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 2014  febbraio 27 Giovedì calendario

PER IL 2014 LA CAPITALE RISCHIA UN BUCO DA 175 MILIONI

Senza il decreto il bilancio del­la Capitale è ad altissimo rischio. Se non fosse ripresen­tato si creerebbe un buco di 475 milioni di euro (300 per il 2013 e 175 per il 2014), già messi a bilancio lo scorso 6 dicembre per il 2013 e il 2014 contando proprio sull’approvazione del decreto. E senza questi soldi, ne­cessari per la vita quotidiana del Co­mune, sarebbe molto difficile paga­re gli stipendi del personale e far fun­zionare la macchina amministra­tiva. Il sindaco Marino attacca, di­cendo di non voler fare «il commis­sario liquidatore». In realtà dal 2008, gestione Alemanno, il primo cittadi­no è già commissario proprio per ge­stire il rientro dal disavanzo di qua­si 14 miliardi di euro. Proprio per questo fino al 2012 sono regolar­mente entrati nelle casse comunali 450 milioni di euro l’anno sotto for­ma di trasferimenti statali. Soldi fon­damentali, visto che solo lo scorso anno Roma registrava un disavanzo di 816 milioni di euro. E per il 2014 si prevede un ulteriore squilibrio di po­co meno di un miliardo. Insomma, i 475 milioni sarebbero una fonda­mentale boccata d’ossigeno. Ma so­lo parziale. Infatti proprio il decreto prevede un percorso di affianca­mento da parte del ministero dell’E­conomia col Campidoglio chiamato a presentare un piano di rientro triennale. Lo stop al decreto, se non ci fosse una sua ripresentazione, non preoccupa solo l’amministrazione comunale. Di «grave danno per la città», parlano Cgil, Cisl e Uil, men­tre l’Acer (i costruttori romani) lo ri­tiene necessario per intraprendere «l’indispensabile processo di razionalizzazione della spesa e liberare ri­sorse da investire».