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 2014  febbraio 27 Giovedì calendario

SCELGO SOLO UOMINI BELLI


«Ho sempre saputo che sarei andata via dalla Sicilia». Miriam Dalmazio, 26 anni, ha la pelle diafana, i capelli rossi e una malinconia depositata in fondo agli occhi nocciola che ha origini lontane. Racconta che è stato proprio il suo aspetto, da siciliana atipica, a colpire Checco Zalone e Gennaro Nunziante, il regista di Sole a catinelle, film che ha sbancato il botteghino a Natale e le ha cambiato la vita.
Attrice soprattutto di serie televisive (Che Dio ci aiuti 1 e 2 con Elena Sofia Ricci, Come un delfino con Raoul Bova), da quel provino le si sono spalancate le porte del cinema: prima si è aggiudicata un ruolo in Una donna per amica, l’ultimo film di Giovanni Veronesi; poi, quello dell’amante di Luca Zingaretti in Maldamore (in sala dal 13 marzo). Il film racconta la storia di due coppie (gli attori sono Luca Zingaretti, Ambra Angiolini, Alessio Boni e Luisa Ranieri) che scoprono per caso i reciproci tradimenti. La Dalmazio avrà finalmente l’occasione di mostrare tutta la sua bellezza: la vedremo maggiorata e super sexy. Nel ruolo dell’amante dell’Angiolini invece c’è Eugenio Franceschini, giovane attore sempre più richiesto e «compagno di scuola» di Miriam al Centro sperimentale di Roma.
Che effetto le ha fatto recitare nel ruolo dell’amante di Zingaretti?
«All’inizio ero un po’ inibita, è pur sempre il commissario Montalbano. E poi ha contato anche il suo modo di fare: era molto sulle sue. Questa cosa mi ha fatto soffrire, mi sono un po’ chiusa».
Non sarà stato freddo perché sul set c’era anche la moglie, Luisa Ranieri? Non avrà voluto ingelosirla.
«Non avevo scene con lei. E l’unica volta che l’ho vista mi ha detto: “Sei una giovane Gerini”».
La Gerini tra l’altro fa parte del cast. Per lei è il primo ruolo da sensualona?
«Sì. Già per il provino mi ero calata nella parte: tacchi 12, minigonna inguinale, capelli gonfi. Poi sul set mi hanno messo addirittura l’imbottitura nel reggiseno, volevano una maggiorata».
Di carattere, nella vita, lei com’è?
«Riservata. Da bambina, a Palermo, giocavo da sola, ero più matura della mia età. Sarà che sono la quarta figlia, con mia sorella più grande ho 15 anni di differenza. Sono arrivata quando i miei pensavano di non avere altri bambini – mia mamma aveva 40 anni, mio padre quasi 50 –, tra l’altro in un periodo di grandi difficoltà economiche. Mia madre è stata coraggiosa a non abortire. Lei dice sempre che in realtà ho portato fortuna».
Racconti.
«Mio padre era un imprenditore di successo nel campo delle costruzioni, i miei hanno sempre vissuto nell’agiatezza. Poi c’è stata una débâcle finanziaria e il loro tenore di vita è cambiato drasticamente. Io sono l’unica figlia a essere nata quando già erano in ristrettezze, ma dopo il mio arrivo mio padre ha ritrovato lavoro come geometra e le cose sono migliorate».
Non sarà stato facile per la sua famiglia vivere quel cambiamento.
«Nessuno ne parla mai. In casa non siamo abituati a comunicare, a manifestare i sentimenti. Però fin da piccola amavo immaginare la mia casa, quella che mi sarei costruita, con la mia famiglia, con una stanza tutta mia. Visualizzavo perfino i dettagli».
Come è diventata attrice?
«Per caso. Per mia madre esisteva solo la scuola e poi a casa, non ho mai fatto nessuna attività pomeridiana. In Tv vedevo Amici, il programma di Maria De Filippi, tutti quei ragazzi che ballavano e cantavano, e avevano la possibilità di studiare per migliorarsi. Non sognavo di essere al loro posto, non ho il carattere per partecipare a un reality, ma iniziai a copiare i loro testi e poi li recitavo a casa con le mie amiche».
