Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 26/2/2014, 26 febbraio 2014
L’ATALANTA COPRE LE PERDITE CON LE PLUSVALENZE
Pochi mesi prima di diventare azionista dell’Alitalia-Cai, con un investimento di 15 milioni, Antonio Percassi ha dovuto ripianare altri buchi, le perdite dell’Atalanta Bergamasca Calcio.
L’imprenditore bergamasco, ex calciatore dell’Atalanta, paga la passione per il calcio con periodici esborsi finanziari. Il 13 giugno 2013 il cda dell’Atalanta, di cui Percassi è presidente, in esecuzione di una delibera dell’assemblea ha offerto in opzione ai soci 75 milioni di azioni al prezzo di 0,029 euro ciascuna, per un controvalore di 2,175 milioni. Una mini-ricapitalizzazione per il club, il cui patrimonio netto a fine 2012 era sceso a 2,77 milioni a causa delle perdite, pari a 2,15 milioni nel 2012 e a 10,92 milioni nel 2011. La società di revisione, Fidital, aveva segnalato con un richiamo d’informativa che «la società anche nell’esercizio 2012 ha conseguito una significativa perdita».
Il capitale deliberato e sottoscritto dell’Atalanta è adesso di 4,89 milioni di euro, ma la quota versata è un po’ inferiore, 4,35 milioni, secondo visure camerali. Attraverso la controllata La Dea Srl, Percassi possiede il 79,3% del capitale sottoscritto e l’89% di quello versato.
Il bilancio dell’Atalanta, contrariamente alla maggioranza delle società di calcio, segue l’anno solare e non la stagione sportiva, che si conclude il 30 giugno. Quindi il consuntivo 2012 del club, il primo bilancio consolidato del gruppo Atalanta, fotografa metà campionato 2011-2012 e metà 2012-2013, entrambi in serie A. L’esercizio di raffronto, il 2011, è invece la somma tra un mezzo campionato in serie B (2010-2011) e un mezzo in A. Questo spiega perché i ricavi (valore della produzione), escludendo le plusvalenze da cessione calciatori, balzano dai 35,2 milioni del 2011 a 48 milioni del 2012. La voce più importante nelle entrate sono i diritti televisivi, che aumentano da 17,2 a 30,64 milioni. Cresce anche il costo del personale, da 25,94 a 35,96 milioni. La perdita netta dell’esercizio 2012 è inferiore all’anno precedente, ma solo per effetto delle plusvalenze sul calciomercato, pari a 11,36 milioni al netto delle minusvalenze, contro 570mila euro nel 2011. Le operazioni più importanti per il club di Percassi sono state le cessioni di due calciatori alla Juventus, l’attaccante Manolo Gabbiadini e il centrocampista Simone Padoin.
Gabbiadini è stato ceduto per 11 milioni e l’Atalanta ha iscritto in bilancio una plusvalenza di 8,5 milioni. In realtà la Juventus non ha pagato all’Atalanta 11 milioni, ma solo metà di questo importo, perché è stata aperta una comproprietà sul giocatore: e l’Atalanta ha riconosciuto al club presieduto da Andrea Agnelli un prezzo di 5,5 milioni. La plusvalenza nel bilancio dell’Atalanta però è riferita al 100% del prezzo di cessione di Gabbiadini, non al 50% come sarebbe più aderente ai fatti. Gabbiadini non ha mai giocato nella Juventus, nel 2011-2012 era all’Atalanta, la stagione successiva nel Bologna, in questo campionato è alla Sampdoria. Padoin è alla Juventus dal gennaio 2012 in proprietà, è stato pagato 4,93 milioni, con plusvalenza di 3,81 milioni per i nerazzurri.
L’anno scorso i debiti totali dell’Atalanta sono aumentati da 55,2 a 60,9 milioni. Tra questi debiti verso banche per 7,47 milioni, in particolare 4,83 milioni verso il Credito Bergamasco e 1,34 milioni per un mutuo residuo del Credito Sportivo erogato nel 2001, con fidejussione rilasciata da banca Intesa, principale finanziatrice del gruppo Percassi, anche per l’intervento in Alitalia.
Il gruppo, che oltre al calcio opera nei cosmetici con il marchio Kiko e negli immobili, è controllato dalla holding Odissea Srl di Percassi (fino al 24 luglio 2013 era la Smalg Srl, poi incorporata), nel 2012 ha dichiarato un valore della produzione di 480 milioni, con 3.909 dipendenti e un utile netto di 39,23 milioni. Il gruppo aveva debiti lordi per 511 milioni, di cui 270 milioni verso banche e 55,5 milioni verso altri finanziatori.