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 2014  febbraio 25 Martedì calendario

IL GIUDICE MESCHINO


Dopo quasi dieci anni Luca Zingaretti e Luisa Ranieri tornano a recitare insieme. Solo che prima erano solo colleghi e ora sono marito e moglie. L’ultima volta che li abbiamo visti era in Cefalonia, dove lui era il sergente Saverio, sopravvissuto all’eccidio, e lei la donna che amava. Ora lui è il Giudice Meschino e lei, nei panni di un maresciallo, la sua relazione segreta e presto anche la sua coscienza pulita. Alberto Lenzi è un magistrato svogliato, donnaiolo, separato dalla moglie, ha un figlio di 8 anni, Enrico, che non vede mai. È un uomo superficiale, sconfitto, cinico, uno che «si è ritirato, non crede più nel suo lavoro» dice Zingaretti. Solo la morte di Maremmi (Gioele Dix), collega nonché caro amico, lo risveglia da questo torpore «e da meschino – continua Zingaretti – con uno scatto d’orgoglio diventa eroe». Marina Rossi è un maresciallo dei carabinieri, lavora con lui, hanno una storia d’amore ma caratterialmente non hanno niente a che fare: «Lei è ligia al dovere, è una donna devota alla giustizia – dice Luisa Ranieri –, crede talmente tanto nel suo lavoro che ha rinunciato ad avere una vita privata. È una dura». Insomma, l’opposto del magistrato. «Infatti, lei non lo capisce. Se ne innamora follemente perché riesce a scorgere l’uomo che si nasconde dietro a quest’apparenza ma non ammette assolutamente che un magistrato posso considerare il suo lavoro un optional né tanto meno condivide il suo modo di fare, di tirarsi sempre indietro». Poco male, perché Marina lo spronerà a recuperare non solo l’orgoglio ma anche il rapporto con il figlio.
Siamo in Calabria, nella patria dell’‘ndrangheta, dove la malavita è al potere e dove anche gli uomini di Stato sono collusi. Alberto Lenzi, si trova a indagare su un traffico di rifiuti tossici, ora vuole non solo trovare chi ha ucciso il suo amico ma anche chi sta avvelenando la sua terra. Qui, dove l’omertà è padrona e dove non ci si deve fidare di nessuno, a Lenzi non resta che ricorrere a Don Mico Rota, un vecchio boss dell’‘ndrangheta che fece arrestare anni orsono. All’inizio crede che ci sia lui dietro l’omicidio di Maremmi, ma ben presto capisce che lui non c’entra niente, così, tra i due si crea una specie di alleanza, don Mico Rota (Maurizio Marchetti) diventerà un po’ il suo mentore. Indicherà al giudice, suo eterno rivale, la via maestra e soprattutto lo aiuterà a capire la psicologia malavitosa perché «il male si può nascondere ovunque». Non perché è pentito ma perché ha il suo tornaconto: decide di collaborare con la giustizia perché secondo lui dietro questa faccenda c’è Pasquale Rezza (Claudio Castrogiovanni), un giovane boss emergente che cerca di fargli le scarpe: «Ma Rezza – aggiunge la Ranieri – è solo l’uomo che fa il lavoro sporco per i potenti. E i potenti non sono solo i capi dell’‘ndrangheta, ma anche funzionari collusi». Secondo il regista Carlo Calei, «don Mico rappresenta la “coscienza sporca” del Sud. Come un vecchio leone in gabbia che ha dovuto abdicare a favore di gente ancora più priva di scrupoli di lui, Don Mico ha le sue personali motivazioni per regalare perle di saggezza al giudice. Tuttavia anch’egli rimane disgustato di fronte alla totale amoralità dei suoi successori». Una storia che ricorda un po’ quella del Carmine Schiavone, il pentito della Terra dei fuochi. Questa fiction affronta molti temi di attualità: quello dei rifiuti tossici e quello della collusione fra Stato e malavita. Stando alle ultime cronache sui fondali dei nostri mari giace un vero e proprio cimitero di carrette colate a picco colme di rifiuti tossici e, come se non bastasse, a gennaio si è scoperto che sotto l’asfalto della A4, la bretella che da Venezia porta a Milano, venivano nascoste centinaia di tonnellate di scarti di lavorazione e scorie di fonderie: «È chiaro che non si tratta più solo di un problema della criminalità – aggiunge la Ranieri – ma che anche lo Stato fa la sua parte. È la prima volta che si parla così apertamente in una fiction di uomini di Stato che, alla fine, fanno gli interessi della criminalità». Crede che questa fiction possa aiutare i telespettatori a capirne di più? «Non so quanto possa fare la tv in questo degrado. Ma la gente non è più addormentata. Non ce la fa più. E la situazione politica del Paese non l’aiuta. Neanche adesso con il nuovo governo. Io non credo che un uomo che scala il potere in sei mesi possa mettere a posto il Paese. Molti lo applaudono perché siamo alla frutta e anche Renzi è una speranza, ma io vedo avidità. Non sono contro Renzi ma contro tutta questa classe politica che pensa solo a fare carriera, ad arrivare in alto, senza guardare al cittadino».
