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 2014  febbraio 27 Giovedì calendario

LA CASA? UN VERO HORROR


adesso sono passati otto anni, e Simon (pronuncia all’inglese che gli ricorda gli anni passati in Sudafrica con il padre giocatore di rugby) una strada la sta trovando: dopo Le tre rose di Eva, ha girato una nuova fiction Mediaset, che si vedrà in autunno e che inizia a raccontare: «Si intitola Solo per amore, ho un ruolo positivo, e sono il fratello di Antonia Liskova, poi il bambino di lei viene rapito...».
Siamo già in tema. Simon adesso si è ribattezzato Grechi, ma nel 2006 era ancora Simone Falsaperla, concorrente del Grande fratello, da cui è uscito proprio alla fine, battuto da Augusto De Megni, che da bambino era stato rapito sul serio. «Oddio, neanche ci avevo pensato», si scusa lui.
Potremmo chiamarla rimozione. Per Grechi/Falsaperla l’esperienza nella «Casa» – che adesso riapre, con una nuova edizione condotta, come allora, da Alessia Marcuzzi – non è stata facile. Bello e biondo, 34 anni: oggi le ragazze che lo fermano per una foto lo riconoscono per Le tre rose e questo gli fa piacere. Ma allora era tutta un’altra faccenda.

Com’era finito nel Grande fratello?
«A 16 anni ho cominciato facendo il modello, vivevo in giro per il mondo, ma era una vita che non ho mai sentito mia. Poi, mi innamorai di una modella e lei mi chiese: perché non fai un provino per questa trasmissione? C’è da guadagnare ed è un modo per restare in Italia. Io volevo mettere radici. Il Grande fratello però non lo conoscevo».
Però, la presero subito.
«La mia ragazza, oggi ex, era strafelice. Io confuso, ma c’era un milione d’euro in palio. Non pensavo di vincere, però... Sono andato a Roma per i colloqui, lì mi hanno sequestrato in albergo, tolto il cellulare, non potevo nemmeno uscire. Immagino che chi gestisce il programma provi una libido rara nel sentirsi totalmente padrone».
Perché l’hanno scelta, secondo lei?
«Volevano uno irrequieto, io ho sempre viaggiato e sono piuttosto ribelle».
All’entrata, che cosa ha provato?
«Paura».
Problemi?
«Faceva un caldo pazzesco, che loro pilotano apposta: la temperatura alta determina comportamenti più esuberanti».
Oltre al caldo?
«Di solito io vado in giro senza orologio, ma lì non sai mai che ora è, e questo a lungo termine è terribile, dà un totale disorientamento psicologico, che ti porta al loro gioco, cioè la malleabilità».
Che cosa le chiedevano di fare?
«Ben poco».
Non c’era un canovaccio da recitare?
«No. Sono rimasto dentro 99 giorni: neanche Servillo ce l’avrebbe fatta a recitare tutto quel tempo, 24 ore al giorno. Ho tenuto duro, finché ho preso una sedia di plastica e l’ho tirata contro due concorrenti».
È difficile credere che non sia finzione.
«È il montaggio a falsificare la realtà, estrapolando dal flusso frasi, comportamenti».
Che cosa serve per vincere?
«Vince chi rimane più concentrato».
È un po’ come sopravvivere al servizio militare?
«Il militare è più formativo: il suo scopo non è eliminare un avversario».
Gli altri com’erano? Nella sua edizione c’era anche Laura Torrisi.
«Lei è una brava ragazza. Altri andavano lì per la fama. Io stavo chiuso in me stesso, ero fidanzato, non intendevo tradire la mia ragazza. Comunque, alla fine ho perso il contatto con la realtà: quello diventa il tuo mondo, è come essere in apnea per 99 giorni».
Le mancavano le notizie dal mondo?
«Chiedevo sempre giornali. Quando mi hanno levato persino il Porta Portese, rivista di annunci, incidevo con un coltello disegni e nomi sul tavolo, mi hanno tolto anche quello, e allora stavo a guardare il soffitto».
Alessia Marcuzzi com’era?
«Con me sono convinto abbia avuto un occhio di riguardo».
Quando è uscito, che cosa è successo?
«È stato come evadere da una prigione, ma è stato anche il momento peggiore. Il primo periodo non riuscivo ad alzare le serrande di casa, i vicini mi osservavano. Così, ti costruisci una cuccia, ti fai avvicinare solo dagli intimi».
Economicamente?
«Era dura. Sono tornato a Milano e non potevo più fare il mio lavoro: ero troppo commerciale per i miei clienti della moda. Avevo perso la mia unica sicurezza».
Non ha fatto serate?
«Solo una, 3.000 euro: mi servivano, ma non riesco a prendere soldi per non fare nulla. Poi per fortuna feci un provino, per Carabinieri, e mi presero».
E l’amore?
«Lei aveva avuto un altro. Provammo a ricostruire, ma non ce la feci. Tornai a Milano, e devo ringraziare Valentino, l’unico che mi fece lavorare».
Se non avesse fatto il Gf?
«Non mi sarei mai trovato con le spalle al muro, e quindi forse non avrei avuto il coraggio di buttarmi e fare l’attore. In qualche modo, mi ha rafforzato».
Guarderà la nuova edizione?
«Non l’ho mai fatto. Però sarei curioso di sapere chi crede ancora alla fata in questo periodo di crisi».

