Adriana Porte, Visto Tv 18/2/2014, 18 febbraio 2014
AMORE CRIMINALE BARBARA DE ROSSI
Barbara De Rossi, attrice, in 39 anni di carriera ha recitato in più di venti film e in una quarantina di fiction: «Sono morta un’infinità di volte, sono stata alcolizzata, tossicodipendente e anche psicopatica. Per anni al cinema mi hanno fatto soffrire molto. Ho versato tante lacrime». Poi però sono arrivate le commedie come La cena dei cretini o la serie Un ciclone in famiglia. Dal 2000 è anche presidente di un’associazione per i diritti delle donne e ora, per il secondo anno consecutivo, presta la sua voce alle storie di Amore Criminale. In dieci puntate racconterà, con testimonianze e ricostruzioni video, cinque femminicidi e dieci storie di donne che sono sopravvissute: «Donne che ce l’hanno fatta ma che ora vivono nella paura. Anche se hanno avuto il coraggio di denunciare il loro compagno temono che quando uscirà carcere possa vendicarsi». E la cronaca nera le dà ragione.
Durante la trasmissione, gli stralci degli atti processuali e le confessioni degli assassini verranno letti da attori come Ninni Bruschetta (Antonino Allegra de Gli anni spezzati), Francesco Pannofino (Renée Ferretti, il regista, in Boris) ma anche da Libero De Rienzo (Santa Maradona) o dall’attore teatrale Vincenzo Pierrotta. Barbara De Rossi: «Anche per loro è stata un’esperienza durissima. Noi attori per mestiere entriamo nel personaggio, e qui la sofferenza è tanta. Sono rimasti sconvolti. Pannofino mi ha detto “Mi vergogno di essere uomo”, mentre Libero De Rienzo non è riuscito a parlare. “Barbara scusa, non mi chiedere niente”». De Rienzo ha letto gli atti del caso di Vanessa Scialfa, una ragazza di 20 anni strangolata per gelosia dal compagno dopo soli 79 giorni di fidanzamento.
Ma la legge tutela le donne da queste violenze? «La legge fa piccoli passi in avanti ma la pene devono essere ancora più severe e ci deve essere meno burocrazia. E poi bisogna sensibilizzare. Io spero che le donne che subiscono maltrattamenti o che vengono minacciate, guardando il programma, si rendano conto che quello che vivono non è amore. Io ho un profilo Facebook sul quale ricevo decine e decine di post al giorno ai quali rispondo personalmente – sono io che batto sui tasti del computer, sia chiaro – e non faccio che ripetere: denunciate, confidatevi con un amico, andate dai carabinieri, alla polizia, da chi volete, ma soprattutto sparite, non cedete all’ultimo incontro. Spesso è quello fatale».
E lei ha mai avuto uno stalker? «Sì, ma era uno sconosciuto. Quando avevo venticinque anni mi chiamava a qualsiasi ora del giorno e della notte, mi minacciava, delle volte mi diceva “Io lo so che dalla tv guardi solo me”. Non stava bene. Poi ho fatto rispondere a mio fratello e al mio fidanzato di allora, finché non ha smesso».