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 2014  febbraio 28 Venerdì calendario

KAZAKISTAN, IL LEADER E’ STANCO. GLI CAMBIERA’ NOME


Dov’è il Kazak Eli? Se non lo sapete non vi preoccupate: non siete i soli. Presto però potreste trovarvi a chiamare con questo nome il Paese oggi noto come Kazakistan. L’idea del cambio di nome è frutto della fantasiosa mente del presidente kazako Nursultan Nazarbaev. Il vulcanico politico, al potere da vent’anni, si è infatti convinto che il suffisso «stan» possa nuocere alla fama internazionale del suo Paese, nonché alla consistenza dei flussi turistici. E, di solito, quando Nazarbaev decide qualcosa, la realizza molto molto rapidamente. In passato ha deciso in quatto e quattr’otto che le banconote riportassero sul dorso la sua effigie e che la capitale, Almaty, venisse spostata in altro di Luciana Grosso luogo, un piccolo centro nel deserto, ribattezzato per l’occasione Astana, capitale, appunto.
Nell’attuale nome del Paese, quello che preoccupa Nazarbaev e i suoi sostenitori è l’assonanza con le altre sei nazioni della regione, Pakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Afghanistan, Turkmenistan e Uzbekistan: qualcuno potrebbe confondere il Kazakistan con i suoi vicini, spesso protagonisti di disordini, guerre e dittature. Il solo fatto di avere nel nome il suffisso «stan», che vuol dire terra, richiama nell’immaginario occidentale il timore di grandi spazi pieni di insidie e senza legge.
Ovviamente, date le immense ricchezze di gas e petrolio che richiamano uomini d’affari da tutto il mondo, Nazarbaev non è neppure sfiorato dall’idea che a mettere a disagio i turisti non è tanto il nome, quando l’abbondanza di notizie che approdano sulle pagine dei giornali e parlano di tremenda dittatura, prigionieri politici, la disperata protesta dei minatori soffocata nel sangue. Invece, dice Nazarbaev, guardate la Mongolia, che piace tanto agli stranieri: deve il suo successo al nome, originale, senza nessuno «stan».
Sono proprio equivoci e assonanze come questa che Nazarbaev intende fugare per sempre ribattezzando il suo Paese con un nome più dolce il cui significato non sarebbe più «terra dei kazaki», ma «nazione dei kazaki». Allora sì, attirato da un nome più eufonico, il turismo crescerebbe.