Marina Cappa

adesso sono passati otto anni, e Simon (pronuncia all’inglese che gli ricorda gli anni passati in Sudafrica con il padre giocatore di rugby) una strada la sta trovando: dopo Le tre rose di Eva, ha girato una nuova fiction Mediaset, che si vedrà in autunno e che inizia a raccontare: «Si intitola Solo per amore, ho un ruolo positivo, e sono il fratello di Antonia Liskova, poi il bambino di lei viene rapito...».
Siamo già in tema. Simon adesso si è ribattezzato Grechi, ma nel 2006 era ancora Simone Falsaperla, concorrente del Grande fratello, da cui è uscito proprio alla fine, battuto da Augusto De Megni, che da bambino era stato rapito sul serio. «Oddio, neanche ci avevo pensato», si scusa lui.
Potremmo chiamarla rimozione. Per Grechi/Falsaperla l’esperienza nella «Casa» – che adesso riapre, con una nuova edizione condotta, come allora, da Alessia Marcuzzi – non è stata facile. Bello e biondo, 34 anni: oggi le ragazze che lo fermano per una foto lo riconoscono per Le tre rose e questo gli fa piacere. Ma allora era tutta un’altra faccenda.

Com’era finito nel Grande fratello?
«A 16 anni ho cominciato facendo il modello, vivevo in giro per il mondo, ma era una vita che non ho mai sentito mia. Poi, mi innamorai di una modella e lei mi chiese: perché non fai un provino per questa trasmissione? C’è da guadagnare ed è un modo per restare in Italia. Io volevo mettere radici. Il Grande fratello però non lo conoscevo».
Però, la presero subito.
«La mia ragazza, oggi ex, era strafelice. Io confuso, ma c’era un milione d’euro in palio. Non pensavo di vincere, però... Sono andato a Roma per i colloqui, lì mi hanno sequestrato in albergo, tolto il cellulare, non potevo nemmeno uscire. Immagino che chi gestisce il programma provi una libido rara nel sentirsi totalmente padrone».
Perché l’hanno scelta, secondo lei?
«Volevano uno irrequieto, io ho sempre viaggiato e sono piuttosto ribelle».
All’entrata, che cosa ha provato?
«Paura».
Problemi?
«Faceva un caldo pazzesco, che loro pilotano apposta: la temperatura alta determina comportamenti più esuberanti».
Oltre al caldo?
«Di solito io vado in giro senza orologio, ma lì non sai mai che ora è, e questo a lungo termine è terribile, dà un totale disorientamento psicologico, che ti porta al loro gioco, cioè la malleabilità».
Che cosa le chiedevano di fare?
«Ben poco».
Non c’era un canovaccio da recitare?
«No. Sono rimasto dentro 99 giorni: neanche Servillo ce l’avrebbe fatta a recitare tutto quel tempo, 24 ore al giorno. Ho tenuto duro, finché ho preso una sedia di plastica e l’ho tirata contro due concorrenti».
È difficile credere che non sia finzione.
«È il montaggio a falsificare la realtà, estrapolando dal flusso frasi, comportamenti».
Che cosa serve per vincere?
«Vince chi rimane più concentrato».
È un po’ come sopravvivere al servizio militare?
«Il militare è più formativo: il suo scopo non è eliminare un avversario».
Gli altri com’erano? Nella sua edizione c’era anche Laura Torrisi.
«Lei è una brava ragazza. Altri andavano lì per la fama. Io stavo chiuso in me stesso, ero fidanzato, non intendevo tradire la mia ragazza. Comunque, alla fine ho perso il contatto con la realtà: quello diventa il tuo mondo, è come essere in apnea per 99 giorni».
Le mancavano le notizie dal mondo?
«Chiedevo sempre giornali. Quando mi hanno levato persino il Porta Portese, rivista di annunci, incidevo con un coltello disegni e nomi sul tavolo, mi hanno tolto anche quello, e allora stavo a guardare il soffitto».
Alessia Marcuzzi com’era?
«Con me sono convinto abbia avuto un occhio di riguardo».
Quando è uscito, che cosa è successo?
«È stato come evadere da una prigione, ma è stato anche il momento peggiore. Il primo periodo non riuscivo ad alzare le serrande di casa, i vicini mi osservavano. Così, ti costruisci una cuccia, ti fai avvicinare solo dagli intimi».
Economicamente?
«Era dura. Sono tornato a Milano e non potevo più fare il mio lavoro: ero troppo commerciale per i miei clienti della moda. Avevo perso la mia unica sicurezza».
Non ha fatto serate?
«Solo una, 3.000 euro: mi servivano, ma non riesco a prendere soldi per non fare nulla. Poi per fortuna feci un provino, per Carabinieri, e mi presero».
E l’amore?
«Lei aveva avuto un altro. Provammo a ricostruire, ma non ce la feci. Tornai a Milano, e devo ringraziare Valentino, l’unico che mi fece lavorare».
Se non avesse fatto il Gf?
«Non mi sarei mai trovato con le spalle al muro, e quindi forse non avrei avuto il coraggio di buttarmi e fare l’attore. In qualche modo, mi ha rafforzato».
Guarderà la nuova edizione?
«Non l’ho mai fatto. Però sarei curioso di sapere chi crede ancora alla fata in questo periodo di crisi».