Loretta Napoleoni, il Venerdì 28/2/2014, 28 febbraio 2014
ECCO PERCHE’ IL PESCE E’ CARO (ANCHE QUELLO D’ALLEVAMENTO)
Quest’anno mangeremo più pesce di allevamento che selvaggio, quello cresciuto e pescato in mare o nei fiumi. Il motivo è presto detto: da oltre un decennio la domanda ittica mondiale aumenta a un ritmo che oscilla tra il 5 e il 10 per cento annuo, i responsabili sono in primis i Paesi in via di sviluppo, man mano che si arricchiscono cresce la voglia di mangiare pesce. L’industria ittica di allevamento è nata anche per soddisfare i nuovi bisogni alimentari dei mercati emergenti e finora è riuscita a mantenere un certo equilibrio tra domanda e offerta, equilibrio, ahimè, che molti ormai considerano precario. Il pianeta mangia pesce a un ritmo molto più elevato di quello della riproduzione, anche nell’allevamento. Secondo le previsioni, l’allevamento ittico aumenterà ancora di un 14 per cento prima di raggiungere il massimo della capacità, a meno che non si verifichi un cambiamento radicale, come una rivoluzione tecnologia che permetta di rimuovere l’ostacolo maggiore: per produrre pesce bisogna usare come alimento principale il pesce. Prendiamo il salmone, forse il pesce più gettonato al mondo, la dieta di quello di allevamento deve contenere una certa quantità di Omega 3, che si trova principalmente nei pesci dell’America Latina, che iniziano a scarseggiare. Questo spiega perché dal 2013 il costo del salmone è in netto aumento (8 dollari al chilo per quello esportato dalla Norvegia, il più grande produttore al mondo). Ora la Monsanto sta studiando la possibilità di estrarre Omega 3 dalla soia, e altre multinazionali sperimentano l’utilizzo delle alghe. Una cosa è certa: finché qualcuno non trova la formula giusta, il prezzo del salmone continuerà a salire.