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 2014  febbraio 26 Mercoledì calendario

COSÌ PARLANO I 5STELLE IN AULA “PREMIER FIGLIO DI TROIKA”


Gli hanno detto di tutto e anche di più. Da “figlio di troika”, a “venditore di pentole”, per passare a “Giorgio Mastrota”, icona delle televendite, e a un grande classico, “Berlusconi 2.0”. Pensieri e parole dei deputati 5Stelle, dedicati in aula al premier Matteo Renzi.
Lunedì sera il capogruppo di M5S in Senato, Vincenzo Santangelo, gli aveva dato del “baro” e del “grandissimo bugiardo”. Ieri i nove grillini che si sono alternati al microfono hanno seminato sarcasmo. E Renzi non è rimasto indifferente. Dopo l’intervento di Carlo Sibilia, ha inviato il primo di diversi “pizzini” al pentastellato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera: “Scusa Luigi, ma voi fate sempre così? Mi ero fatto l’idea che su alcuni temi potessimo confrontarci. Giusto per capire”. Ai 5Stelle ha poi risposto il renziano doc Dario Nardella: “Adottiamo un grillino. Facciamolo per i loro elettori delusi, aiutiamoli a uscire dal blog e a fargli vedere il Paese reale”.
Carlo Sibilia
Batte il calcio d’inizio: “Caro sindaco di Firenze nominato presidente del Consiglio, invidio molto la sua grande capacità di parlare tanto e non dire niente. Invidio molto la sua capacità di dire una cosa e fare il suo esatto opposto”. Va in contropiede: “Ieri hai detto ‘un diverso atteggiamento verso la scuola’, ‘affrontare in modo diverso il rapporto verso la pubblica amministrazione’, ‘un fisco con connotati diversi’. Come se fosse antani, mi verrebbe da dire (citazione dal film Amici miei, ndr)”. Si parla di soldi: “Dove pensi di trovare le coperture, signor Renzi? Andrà di nuovo ospite a La ruota della fortuna?”. Interviene la Boldrini: “Usi un tono più consono quando si rivolge al presidente del Consiglio”. Replica: “Mi vuole ghigliottinare?”. Sibilia chiude con il simil slogan: “Lei e Padoan siete due figli di troika”.
Andrea Colletti
Parte duro: “Lei, qui, presidente Renzi, è semplicemente un abusivo, entrato accoltellando alle spalle il suo compagno di partito”. Vira sulla battuta perfida: “Effettivamente lei piace molto. Infatti lei è un ottimo venditore di pentole, è il Giorgio Mastrota della politica”.
Alessio Villarosa
L’ex capogruppo gliela tira senza se e senza ma: “Vorrei chiudere il mio discorso con un augurio, che ho sentito spesso in questi giorni rivolgerle, che ho sentito in questo Palazzo, da molte forze politiche; lo stesso augurio, caro presidente, che lei ha rivolto a Letta prima di prendere il suo posto. Le volevo dire: stia sereno, presidente. Stia sereno”.
Simone Valente
“Presidente, lei ha detto che per andare in Europa bisogna prima fare i compiti a casa. Considerando la sua conoscenza del mondo dell’istruzione, è il caso che torni al banco e si metta a studiare”.
Manlio Di Stefano
“Lei parla di novità, di diversità e noi invece vediamo un presidente del Consiglio condannato, che ha idee di centrodestra e ha fatto cadere un governo di centrosinistra, sostanzialmente un Berlusconi 2.0”.
Giulia Sarti
“Buonasera presidente, sindaco di Firenze, segretario del Pd, le manca solo la carica di Cavaliere bis. Meno male che dite di essere contrari ai cumuli di cariche: lo statuto del Pd lo fate diventare carta straccia”. Poi, la giustizia: “Spieghi perché non avete confermato Gratteri. La scusa che un magistrato non possa diventare guardasigilli è una balla. Lei è qui da poco e sappiamo che resterà per poco, ma le presentiamo il Parlamento italiano: è pieno zeppo di magistrati”.
Giuseppe Brescia
“Il parassitismo è una forma di simbiosi, ma a differenza della simbiosi, il parassita trae un vantaggio a spese dell’ospite creandogli un danno biologico. Matteo Renzi, lei oggi è seduto su quella poltrona perché si è nutrito degli errori di un presidente del Consiglio del suo stesso partito”.
Federico D’Incà
Il capogruppo nella dichiarazione di voto finale: “Dopo quanto accaduto, Renzi lo chiameremo il presidente del coniglio Pd”.