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 2014  febbraio 26 Mercoledì calendario

Il principio dei vasi comunicanti è il principio fisico per cui un liquido contenuto in due (o più) contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello

Il principio dei vasi comunicanti è il principio fisico per cui un liquido contenuto in due (o più) contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello. Al posto del liquido mettete i titoli di Stato: nel primo contenitore i detentori esteri dei titoli e nel secondo i detentori italiani e aumentate la gravità in quest’ultimo. I titoli si sono spostati dal primo contenitore al secondo negli ultimi quattro anni, in cui l’Italia ha preso ordini dalla BCE che ha "consigliato" persino le nomine di Monti, di Letta e ora di Renzie, tre presidenti del Consiglio non eletti dagli italiani. I titoli si sono mossi. I detentori esteri sono scesi dal 47,1% al 30%, di conseguenza i detentori italiani sono passati da poco più della metà al 70%. Ci siamo ripresi la spazzatura in casa. Questo del resto era l’obiettivo della UE e della BCE, diminuire l’esposizione estera verso i nostri titoli pubblici. Operazione riuscita, ma non ancora conclusa. L’esposizione deve infatti scendere almeno al 10%, dopo questa soglia il rischio default dell’Italia non potrà produrre un contagio, in particolare per Germania e Francia. Se si considera che in questi quattro anni il nostro debito, e quindi i titoli emessi per coprirlo, è anche aumentato di circa 400 miliardi, si capisce la trasfusione colossale avvenuta e in atto. Quando vengono messi in vendita i titoli di Stato c’è sempre il tutto esaurito, il "sold out", toni trionfali, fiducia verso l’Italia, ma chi compra? Le banche italiane comprano, costrette ad acquistare titoli pubblici invece di finanziare le imprese e i cittadini. Questo è il motivo del credit crunch, non la mancanza di liquidità. Le banche italiane sono passate in questi anni dal 9,8% dei titoli al 23%. Le famiglie, nonostante gli imbonitori di regime cerchino di persuaderle, stanno disertando i titoli di Stato, dal 14,3% sono scese al 10%. Gli altri investitori sono, più o meno, rimasti ai valori del 2010. C’è però una preoccupante new entry: Bankitalia,che da zero è passata al 5,6% dei circa 2.100 miliardi del debito e che ha riserve auree per 200 miliardi di copertura. Chi ha un debito, se molto elevato come il nostro, e non riesce a onorarlo, di solito lo rinegozia, non si indebita ulteriormente. L’Italia è riuscita tafazzianamente in una mission impossible. Un suicidio soft. Per farlo c’era, e c’è, bisogno di vassalli nominati dalla Bce che spostino la gravità del debito sul contenitore del nostro Paese. E’ quello che è avvenuto. Tutti a casa. E presto.