Maria Serena Natale, Corriere della Sera 28/2/2014, 28 febbraio 2014
SI DICE «TATARI» O «TARTARI»? MEGLIO L’ORGOGLIO DEI «CRIMEANI»
Una lunga storia di intrecci e sovrapposizioni. In origine «Tatar» era la denominazione associata in Occidente ai mongoli di Gengis Khan entrati in contatto con i popoli cristiani e musulmani nel XIII secolo. La definizione è stata poi estesa in maniera indifferenziata alle comunità nomadi di stirpe turca o mongolica dell’Asia centrale che hanno conosciuto molteplici incroci etnici e che in età moderna erano comunemente indicate come «tatari» o «tartari». In riferimento alle popolazioni turche della Crimea come a quelle degli Urali, si è affermata nell’uso la dizione «tatari». Il gruppo oggi denominato «tatari di Crimea» raccoglie l’eredità di popoli stabilitisi nella penisola del Mar Nero in epoche diverse e àncora la propria storia al Khanato di Crimea, uno dei regni fioriti nel XV secolo sulle ceneri del leggendario Khanato dell’Orda d’Oro e annesso nel 1783 alla Russia di Caterina II, quando cominciò la diaspora. Oggi è parere diffuso che una formula più aderente alla specifica identità storica e linguistica della minoranza sarebbe in realtà «turchi di Crimea». Ma come si definiscono i protagonisti filoeuropei degli ultimi scontri? Con orgoglio, «qırımtatarlar» (crimeatatari) o «qırımlar» (crimeani).