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 2014  febbraio 26 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL MOVIMENTO 5 STELLE SI SPACCA


BLOGDIGRILLO
"Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male, i parlamentari del M5S hanno fatto un’assemblea congiunta decidendo l’espulsione dei suddetti senatori. A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il MoVimento: "fate alleanze ... perché non ha fatto alleanze con Letta ... perché non fate". Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: "a casa tutti", facevano degli olà che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: "Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggio". Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche.
Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti. Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo. Daremo il sangue per le europee. Daremo il sangue sulle strade: molti di voi andranno sui palchi di tutti i comuni. 4 mila comuni e due regioni vanno alle elezioni, abbiamo le europee. Non ci possiamo permettere ancora di parlare di gente che bisbiglia ai giornali, dopo 5 minuti che hai parlato sei sul giornale con il titolone. Basta queste cose qui, se vogliono fare un partito con il Corriere, la Repubblica, Libero e l’Unità se lo facciano... e i talk show... che vadano pure ai talk show!
Avranno adesso una grande trasparenza sui media, benissimo! E attraverso loro i media arriveranno forse a scalare ancora qualche posizione sulla libertà di stampa, siamo al settantesimo e magari con loro andremo al settantunesimo.
Noi andiamo avanti, con cuore. Coraggio e vinceremo!
Grazie a tutti." Beppe Grillo
RISULTATI: Hanno partecipato alla votazione 43.368 iscritti certificati.
29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione.
13.485 hanno votato contro.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!

CORRIERE.IT
La tensione nel Movimento Cinque Stelle diventa altissima. E c’è pure qualche lacrima. Dopo che l’assemblea ha votato a favore della procedura di espulsione dei senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista è caos. I quattro senatori dissidenti però anticipano il voto della rete e si dimettono mentre un gruppo di deputati del M5S sarebbe pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per le espulsioni dei quattro «ribelli» al Senato. «Per Grillo siamo solo pedine da manovrare. Uno vale uno? Grillo vale più degli altri e poi uno vale’ l’altro», ha commentato Orellana annunciando le sue dimissioni da senatore.
DIMISSIONI - Oltre ai dissidenti si dimette anche il senatore Maurizio Romani che non era nella lista sottoposta al voto online. Su Facebook scrive:«Oggi rassegno quindi le mie dimissioni da senatore della Repubblica per lealtà e fedeltà allo Stato e alle Sue istituzioni, agli ideali stessi del Movimento 5 stelle e alla mia coscienza di uomo e di cittadino». In giornata i quattro dissidenti hanno girato un video per spiegare la loro posizione. Luis Orellana, ad esempio, sottolinea che i «gruppi territoriali non ci hanno mai sfiduciati con un voto assembleare, né nel caso mio a Pavia né nel caso di Palermo (con riferimento al caso di Bocchino, ndr)». Il senatore Bocchino d’altro canto ha attaccato ancora Grillo definendo il suo post «indecente».
LACRIME E VIDEO - Durante un’agitata assemblea in una saletta di Palazzo Madama la senatrice Laura Bignami ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni. E non sono mancati momenti di tensione . Un’altra senatrice, Alessandra Bencini, è uscita dal Senato con gli occhi gonfi di lacrime «Basta. Voglio tornare a casa, così non va». A rischio dimissioni anche Monica Casaletto e Cristina De Pietro e Maurizio Romani. Elena Fattori ha chiesto la sospensione della votazione online e ha confermato che sarebbero 10 i senatori pronti a rassegnare le dimissioni. Secondo altre fonti sono sei i senatori che sarebbero intenzionati a lasciare.
Espulsi e dissidenti nel M5S
IN TRENTA PRONTI A LASCIARE? - La giornata è stata molto confusa. Secondo il senatore Roberto Cotti «sono più di 30 i senatori pronti a difendere» Campanella e gli altri esponenti del Movimento 5 stelle indicati come dissidenti. Cotti spiega che sono pronti a costituire un gruppo autonomo. In realtà le fuoriuscite possibili paiono di meno. Il deputato Alessio Tacconi su Twitter scrive: «Massima solidarietà ai senatori, consideratemi il quinto». Per la senatrice Paola Pinna, le regole per decretare la richiesta di espulsione dei 4 senatori finiti sotto processo non sono state seguite, l’assemblea congiunta dei gruppi M5s non aveva i numeri per decidere l’espulsione. Pinna però nega la possibilità che si costituisca alla Camera un Gruppo autonomo di "fuoriusciti" dal M5s perché, a differenza del Senato, non ci sarebbero i 20 deputati necessari per formare un nuovo gruppo. Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni che volevano un gruppo di Cinque Stelle fuori dal Movimento insieme a Pippo Civati, un’ipotesi evidentemente tramontata. «Aspettiamo l’esito della votazione online, aspettiamo la Rete. Per noi la coerenza è la cosa più importante», ha chiosato Claudio Messora, responsabile comunicazione del M5S al Senato.
I RIMBORSI E LA DIARIA - Il deputato dissidente Ivan Catalano.che già si era distinto per critiche allo stile di comunicazione di Grillo, affronta a viso aperto le accuse di chi all’interno del Movimento spiega le critiche con la volontà di non restituire i soldi di diaria e rimborsi: «Vorrei ricordare a tutti, che moralmente noi ci siamo impegnati a rifiutare il denaro, non a restituirlo. Nel codice di comportamento viene usata la parola restituzione, la quale implica una appropriazione indebita, un furto. Questa continua accusa implicita di essere dei ladri verso noi stessi, impedisce di lavorare serenamente», scrive.