Torniamo alla fiction. La sceneggiatura è tratta dal libro omonimo di Mimmo Gangemi, pubblicato per Einaudi nel 2009. Carlo Calei: «In una terra in cui l’assenza costante di vigilanza da parte dello Stato ha scolpito vizi come sfiducia e indolenza nel Dna di un popolo altrimenti onesto e orgoglioso, Bene e Male si scrutano, si sfidano, si combattono e forse si nutrono l’uno dell’altro senza però mai venire veramente a patti. Quando ho letto il libro di Gangemi, ho capito immediatamente che era un’occasione unica per tornare a lavorare in Calabria, vent’anni dopo La corsa dell’innocente, il mio primo film. Parlava la mia lingua, mi restituiva volti, dinamiche, suggestioni ed atmosfere che albergavano la mia memoria come fantasmi familiari e in più aveva il coraggio di affrontare temi attualissimi e scottanti». Lo scrittore, che è andato spesso sul set afferma di non essersi ispirato a nessuno in particolare, «ma esistono molti magistrati che assomigliano a Lenzi, disincantati da certa giustizia. Sia chiaro, i più operano bene, nell’anonimato e nel silenzio, e sono i migliori». Chi ha letto il libro però non deve rimanerci male: «La storia è quella ma la fiction non è una fedele trasposizione del libro» ci dice la Ranieri. Ma c’è qualcosa in comune tra lei e Marina? «Niente, abbiamo lavorato anche in sottrazione anche sulla mia fisicità per lei è molto maschile». E tra Lenzi e suo marito: «Niente per fortuna!». Ma suo marito non si è stufato di fare l’eroe? Montalbano che risolve tutti i casi, Perlasca che salva cinquemila ebrei dai campi di concentramento, il sergente Saverio che sopravvive all’eccidio di Cefalonia, e poi Adriano Olivetti, il giudice Borsellino… «A lui piacciono questi personaggi che hanno fatto grandi imprese come Olivetti. Ma qui non diventa un eroe, diventa un uomo».
Jessica D’Ercole



TUTTE LE DONNE DI ZINGARETTI–

MIETTA Rosaria Albanese, La piovra 8 – Lo scandalo La cantante pugliese, al suo debutto come attrice ne La piovra 8 – Lo scandalo (Giacomo Battiato, 1997), interpreta Rosaria Albanese, affascinante moglie del mafioso Pietro Favignana (Zingaretti). Mietta, dopo aver dato la voce alla Esmeralda italiana del film Disney Il gobbo di Notre Dame, ha recitato in altri tre film: L’ispettore Giusti, Donne di mafia e Joy – Scherzi di gioia.
Katharina BÖHM Livia Burlando Il commissario Montalbano È figlia dell’attore austriaco Karlheinz Böhm (il Francesco Giuseppe di Sissi con Romy Schneider) e dell’ex moglie di Roman Polanski, l’attrice polacca Barbara Lass. Qui da noi è conosciuta come Livia Burlando, la fidanzata storica del commissario Montalbano. Dalla nona stagione in poi ha ceduto il ruolo all’attrice svedese Lina Perned.
Lina PERNED Livia Burlando Il commissario Montalbano Svedese, è lei a raccogliere il testimone di Katharina Böhm/Livia Burlando dalla nona stagione de Il commissario Montalbano. In comune con la collega che l’ha preceduta Lina, non ha solo il colore dei capelli, bionde entrambe, ma anche la voce: a doppiare le due attrici nella serie, infatti, è sempre Claudia Catani.