Al palcoscenico come ci è arrivata?
«Dopo la maturità andai a lavorare nei villaggi Valtur e come fotomodella. Un giorno una ragazza mi chiese di accompagnarla al provino per la soap opera che si girava a Termini Imerese, Agrodolce. E i responsabili del casting insistettero perché facessi l’audizione anch’io. Alla fine scelsero me: da allora la mia amica non mi parla più».
Quando ha deciso di andare a Roma per entrare al Centro sperimentale?
«Mi ha spinto la coach che mi seguiva sul set di Agrodolce, io non sapevo nemmeno che cosa fosse. I primi tempi a Roma non sono stati facili; i miei mi hanno educato a non avere grilli per la testa, in casa tutti fanno lavori normali, chi l’impiegata, chi il militare, quindi dovevo mantenermi da sola. Se frequenti la scuola, poi, non puoi lavorare né fare provini. Al terzo anno del corso però mi presero per la serie Che Dio ci aiuti: al Centro non ebbero cuore di dirmi di no. Mi sono diplomata tra la prima e la seconda stagione. Di cinema però non se ne parlava, ero considerata troppo televisiva. Fino al provino con Checco».
In quel film lei era la moglie di Zalone, un personaggio abbastanza dimesso.
«Infatti la gente per strada non mi riconosce, mi dicono che sono completamente diversa. Ma a Zalone è piaciuta proprio la mia semplicità. Erano circolati anche nomi grossi per il mio ruolo ma non voleva una che se la tirasse».
Ha un fisico più irlandese che siciliano. Il suo rosso è naturale?
«No, di natura sarei castana. Mi sono fatta ramata poco prima di Sole a catinelle, lo rimarrò per sempre».
I suoi ora sono contenti della carriera che sta facendo?
«Sì, anche se non è gente che si vanta. Mia mamma non mi ha mai detto né sei brava, né sei bella, e anche se oggi la devo ringraziare per questo, all’epoca un po’ ci soffrivo. Preferisce che faccia televisione, andare al cinema la stanca, ha una certa età».
Al cinema però le toccherà andare in questi giorni: ha due film in sala, quello di Veronesi e quello di Longoni.
«In Una donna per amica in realtà ho un piccolo ruolo: sono la moglie di Fabio De Luigi, che pur essendo innamorato del personaggio interpretato da Laetitia Casta, sposerà me perché gliela ricordo. Maldamore è una commedia che sembra cinica ma in realtà mette in luce delle fragilità umane. La fine del film fa intuire che il lupo perderà il pelo ma non il vizio».
Con gli uomini lei nella vita come si comporta?
«Ho avuto pochi fidanzati, mirati e scelti. Da ragazzina ero vista come bella e inaccessibile, avevo le mie idee: a 15 anni lasciai un ragazzo bello e innamorato perché mi sentivo patetica a essere la fidanzatina, volevo bastare a me stessa. A 18 anni ho preso la mia prima batosta: un ragazzo bello e cretino che si è burlato di me. Sapevo di essere innamorata della sua bellezza, lo tenevo d’occhio da anni. Lui aveva tutte ai suoi piedi, compresa me, e mi ha distrutta: ha baciato un’altra davanti ai miei occhi, mi ha mancato di rispetto».
Storie più recenti?
«Un uomo molto più grande di me, a 20 anni, quando ero già a Roma. Siamo stati insieme tre anni, mi ha insegnato molto della vita, lo ricordo con molta tenerezza».
Ora è single?
«No, sto con Paolo, un imprenditore di 38 anni. Una storia bella e anche seria, con lui potrei pensare di mettere su famiglia, al momento opportuno».
Non è geloso del suo lavoro?
«No, al contrario, mi pare orgoglioso di me, e le volte che mi ha visto baciarmi sul set con un altro non era infastidito. Sono più gelosa io, anche se non lo do a vedere, anche perché è bellissimo».
Tutti belli se li sceglie. È anche ricco?
«Anche: è l’uomo perfetto».