MOVIMENTO CINQUE STELLE
M5S, voto online per l’espulsione dei dissidenti
Caos e pianti, si dimettono i senatori dissidenti
Urla e tensione durante l’assemblea. Grillo: «Le loro motivazioni sono c...e». E una senatrice esce in lacrime da Palazzo Madama

MoVimento 5 Stelle
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ALTRI 3 ARGOMENTI

I senatori del M5S su cui si vota oggi fino alle 19 I senatori del M5S su cui si vota oggi fino alle 19

La tensione nel Movimento Cinque Stelle diventa altissima. E c’è pure qualche lacrima. Dopo che l’assemblea ha votato a favore della procedura di espulsione dei senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista è caos. I quattro senatori dissidenti però anticipano il voto della rete e si dimettono mentre un gruppo di deputati del M5S sarebbe pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per le espulsioni dei quattro «ribelli» al Senato. «Per Grillo siamo solo pedine da manovrare. Uno vale uno? Grillo vale più degli altri e poi uno vale’ l’altro», ha commentato Orellana annunciando le sue dimissioni da senatore.

DIMISSIONI - Oltre ai dissidenti si dimette anche il senatore Maurizio Romani che non era nella lista sottoposta al voto online. Su Facebook scrive:«Oggi rassegno quindi le mie dimissioni da senatore della Repubblica per lealtà e fedeltà allo Stato e alle Sue istituzioni, agli ideali stessi del Movimento 5 stelle e alla mia coscienza di uomo e di cittadino». In giornata i quattro dissidenti hanno girato un video per spiegare la loro posizione. Luis Orellana, ad esempio, sottolinea che i «gruppi territoriali non ci hanno mai sfiduciati con un voto assembleare, né nel caso mio a Pavia né nel caso di Palermo (con riferimento al caso di Bocchino, ndr)». Il senatore Bocchino d’altro canto ha attaccato ancora Grillo definendo il suo post «indecente».

LACRIME E VIDEO - Durante un’agitata assemblea in una saletta di Palazzo Madama la senatrice Laura Bignami ha annunciato di voler presentare le sue dimissioni. E non sono mancati momenti di tensione . Un’altra senatrice, Alessandra Bencini, è uscita dal Senato con gli occhi gonfi di lacrime «Basta. Voglio tornare a casa, così non va». A rischio dimissioni anche Monica Casaletto e Cristina De Pietro e Maurizio Romani. Elena Fattori ha chiesto la sospensione della votazione online e ha confermato che sarebbero 10 i senatori pronti a rassegnare le dimissioni. Secondo altre fonti sono sei i senatori che sarebbero intenzionati a lasciare.

