Enrico Verga, Libero 27/2/2014, 27 febbraio 2014
LA CINA NEL CLUB CHE FISSA IL PREZZO DELL’ORO
Chi decide il prezzo di oro e argento a Londra è un gruppo di 5 banche: Deutsche, Scotia-Mocatta, Barclays, Hsbc e Société Générale. Il sistema di decisione dei prezzi risale al 1919 e si è mantenuto pressoché inalterato nel tempo. Essere uno dei cinque che decidono i prezzi ovviamente apre ad uno scenario di opportunità, alcune più preoccupanti di altre per gli equilibri mondiali delle due valute di riserva, come spesso vengono considerati il metallo bianco e quello giallo. Stando alle informazioni derivate dal London Bullion Market Association, il volume di trading giornaliero in oro è circa 240 miliardi di dollari. La maggior parte di questo flusso di denaro non è trattato in prodotto, lingotti, ma in derivati, prodotti legati all’oro come gli Etf (soluzioni disponibili per speculare sul prezzo del metallo giallo anche per gli investitori italiani). A gennaio la Deutsche Bank ha annunciato che uscirà dal club. Una decisione importante poichè lascia spazio per un candidato. Differenti fonti (dalla Reuters al quotidiano di Commoditymining. com) riportano la possibilità che il posto venga preso dall’alleanza tra la Standard Bank sudafricana e la Industrial and Commercial Bank of China, in sigla Icbc.
«La Standard Bank è nella posizione di poter acquisire il posto vacante, lo vuole e gli altri membri sono favorevoli», ha dichiarato un analista senior di oro alla Reuters. «È solo un fatto di definire il prezzo della posizione».
L’ultima volta che un seggio è rimasto vacante è stato nel 2004 quando Rothschild & Sons lo ha ceduto alla Barclays. La Industrial Bank è una della più grandi banche a livello mondiale per valore di mercato e valori gestiti. La sua presenza nel mercato dell’oro è andata crescendo rapidamente a partire dal 2009 quando ha creato un dipartimento metalli preziosi. Circa un anno fa la banca cinese annunciò l’acquisto del branch inglese della Standard Bank, l’unità che si occupava delle commodity, di cui già possedeva il 20% delle azioni. I cinesi pagheranno circa 765 milioni di dollari per il 60% della filiale londinese della banca sudafricana. Questa operazione consentirà al gruppo cinese di accedere a una rete operativa per le commodity, il credito e il trading forex con attività in tutti i maggiori hub inclusi New York, Hong Kong, Tokyo e Shanghai.
Il colosso cinese, che possiede oltre 4 milioni di clienti business e serve oltre 410 milioni di clienti retail, ha un opzione di cinque anni per comprare un altro 20% della Standard Bank fino a un totale di 500 milioni di dollari in liquidità.
Jianqing Jiang, il presidente della Industrial Bank, ha dichiarato «la crescente importanza di commercio nel settore delle commodity e la conseguente relazione con la crescita economica cinese impongono alle banche cinesi una trasformazione per adeguarsi alle nuove sfide del mercato».
In ottobre 2013 il governo inglese ha reso più agevole per le banche cinesi e agli investitori in genere operare nella nazione e la stessa Londra è la città, fuori della Cina, con le più importanti attività di trading in renminbi.
L’importanza del mercato di oro e derivati è evidenziata anche da una recente inchiesta condotta dalla Financial Conduct Authority inglese che mira a comprendere se il «4 pm London Fix» (il secondo aggiornamento del valore dell’oro sulla borsa londinese, calcolato appunto alle quattro del pomeriggio) sia stato in qualche modo influenzato direttamente o indirettamente attraverso sistemi di messaggistica istantanea fra i trader e gli operatori delle cinque banche. Nel 2013 alcuni manager della Deutsche Bank a New York erano stati licenziati per aver discusso temi di rilievo sulle quotazioni con operatori esterni alla banca.
Lo scenario di una banca Brics all’interno del ristretto club dell’oro pone degli scenari interessanti per il futuro. La Cina è uno dei maggiori produttori mondiali di oro e uno dei maggiori consumatori. Il Sud Africa egualmente deve benessere economico e crescita in larga parte alle materie prime, soprattutto i metalli preziosi come platino e oro. Le due nazioni nel marzo del 2013 hanno deciso di fondare, insieme agli altri membri dei Brics, una banca di sviluppo che dovrebbe supportare la creazione di opere transnazionali. Di fatto una banca che potrebbe divenire un’entità di supporto alternativa alla Banca mondiale. A questo aspetto bisogna aggiungere i rumor che si sono susseguiti negli ultimi anni sulle manipolazioni sul valore dell’oro e dell’argento. Le informazioni rese disponibili dal World Gold Council nel 2013 rivelano un ampio differenziale tra la domanda di oro, elevata, e la disponibilità di oro fisico estratto. La presenza dei cinesi all’interno del club di Londra potrebbe rendere manifesta la vera relazione tra i derivati dell’oro virtuali e la effettiva disponibilità di oro fisico. Nel caso di un evidente spread tra domanda e offerta l’oro fisico potrebbe avere una sensibile rivalutazione.