederci quando sarà possibile»:
Si è insediato giovedì a Kiev il nuovo governo guidato da Arseni Iatseniuk, fedelissimo di Iulia Timoshenko. Il vicepresidente americano Joe Biden ha telefonato giovedì al neo primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk per promettere il «sostegno totale» degli Stati Uniti ai nuovi dirigenti del paese. Intanto, dopo una fuga precipitosa, il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovich è riapparso a Rostov, città russa sul Don, dove venerdì terrà una conferenza stampa. Dalla mattina di giovedì le agenzie di stampa russa avevano riportato dichiarazioni di Yanukovich, che chiede alle autorità russe di garantire la sua sicurezza personale e afferma di essere ancora il «legittimo presidente» dell’Ucraina. Yanukovich si è detto «determinato a combattere fino alla fine» per l’attuazione dell’accordo che ha firmato la scorsa settimana a Kiev con i leader dei tre partiti dell’opposizione precisando che «qualsiasi ordine diramato alle forze armate o alle forze di sicurezza che interferisca con gli eventi politici interni è da considerarsi illecito e criminale». Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, si è detto «preoccupato» per gli sviluppi della crisi ucraina e ha ammonito Mosca: «Esorto la Russia a non intraprendere alcuna azione che possa aumentare la tensione o creare incomprensioni ».
IL BLITZ -Intanto sale la tensione tra Kiev e Mosca nel timore di un’intervento nella regione autonoma dell’Ucraina, la Crimea, dopo il blitz armato al Parlamento della Crimea. Militanti russi hanno occupato nella notte tra giovedì e venerdì l’aeroporto di Belbek, v icino a Sebastopoli: lo scalo, di proprietà dell’aeronautica ucraina, è rimasto presidiato per alcune ore «per prevenire l’arrivo di militanti», secondo Interfax. Un’azione che non è piaciuta al ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, che accusa Mosca di «invasione armata». Ieri invece una trentina di persone armate e in divisa mimetica è penetrata nella sede del Parlamento e del governo della Crimea, a Sinferopoli, la capitale. Alcuni manifestanti hanno riferito che gli assalitori sono filo-russi. Indossano nastri di colore nero e arancione, un simbolo russo della vittoria nella seconda guerra mondiale, e hanno esposto uno striscione con la scritta «Crimea è Russia». In risposta alle domande di un giornalista, inoltre, hanno lanciato una granata stordente.
LA BANDIERA - L’irruzione è avvenuta sparando contro i vetri dell’ingresso. Poi i filo-russi hanno tolto dal pennone la bandiera ucraina e hanno issato il tricolore russo, che sventola insieme a quella della repubblica di Crimea. Il blitz è stato confermato anche dall’agenzia di stampa del Parlamento. «Non sembravano volontari o amatori, erano professionisti. Si è trattato chiaramente di un’operazione ben organizzata», ha commentato un attivista pro russo, secondo quanto riporta l’agenzia Ap, che insieme ad altri manifestanti era rimasto accampato la notte scorsa davanti alla sede del Parlamento di Crimea a Sinferopoli, e ha visto gli uomini armati che stamattina presto hanno fatto irruzione nell’edificio. «Non hanno permesso a nessuno di avvicinarsi, hanno preso il controllo dell’edificio e hanno fatto uscire i circa sei poliziotti che si trovavano all’interno», ha raccontato l’uomo, aggiungendo: «Chi sono? Non lo sa nessuno. Sono circa 50-60 persone armate».
TRATTATIVE - Gli occupanti del Parlamento, dopo un primo passaggio, hanno rifiutato ulteriori trattative con il premier spiegando di voler restare nell’edificio per consentire ai deputati locali di riunirsi e di decidere sul futuro della Crimea. I filorussi vogliono un referendum per la secessione dall’Ucraina. Nel frattempo stanno arrivando alcuni deputati e il presidente del parlamento, Vladimir Konstantinov.
KIEV- Il ministro dell’Interno ucraino ad interim, Arsen Avakov, ha messo in allerta le forze di polizia, comprese quelle speciali, dopo la presa del Parlamento e del governo. Via Facebook Avakov, ha precisato di avere preso questa decisione «per fronteggiare lo sviluppo di azioni estremiste» e «scontri armati nel centro della città» ed «evitare un bagno di sangue». Le forze dell’ordine hanno bloccato tutto il quartiere adiacente alla sede del parlamento.
ALTA TENSIONE CON MOSCA - Ma quello che preoccupa è il ruolo che deciderà di giocare Mosca. «Qualsiasi movimento dei militari della flotta russa del Mar Nero in Crimea, fuori delle zone prestabilite dagli accordi bilaterali, sarà valutato come aggressione» ha detto Aleksandr Turcinov, capo del parlamento ucraino e presidente ad interim. Intanto, secondo alcuni osservatori, l’aviazione russa sta pattugliando lo spazio aereo occidentale del Paese dopo lo stato di allerta deciso dal presidente Putin, che è anche comandante delle forze armate.