IN TRENTA PRONTI A LASCIARE? - La giornata è stata molto confusa. Secondo il senatore Roberto Cotti «sono più di 30 i senatori pronti a difendere» Campanella e gli altri esponenti del Movimento 5 stelle indicati come dissidenti. Cotti spiega che sono pronti a costituire un gruppo autonomo. In realtà le fuoriuscite possibili paiono di meno. Il deputato Alessio Tacconi su Twitter scrive: «Massima solidarietà ai senatori, consideratemi il quinto». Per la senatrice Paola Pinna, le regole per decretare la richiesta di espulsione dei 4 senatori finiti sotto processo non sono state seguite, l’assemblea congiunta dei gruppi M5s non aveva i numeri per decidere l’espulsione. Pinna però nega la possibilità che si costituisca alla Camera un Gruppo autonomo di "fuoriusciti" dal M5s perché, a differenza del Senato, non ci sarebbero i 20 deputati necessari per formare un nuovo gruppo. Nei giorni scorsi erano circolate indiscrezioni che volevano un gruppo di Cinque Stelle fuori dal Movimento insieme a Pippo Civati, un’ipotesi evidentemente tramontata. «Aspettiamo l’esito della votazione online, aspettiamo la Rete. Per noi la coerenza è la cosa più importante», ha chiosato Claudio Messora, responsabile comunicazione del M5S al Senato.

I RIMBORSI E LA DIARIA - Il deputato dissidente Ivan Catalano.che già si era distinto per critiche allo stile di comunicazione di Grillo, affronta a viso aperto le accuse di chi all’interno del Movimento spiega le critiche con la volontà di non restituire i soldi di diaria e rimborsi: «Vorrei ricordare a tutti, che moralmente noi ci siamo impegnati a rifiutare il denaro, non a restituirlo. Nel codice di comportamento viene usata la parola restituzione, la quale implica una appropriazione indebita, un furto. Questa continua accusa implicita di essere dei ladri verso noi stessi, impedisce di lavorare serenamente», scrive.

IL VOTO - La decisione sulla permanenza, o no, dei quattro “dissidenti” tra i parlamentari Cinque Stelle sarà ora stabilita dal voto dei militanti M5S sul web in corso fino alle 19. Un voto cui Grillo invita a partecipare. I “sì” alla decisione di ricorrere alla consultazione online dei militanti, per decidere su un’eventuale espulsione, sono stati 73 per Battista (35 i no e 11 gli astenuti); 67 per Bocchino (30 i “no” e 13 gli astenuti); 77 per Campanella ( 33 i “no” e 11 gli astenuti); 70 per Orellana ( 35 i “no” e 9 le astensioni).

Grillo: "I quattro espulsi non più in sintonia con M5S”
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LA REAZIONE DI GRILLO - Grillo, sul blog, ha commentato così il risultato del voto: «Non capisco le motivazioni ideologiche (dei quattro senatori, ndr): “Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggio”. Queste sono c...e, non sono motivazioni ideologiche. Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti. Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo». Parole che evidentemente hanno ulteriormente acceso gli animi. A rincarare la dose arrivano poi anche le parole del fedelissimo Alessandro Di Battista: «Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo».

UN NUOVO LOGO?- Secondo Riccardo Nuti ci sarebbe addirittura pronto un nuovo logo per un nuovo movimento: «Il senatore Francesco Campanella sta lavorando a un nuovo movimento, si chiama `Attivisti liberi´ e ha già un logo , dice. La prova, sempre secondo Nuti, sarebbe«una conversazione facebook tra Campanella e alcune persone - dice Nuti - Prima di leggerlo ho chiesto a Campanella se potevo farlo e mi ha autorizzato. Poi reagendo in maniera scomposta ha sostenuto che è tutto falso».

Un anno di Movimento Cinque Stelle

Un anno di Movimento Cinque Stelle
Un anno di Movimento Cinque Stelle
Un anno di Movimento Cinque Stelle
Un anno di Movimento Cinque Stelle
Un anno di Movimento Cinque Stelle

IN STREAMING - L’assemblea congiunta dei parlamentari M5S che doveva decidere - e alla fine ha stabilito di passare la parola definitiva ai militanti - sulla cacciata dei quattro senatori si è svolta a Montecitorio fino a notte inoltrata, in streaming. Nei giorni scorsi Grillo aveva pubblicato un post di “scomunica” nei confronti del dissidente Orellana. Non è la prima volta che vengono espulsi senatori del Movimento. Tra questi la senatrice Adele Gambaro e la senatrice Paola De Pin passate al Gruppo Misto. Ancora una volta i dissidenti vengono accusati di aver violato il regolamento dei Cinque Stelle che affida la comunicazione del Movimento a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. «Non vengono alle assemblee e poi criticano il lavoro del gruppo sui giornali», è la critica che viene mossa. Come da procedura interna al Movimento - il cosiddetto codice di comportamento parlamentare , l’espulsione viene decisa dall’Assemblea dei parlamentari che per essere effettiva deve essere ratificata dal voto online degli iscritti.

