Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 03 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO MARINO


REPUBBLICA.IT
Prima lo scontro acceso, poi prove di disgelo e nel pomeriggio l’annuncio tanto sperato dal sindaco Marino: "Domani il decreto Salva Roma va in Consiglio dei ministri" annuncia il premier Renzi alla direzione del Pd, ribadendo però che il sindaco della Capitale "deve cambiare tono".
Si stempera così la tensione attorno al Salva-Roma dopo il ritiro del provvedimento da parte del governo, ieri, e lo sfogo, questa mattina su tutti i mezzi di comunicazione, del sindaco della Capitale Ignazio Marino. "Da domenica blocco la città. Le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani invece no" aveva esordito in mattinata il primo cittadino in un’intervista a ’Mix24’. E ancora: "I romani sono arrabbiati e hanno ragione, dovrebbero inseguire la politica con i forconi".
Toni forti che a metà mattinata avevano provocato "l’irritazione di Palazzo Chigi". "Il governo sta lavorando per risolvere con urgenza un problema non creato da noi", spiegavano fonti dell’esecutivo, aggiungendo che tra premier e sindaco c’era stata una telefonata "energica" anche se poi il presidente del consiglio Matteo Renzi avrebbe assicurato al sindaco il proprio impegno per risolvere l’empasse. "Matteo Renzi mi ha assicurato che stanno lavorando in queste ore nella direzione di un decreto legge - ha poi precisato Marino - Renzi è una persona seria, con una grande conoscenza di questi temi, e sono sicuro che quello che mi ha detto è vero. Se, come il presidente del Consiglio ha affermato, domani avremo un nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri esso sarà subito operativo. Renzi mi ha rassicurato sul fatto che egli stesso è al lavoro con Graziano Delrio per risolvere questo problema: io non voglio una soluzione temporanea o qualche danaro per riparare qualche buca - ha concluso - ma soluzioni strutturali che permettano a Roma di svolgere il proprio ruolo di Capitale d’Italia". E per questo è stato aperto un tavolo tecnico al Ministero dell’Economia e al più presto il dossier tornerà a Palazzo Chigi che prevede un’approvazione in tempi rapidi. "Ma i toni che ha usato il sindaco di Roma sono stati inammissibili", questo il senso della telefonata di Renzi a Marino.
Un colloquio che poi, alla fine, avrebbe in parte rassicurato il sindaco: ’’Ho grande fiducia in Matteo Renzi con il quale qualunque colloquio è sempre stato sereno, puntuale grazie anche a quel suo modo di parlare e di fare battute che rendono sempre piacevole una conversazione’’.
In mattinata, Marino, furioso, aveva aggiunto: "Sono veramente arrabbiato, anche i romani sono arrabbiati e hanno ragione, qui bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il Villaggio Olimpico, ma si può continuare a governare così la Capitale? Non è più il periodo delle chiacchiere, è il periodo dei fatti".
"Si è mai sentito a Washington o a Parigi qualcuno che dice ’speriamo venga Nerone a bruciare la Capitale?’ Così direbbero i francesi o gli inglesi della loro Capitale?" ha poi dichiarato a Radio 24, aggiungendo: "Qui non si tratta di un gioco, ma della capitale d’Italia". "Il governo deve darci gli strumenti legislativi per poter risanare una volta per tutte la città, io non chiedo soldi - ha precisato il primo cittadino - Quello che la stampa chiama ’Salva Roma’ altro non è che il "tesoro" di soldi dei romani che a loro deve essere restituito".
E ancora: "Con i soldi che abbiamo in bilancio in questo momento io posso fare la manutenzione su ogni strada ogni 52 anni e pulire un tombino ogni 24 anni, e a Roma i tombini sono 500 mila". Quindi "se non dovessero arrivare i soldi per Roma ’non sarò io a bloccare la città, sarà la capitale a fermarsi da sola. Se io non ho lo strumento per prendere decisioni sul bilancio, in questo momento non posso procedere ad alcuna erogazione di denaro. Fino a quando mi sono insediato io nessuna delle sedi diplomatiche della nostra città ha mai pagato la tassa sulla raccolta dei rifiuti. E chi l’ha pagata? I cittadini romani con le loro tasse. Dal momento in cui mi sono insediato abbiamo lavorato con il ministero degli Esteri e 91 sedi diplomatiche hanno accettato il mio invito a pagare. Però è la prima volta da quando esiste Roma Capitale. Io non sono mago Zurlì e non posso cambiare la città in cinque mesi. Posso farlo, però, in cinque anni".