Amanda SANDRELLI Magda Perlasca – Un eroe italiano Figlia di Gino Paoli e di Stefania Sandrelli, nella fiction dedicata a Giorgio Perlasca, fascista redento che aiutò gli ebrei, interpreta il ruolo di Magda, madre ebrea. Esordì come attrice nel 1984 al fianco di Roberto Benigni e Massimo Troisi nel film Non ci resta che piangere. Con il padre ha duettato in una delle canzoni del film Disney La bella e la bestia.
Margherita BUY Elisa Quaratesi Incompreso Olga I giorni dell’abbandono l’attrice romana ha affiancato due volte sul set Luca Zingaretti. La prima nel film tv Incompreso (2002), dove interpreta il ruolo della moglie e madre Elisa; la seconda ne I giorni dell’abbandono (2005), nel quale veste i panni di Olga: «Vado molto forte come moglie cornuta, è la mia specialità».
Sabrina IMPACCIATORE Carla Doppio agguato Nella miniserie Doppio agguato (2003), diretta da Renato De Maria e dedicata al rapimento dell’industriale Dante Belardinelli, ha interpretato il ruolo di Carla, moglie separata di Valerio Attico (Zingaretti), comandante del Nocs. Oltre che attrice, è conosciuta anche come imitatrice ed è stata una delle ragazze di Non è la Rai.
Lorenza INDOVINA Agnese Borsellino Paolo Borsellino – I 57 giorni L’attrice romana, figlia d’arte (il padre era il regista Franco, che fu compagno della principessa Soraya, morto in un incidente aereo), affianca Zingaretti in un ruolo impegnativo, quello di Agnese Borsellino, moglie del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992. Nella vita privata, ha sposato lo scrittore Niccolò Ammaniti.
Francesca CAVALLIN Paola Levi Adriano Olivetti – La forza di un sogno Nella miniserie su Adriano Olivetti, diretta da Michele Soavi nel 2013, è la prima moglie dell’ingegnere interpretato da Zingaretti, Paola Levi, che con lei ebbe tre figli. Di recente, invece, l’attrice veneta è stata uno dei volti di Un medico in famiglia nei panni di Bianca, moglie di Lele Martini (Giulio Scarpati).
Micaela RAMAZZOTTI Veronica Non prendere impegni stasera Nel film diretto da Gianluca Maria Tavarelli nel 2006, lei e Zingaretti interpretano rispettivamente i personaggi di Veronica e Andrea, amanti sfortunati. L’attrice romana è stata anche diretta dal marito Paolo Virzì in Tutta la vita davanti (2008) e La prima cosa bella (2010), con cui vinse un David di Donatello e un Nastro d’argento.
Laura CHIATTI Elodie A casa nostra Nel film in cui affianca Zingaretti nei panni del banchiere senza scrupoli Ugo, A casa nostra (2006), interpreta la sua amante Elodie. Parecchi ruoli al cinema (Passo a due, L’amico di famiglia, Ho voglia di te, Io, loro e Lara, ecc.), di recente vista in tv nei Braccialetti rossi. Ha anche studiato canto: nel 2010 ha prestato la voce a Rapunzel nel film della Disney.
Vanessa INCONTRADA Monica Tutte le donne della mia vita Nel film di Simona Izzo del 2007, è Monica, forse la donna che più di tutti lo chef Davide/Zingaretti ha amato. Padre italiano e madre spagnola, è nata a Barcellona, ma è cresciuta in Italia, a Follonica, dove ancora vive e ha aperto un negozio di abbigliamento. Parecchi film e fiction, in tv è stata anche per anni volto di Zelig.
Monica BELLUCCI Luisa Ferida Sanguepazzo Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i protagonisti di Sanguepazzo (2008), due amanti dissoluti la cui storia è ambientata nel ventennio fascista. Lui è Zingaretti, lei è Monica Bellucci, considerata una delle attrici più sexy del mondo. Trapiantata in Francia, nell’agosto del 2013 ha annunciato la separazione dal marito Vincent Cassel, con cui era sposata da 14 anni e con cui ha due figlie.
Antonella Gullotti