COMMENTO DI ALESSANDRO DI BATTISTA
Scrivo sull’espulsione dei 4 senatori non per influenzare il voto di qualcuno (credo che tutti coloro che leggano sia intellettualmente indipendenti e sappiano valutare, d’altronde anche sull’incontro con Renzi avevo condiviso una mia idea – quella di non andare – e alla hanno vinto i sì) ma per darvi degli elementi dall’interno. Come a noi spesso mancano “elementi esterni” a voi possono mancare delle informazioni e dei modi di vedere le cose che abbiamo noi che lavoriamo in questo gruppo tutti i giorni. Ricordo in quanti mi hanno scritto chiedendomi di andare in TV. Vi ricordate quanto ero restio? Non mi piace il mezzo, la consideravo una mezza sconfitta. Voi mi scrivevate «hai ragione ma è necessario». Alla fine ho deciso di andarci e devo dirvi che avevate ragione voi! A me mancava un punto di vista che avevate soltanto voi. Sull’espulsione dei 4 senatori è più o meno la stessa cosa. Credo che vi manchi un punto di vista interno ed è mio dovere, per il bene del Movimento, fornirvelo. Li chiamano “dissidenti”, mai parola e è stata più sbagliata. Credetemi, non si tratta di dissentire, di avere opinioni diverse, di criticare. Ma stiamo scherzando? Ognuno di noi, cittadini nelle Istituzioni e fuori dissentiamo, critichiamo, abbiamo opinioni diverse. E meno male! Il pensiero unico, come il PartitoUnico portano alla rovina di qualsiasi gruppo, società o nazione. Ma non è questo il punto. Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo. Ogni qual volta avevamo un successo da comunicare (e voi sapete quanto per il M5S che ha il 99% dei mezzi di informazione contro sia difficile comunicare) usciva, sistematicamente una dichiarazione di uno dei 4 pronta a coprire il messaggio del gruppo. Ogni qual volta serviva lanciarsi e buttare il cuore al di là dell’ostacolo (molte battaglie le abbiamo iniziate senza sapere come sarebbero finite, senza nemmeno immaginare le conseguenze agli occhi dell’opinione pubblica, vedi art.138) c’era sempre uno dei 4 che si trasformava in “zavorra professionale”, una zavorra che puntava all’immobilismo. E per un Movimento restare fermi è la morte assoluta. Anche io sono un dissidente, non l’ho pensata come Grillo sul reato di clandestinità e infatti ho votato per la sua abolizione, io, come tutti i miei colleghi critico in assemblea una posizione, un modo di vedere, un’idea. Io voto, io vinco e io perdo. Ma quando perdo so che la decisone dell’assemblea è sacra in quanto frutto di un vero processo decisionale, frutto dell’intelligenza collettiva, non di diktat di berlusconiana o debenedettiana matrice. Mi spiego? Siamo in guerra, una guerra democratica, fatta di informazione, partecipazione, amore per la politica. Ma di guerra si tratta. Abbiamo tutti contro, tutti i partiti, un magma succhiasoldi, abbiamo contro gran parte della stampa, delle TV, abbiamo contro i poteri forti, le banche, abbiamo contro la mafia, la massoneria (credete che queste organizzazioni parastatali non vi siamo in Parlamento?), abbiamo contro quest’Europa della finanza. Questo non è un gioco. Ecco, io non posso lasciare la “trincea” sapendo che mentre sferro un “attacco” (ripeto, le nostre armi sono e saranno solo informazione, impegno, studio e partecipazione alla politica) qualcuno mi sparerà, scientemente e volutamente alle spalle. O mando via queste persone o finirà che resteremo fermi in “trincea”. Mi spiego? Sono 10 mesi che la storia è sempre la stessa, l’assemblea decide, l’assemblea suda per prendere una decisione, fatica, (la democrazia partecipata è bellissima ma è faticosa) e non appena questo avviene, in 3 nanosecondi, leggiamo attoniti, titoli sui giornali che infangano 9 milioni di persone che credono che il letame vada spalato e non trattato con i cucchiaini d’argento. Il palazzo è una vasca di squali, trasforma cittadini in onorevoli, in statisti da 4 lire, in sabotatori speranzosi in futuri da protagonisti. Questo fa il palazzo e quello che deve fare il M5S è mandare via queste persone, con il cuore sofferente per averle perse sul cammino ma la consapevolezza che il cammino vale più di ogni altra cosa. Ve lo dico con il cuore e vi chiedo di fidarvi anche se la fiducia è un bene che si deve dare con parsimonia di questi tempi. Queste persone, in prossimità delle europee, elezioni fondamentali per noi, farebbero danni irreparabili al gruppo. Voterò sì per l’espulsione dei 4 senatori, e mai come questa volta voto convinto!