Dai bus fermi agli asili chiusi: cosa rischia la Capitale
Quanto alle possibili dimissioni, il sindaco ha ribadito: "Se il mese prossimo debbo non pagare gli stipendi, vendere l’Acea, fermare il trasporto...allora sì, io non faccio il commissario liquidatore. Diciamolo con chiarezza - ha spiegato - per marzo molti servizi sono a rischio: non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria".
"Nelle prossime ore - ha poi aggiunto - mi sottoporranno i provvedimenti in forma scritta e su quello si giudicherà. Quanto agli equilibri in Campidoglio, Marino, replicando alla deputata 5 Stelle Roberta Lombardi che aveva parlato di spaccature profondissime tra sindaco e maggioranza, ha detto: "Il Pd è tutto con me. Chi ha danneggiato Roma ed è contro la Capitale d’Italia sono la Lega e M5s dovrebbero restare seduti quando c’è l’Inno di Mameli, non sono degni di alzarsi in piedi".
E ancora. "Dobbiamo considerare che Roma è la nostra Capitale e come tale ha delle spese che altre città non hanno" ha detto poi a Radio Radio "Tutte le manifestazioni a Roma sono circa 400-500 all’anno, dobbiamo fare una legge per cui il ruolo di capitale per le manifestazioni è Varese?"
Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni allo sfogo di Marino. "Parole da irresponsabile. Prima Roma se ne libera, meglio è" ha commentato Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera dei deputati, a SkyTg24. Di diverso avviso
Marco Causi, deputato Pd, vicepresidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale ed ex assessore al Bilancio di Roma: "La troppa superficialità da parte non solo dei 5Stelle ma anche di Scelta Civica: una città non sta in piedi se si vende tutto e si chiudono tutti i servizi pubblici. Il rischio che la città vada a gambe all’aria credo sia molto chiaro da ieri anche al Governo". E sempre su SKyTg 24 HD la storia di copertina si è incentrata sulle storie di ordinaria malagestione dei fondi della viabilità nel Comune di Roma e sugli imbrogli nel rifacimento delle strade, con l’assessore della giunta capitolina Paolo Masini che ha garantito che "su questo malaffare stiamo cambiando tutte le regole".

DAGOSPIA
Che sta succedendo a Roma? Cosa c’è dietro le esternazioni del nuovo "Marino furioso?" Come mai raccoglie solo ora l’assist che Alfio Marchini gli aveva offerto a fine novembre opponendosi in modo eclatante all’approvazione del bilancio 2013 e denunciando lo stato di default della Capitale?
Semplice, Marino ha finalmente capito che ormai lo scontro con la sua maggioranza avrà un solo vincitore. E tutto lascia presagire che non sarà lui. Infatti nelle prossime settimane o il Sindaco si piegherà ad un rimpasto con un nuovo accordo su deleghe e ruoli nel governo della città oppure prima o poi a seconda del calendario elettorale nazionale, la maggioranza lo farà saltare non essendo più in grado di reggere nella città la paralisi di questi nove mesi.
È il tipico caso di una morte annunciata alla quale Marino sta cercando di sfuggire prima che sulle sue spalle ricada tutto il peso del disastro di venti anni di consociativismo che dopo il primo Rutelli ha via via soffocato Roma.
Marino ha atteso questi giorni sperando che con il governo Renzi lo spartito potesse cambiare. Così non è stato e non potrà essere. Renzi ha già troppi fronti aperti e una popolarità da consolidare dopo lo strappo con Letta per permettersi di mettere la faccia sul disastro della sindacatura Marino.
Ecco qui spiegata la reazione rabbiosa del Sindaco al gelo di Palazzo Chigi ed ecco perché oggi, ospite da Minoli, il sindaco ha osato minacciare la "chiusura della città", aizzando i romani a prendere i forconi contro la politica....come se lui senatore prima e miracolato poi dai partiti nelle ultime elezioni comunali non fosse politica con la P maiuscola!
Quale sarà l’epilogo? Con le dichiarazioni di oggi Marino ha imboccato una strada senza ritorno lanciando a Renzi un vero e proprio ultimatum. Se otterrà ciò che pretende avrà indebolito l’immagine vincente e decisionista di Renzi e avrà più forza nella battaglia finale con la sua maggioranza. Se non otterrà ciò che vuole si sfilerà a testa alta prima che la marea lo abbia sommerso....