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 2014  febbraio 26 Mercoledì calendario

BARI, SOGNARE PER UN FALLIMENTO


Esultare per un fallimento. Stadio San Nicola, Bari, Puglia: Putignano e il suo carnevale distano una manciata di chilometri, ma quello che porterà i libri contabili della società di calcio al tribunale non sarà un carro allegorico. È tutto vero. La notizia in città era attesa da anni: i Matarrese hanno abdicato. Dopo 37 anni di più o meno onorata gestione (12 campionati di A), i “Kennedy di Andria” si sono fatti da parte. Nella maniera più indecorosa possibile: dichiarando il fallimento del giocattolo di famiglia. Eppure a Bari si esulta.
E sì, perché per molti sarà il vero passo verso la rinascita sportiva di un club da tempo abbandonato a se stesso, sia finanziariamente (negli ultimi anni si andava avanti con l’autogestione) che a livello ambientale, con l’astronave disegnata da Renzo Piano senza pubblico e con urgente necessità di ristrutturazione. La parola magica, in tal senso, è autofallimento.
È questa, infatti, la strada indicata dall’azionista di maggioranza durante l’assemblea dei soci tenutasi due giorni fa. In pratica, a Bari dovrebbe accadere quello che è successo ad Ascoli un paio di mesi fa: la società si dichiara insolvente e porta i libri in tribunale. A questo punto, essendo il club stesso a dichiarare di non poter far fronte alle pendenze economiche, si accorciano notevolmente i tempi tecnici: niente udienza pre-fallimentare e nomina del curatore fallimentare, che dovrà stimare il valore della società in base al parco giocatori e ai suoi beni mobili e immobili.

SUCCESSIVAMENTE, il tribunale convocherà l’asta per il titolo sportivo: si partirà dalla cifra che avrà stabilito il curatore (c’è chi parla di 9-10 milioni di euro) e al netto dei 30 milioni di debiti esistenti. Un’occasione imperdibile, dunque, per tutti coloro che anche negli ultimi tempi hanno provato ad acquistare l’As Bari, salvo poi fare marcia indietro di fronte alla disastrosa situazione debitoria. A questo punto, tornerà utile il lavoro svolto fino a un paio di settimane fa dall’ex arbitro Gianluca Paparesta. L’ex club manager del Bari, poi dimessosi per divergenze con gli altri dirigenti, aveva per mesi operato sotto traccia per trovare un acquirente. Ora, con il titolo sportivo all’incanto, il Bari senza debiti potrebbe rivelarsi un affare mica da ridere. E infatti c’è già chi parla di asta al rialzo tra quattro, cinque cordate: si va da un oligarca russo (conferme su Sulejman Kerimov, presidente dell’Anzhi Makhachkala, ovvero colui che strappò Eto’o all’Inter salvo poi svendere tutti i gioielli del club, ora ultimo in classifica) a un misterioso imprenditore turco, da Guido Borghi (ex patron della pallacanestro Varese e del Varese calcio) a Paolo Montemurro (che già in estate aveva provato invano a prendere la società), fino a un altro facoltoso gruppo italiano su cui vige il massimo riserbo.
Insomma, le premesse per far sognare i tifosi del Bari non mancano. Prima, però, occorre districare due nodi imprescindibili: i tempi burocratici per l’asta e la situazione sul campo. E sì, perché in tutto questo è fondamentale che il Bari conservi la categoria, altrimenti la squadra non avrebbe lo stesso appeal. Non solo. Per far sì che il club cambi gestione senza perdere la Serie B, occorre far tutto entro la fine di questo campionato: le iscrizioni per il torneo 2014/2015 scadono alla fine di giugno, ergo il passaggio di consegne deve essere ratificato prima. In tal senso, dipenderà dai tempi stabiliti dal Tribunale di Bari. Ad Ascoli, ad esempio, hanno impiegato 51 giorni per completare le operazioni. Se così fosse, nel capoluogo pugliese l’asta per il titolo sportivo potrebbe essere convocata ad aprile, con la nuova società che garantirebbe l’ordinaria amministrazione fino alla fine del torneo. Ma come arrivarci alla fine del torneo? Le casse dei biancorossi, infatti, sono desolatamente vuote, tanto che le ultime trasferte sono state possibili grazie all’impegno personale dell’amministratore unico Vinella, del ds Angelozzi e del segretario Doronzo. Con l’addio dei Matarrese, tuttavia, i tifosi hanno deciso di ritornare in massa allo stadio per coprire i costi ordinari con gli incassi delle partite casalinghe. Dopo 37 anni, le prime senza i Matarrese e ciò che hanno rappresentato per il calcio barese e italiano.