P.S. Giusto per darvi un ulteriore spunto. Andate sul sito http://www.tirendiconto.it/trasparenza/ e date un’occhiata alle restituzioni di tutti quanti. Controllare è un dovere da parte dei cittadini, i datori di lavoro di noi dipendenti nelle istituzioni. Se io volessi tenermi più soldi di quelli che mi spettano (e per codice comportamentale e per etica, l’etica va oltre le regole!) io non avrei dubbi, inizierei a criticare il gruppo, l’assemblea e Grillo. Mi trasformerei in “dissidente” come li chiamano i giornali. Allora sì, starei in una botte di ferro. Terrei più soldi e accuserei l’assemblea di essere antidemocratica se intendesse espellermi. Pensateci.

P.S.2 «Sono d’accordo per l’espulsione ma sarebbe un autogol mediatico». Leggo qualcuno di questi commenti. Questo non è da M5S, noi facciamo le cose giuste, sempre, poi ci occupiamo delle conseguenze. Se avessimo dovuto dar retta ai titoli dei giornali non ci saremmo mai dovuti presentare alle elezioni, non avremmo provato a fermare la votazione sul decreto Bankitalia (che pensate che non sapessimo che ci avrebbero dato degli squadristi, ma 7,5 miliardi di soldi nostri erano più importanti). Ecco anche adesso la salvaguardia del gruppo è molto ma molto più importante dei titoli di quei giornali che ovviamente ci detestano perché vogliamo toglierli il finanziamento pubblico. I giornali finiscono nei cassonetti nel giro di 24 ore, il Movimento se lo proteggiamo durerà molto a lungo.
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REPUBBLICA.IT
ROMA - Poco dopo le 19, arriva il verdetto dell’urna virtuale allestita sul blog di Beppe Grillo: la base del Movimento 5 Stelle ha votato per l’espulsione dei quattro senatori Lorenzo Battista, Campanella, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino, rei di aver apertamente criticato le modalità con cui Grillo ha affrontato Matteo Renzi durante le consultazioni del nuovo presidente del Consiglio. Nel frattempo, tre dei quattro "dissidenti", Lorenzo Battista, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino, ma anche Maurizio Romani, si erano già dimessi da senatori. "Se la Rete dovesse pronunciarsi a nostro favore, a quel punto ci tocca - aveva osservato Orellana - e restiamo al nostro posto". Battista: "Io mi dimetto da senatore, poi se la rete ci salverà vedremo". Ma la Rete non li ha salvati.
La tensione nel M5S al Senato è esplosa ieri sera, nel corso della riunione dei senatori stellati sul caso delle nuove espulsioni, quando una decina di parlamentari ha deciso di andare via e la senatrice Alessandra Bencini, insultata più volte, è stata vista addirittura in lacrime. Mentre la sua collega Elena Fattori ha drammatizzato: "Siamo tutti sull’orlo del pianto". Perché, nel frattempo, tre dei quattro "dissidenti", Lorenzo Battista, Luis Alberto Orellana e Fabrizio Bocchino, ma anche Maurizio Romani, si sono dimessi da senatori. "Se la Rete dovesse pronunciarsi a nostro favore, a quel punto ci tocca - osserva Orellana - e restiamo al nostro posto". Battista: "Io mi dimetto da senatore, poi se la rete ci salverà vedremo".
Lo scontro è avvenuto con il capogruppo, Maurizio Santangelo, quando la senatrice Serenella Fucksia ha chiesto di invalidare l’assemblea congiunta di ieri sera (che ha dato il via libera alle espulsioni di Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino), perché "prima dovevano riunirsi i senatori". Alla richiesta si è aggiunto Lorenzo Battista, uno dei quattro nel mirino, che a Santangelo ha chiesto: "Chiama Grillo e digli che l’assemblea di ieri non era valida". Ma Santangelo ha risposto senza mezzi termini: "Sai che c’è? Vattene!".
A quel punto una decina di senatori (Bencini, Romani, Pepe, Fedeli, Vacciano, Bignami, Campanella, Bocchino, Orellana, Battista, Iannuzzi) hanno abbandonato la riunione tra urla e parolacce, accusando i colleghi ’ortodossi’ di essere "peggio dei fascisti" e annunciando le dimissioni. Anche le senatrici Casaletto, Mussini e De Pietro hanno annunciato l’intenzione di dimettersi. Con questi numeri, tra l’altro, i parlamentari fuoriusciti potrebbero formare un nuovo gruppo a Palazzo Madama, nel quale verrebbero accolti anche gli altri tre senatori M5S già fuori: Marino Mastrangelo, Paola De Pin e Adele Gambaro.
