Andrea Montanari, MilanoFinanza 27/2/2014, 27 febbraio 2014
L’ESPRESSO È IN UTILE, RIDUCE IL DEBITO E RIFÀ REPUBBLICA
Il risultato è modesto (3,7 milioni), in drastico calo rispetto all’anno precedente (-83%), e anche inferiore alle stime degli analisti (4,5-8 milioni), ma permette pur sempre al Gruppo L’Espresso di chiudere il 2013 in utile. Un segnale comunque confortante per l’azienda, che non prevede un 2014 entusiasmante per il settore: «La visibilità resta limitata perché molto dipendente dall’evoluzione del mercato pubblicitario, su cui si registrano dei segnali incerti», si legge nell’ultimo paragrafo del comunicato relativo ai conti dello scorso anno, diramato ieri. A livello generale pesano il calo a doppia cifra della raccolta pubblicitaria (-15,4%) e quello delle diffusioni (-5,8%), oltre ai costi del piano di ristrutturazione (16,8 milioni) che hanno inciso negativamente sui margini. In sostanza, la casa editrice presieduta da Carlo De Benedetti e guidata dall’amministratore delegato Monica Mondardini ha chiuso il 2013 con un fatturato di 711,6 milioni (-12,4%), un mol di 63,5 milioni (-38%), un ebit di 31,3 milioni (-48,2%) e appunto profitti per 3,7 milioni, rispetto ai 21,7 milioni del 2012. Sul versante patrimoniale, invece, il debito è calato di 35 milioni a quota 73,5 grazie all’attenta gestione aziendale (i costi sono diminuiti del 9,6%) e al cash flow. Cresce invece il patrimonio netto salito da 557,7 a 562,2 milioni.
Visto il risicato saldo di gestione e il pericolo di affrontare un 2014 alquanto complicato («l’evoluzione della pubblicità per la carta stampata rimane critica», recita il comunicato), per il secondo anno consecutivo i vertici dell’Espresso hanno deciso di non distribuire il dividendo ai soci. E per questo il titolo a Piazza Affari ha chiuso con un segno meno a 1,84 euro (-1,7%).
Sul piano degli organici, la razionalizzazione impostata anni fa ha visto nel 2013 uscire dall’azienda 111 dipendenti, che ora sono 2.425. E su questo fronte un’altra novità di giornata è il via libera dell’assemblea dei redattori di Repubblica, con 334 voti favorevoli e 26 contrari, al piano di prepensionamenti per 58 giornalisti, a fronte dei quali l’azienda si è impegnata ad assumerne altri 12 nei prossimi anni. E proprio per l’ammiraglia del gruppo (leader in Italia per numero di lettori, Gazzetta dello Sport esclusa, e vendite nette in edicola davanti al Corriere della Sera) è in arrivo un ambizioso progetto di rinnovamento e ammodernamento grafico, editoriale e multimediale, al quale stanno lavorando il direttore Ezio Mauro e Angelo Rinaldi, vicedirettore e art director della testata, e che prevederà per l’online anche la formula a pagamento per alcune sezioni del sito. Anche perché le versioni digitali del giornale a fine 2013 hanno superato la soglia dei 75 mila abbonati. Infine, prosegue il progetto di integrazione dei multiplex di ReteA con quelli di TiMedia. Una newco alla quale guardano con interesse, per un possibile ingresso nel capitale, i fondi Cvc, F2i e Clessidra.