Proprio la Gambaro, oggi nel gruppo misto, è sembrata prendersi la sua rivincita: "Mi spiace, si poteva prevenire, ma quando tiri troppo la corda poi si spezza - ha commentato -. E’ evidente che il M5S manchi di democrazia, poi Grillo dice il contrario ma ormai è tutto fin troppo evidente". Ma le dimissioni da senatori rassegnate in queste ore di alcuni colleghi 5 Stelle "sono un errore. Ora bisogna che restino al loro posto, continuando dal di fuori, in un nuovo gruppo, a portare avanti le idee del M5S".
Per Roberto Cotti "sono più di 30 i senatori pronti a difendere" i dissidenti e a costituire un gruppo autonomo. In un post su Facebook, il senatore Cotti invita i militanti a votare contro l’espulsione. E avverte: "Attenzione. La decisione è stata presa col voto di appena una quindicina di senatori (su 50) ed oltre 60 deputati che non conoscono nemmeno i nostri colleghi".
Dal canto loro i quattro sotto accusa, "rei" di aver criticato il comportamento di Beppe Grillo nel suo faccia a faccia con Matteo Renzi alle consultazioni, si sono difesi in un video.
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I dissidenti alla Camera. E sembra che anche un gruppo di deputati del M5S sia pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per la pratica delle espulsioni. I "dissidenti" si starebbero contando per verificare la possibilità di formare un proprio gruppo a Montecitorio, in parallelo con il Senato. Tra loro il deputato Alessio Tacconi, che si schiera con i senatori sotto accusa e in tweet chiede di essere considerato uno di loro:
Grillo sul blog. Questa mattina Grillo ha esordito sul suo blog con un post molto duro, in cui si è augurato che la Rete ratifichi l’espulsione: "Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti". Poi ha fatto riferimento agli stipendi da parlamentari: "Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: ’grillo non si fa mai vedere, grillo dall’alto, il blog di Casaleggio’. Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche". E ha incitato i suoi in vista delle europee: "Abbiamo una battaglia: dobbiamo vincere le europee e le vinceremo. Daremo il sangue per le europee. Daremo il sangue sulle strade: molti di voi andranno sui palchi di tutti i comuni. 4 mila comuni e due regioni vanno alle elezioni, abbiamo le europee".
Dopo aver letto il post, Campanella evoca la "macchina del fango", mentre a dare man forte al leader è il deputato Manlio di Stefano, che su Facebook ha invitato i militanti del movimento ad essere "coesi come la testuggine spartana, ognuno di noi deve sentirsi protetto dal compagno al suo fianco. In questi undici mesi ho sempre sentito, nei momenti fondamentali, una spada conficcarsi al mio fianco. Questo non è più tollerabile. Fate la vostra scelta. In alto i cuori".
L’assemblea di ieri sera, alla quale hanno partecipato anche i quattro dissidenti, è stata tesa e a tratti confusa. Riccardo Nuti ha accusato Campanella di aver già pronto il simbolo per un nuovo movimento politico e persino il nome: "Attivisti liberi". Accuse respinte dal diretto interessato. Sulla stessa linea, seppure con sfumature diverse, anche altri deputati.
Più tardi Orellana, intercettato dai cronisti a Palazzo Madama, confessa che sta pensando seriamente alle dimissioni. E corregge il leader: "Grillo mente, è un bugiardo. I senatori non prendono 20mila euro ma 14mila, sono comunque tanti soldi ma noi abbiamo sempre restituito". E smentisce che fra i dissidenti e il Pd ci sia un accordo.
Intanto questa mattina l’Aula del Senato ha detto no alla mozione di sfiducia M5S per i neo ministri Federica Guidi e Giuliano Poletti. Il Movimento ha chiesto che venissero discusse a breve, ma l’assemblea ha respinto la modifica del calendario. E in proposito il senatore Mario Michele Giarrusso denuncia su Facebook che risultano depositate a suo nome e senza il suo consenso due richieste di sfiducia per due ministri del governo in carica: