Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della Sera 26/2/2014, 26 febbraio 2014
Il fisico Niels Bohr amava dire: «È arduo fare previsioni, specie per il futuro». Questa sua boutade è stata, invece, presa molto sul serio da gruppi di esperti previsori (economisti, meteorologi, allibratori, agenti di borsa) coordinati negli ultimi anni da cinque università americane che competevano tra di loro in un torneo
Il fisico Niels Bohr amava dire: «È arduo fare previsioni, specie per il futuro». Questa sua boutade è stata, invece, presa molto sul serio da gruppi di esperti previsori (economisti, meteorologi, allibratori, agenti di borsa) coordinati negli ultimi anni da cinque università americane che competevano tra di loro in un torneo. Una sola di queste ha infine primeggiato su tutte le altre: l’Università della Pennsylvania a Filadelfia, unica oggi a vedersi rinnovato il contratto con la Iarpa (Intelligence advanced research projects activity), ente sotto l’egida governativa dell’ufficio del direttore della National Intelligence. Coordinatori del gruppo sono la nota psicologa Barbara Mellers e il non meno noto Philip Tetlock, suo marito. La Mellers ha presentato i dati più recenti in questi giorni in un seminario all’Università dell’Arizona. Circa tremila previsori, interagenti soprattutto a distanza via internet e blog, ma specialmente un ristretto gruppo di super-previsori, devono attualmente competere con i loro colleghi del ministero della Difesa e di altri enti federali americani. È una sfida non da poco, dato che questi ultimi hanno accesso a informazioni riservatissime, alle quali i super-previsori coordinati dalla Mellers non hanno accesso. Ogni previsione, riguardante cruciali eventi geopolitici, ha una precisa scadenza temporale, quindi viene sempre il momento per giudicare quali e quante previsioni risultano giuste o errate. Un campioncino delle previsioni richieste, ancora in corso: «La Grecia uscirà dall’unione monetaria europea?», «Stati Uniti e Unione Europea concluderanno un solido trattato economico?», «La Turchia si darà una nuova costituzione?». Ciascuna di queste previsioni ha una precisa scadenza, che non viene rivelata. Ne è venuto fuori l’identikit psicologico del super-previsore, attributo che è emerso in circa il 2% di tutti i partecipanti (i dati non coperti da segreto e i metodi adottati sono accessibili a tutti sul sito goodjudgmentproject.com ). Di anno in anno, le loro previsioni sono diventate sempre più accurate. Barbara spiega: «Innanzitutto aggiornano continuamente le loro previsioni, quasi ora dopo ora, in base alle informazioni che si accumulano. A differenza della maggior parte di noi, non danno maggior valore alle informazioni che confermano la loro precedente stima. Considerano equanimemente tutte le informazioni, anche e specie quelle che smentiscono le loro precedenti previsioni. Non danno alcun segno di over-confidence (in italiano tradurrei con sicumera) e sono molto propensi a rivelare i motivi delle loro previsioni, le basi delle loro intuizioni e dei processi psicologici di ragionamento che li hanno guidati». Nel successo, si ha sempre una combinazione di fortuna e di talento. La Mellers, Tetlock e numerosi collaboratori, da bravi cognitivisti, si concentrano sul talento. Mellers aggiunge: «La loro intelligenza è fluida, cioè malleabile e pronta ai cambiamenti, la loro conoscenza è specifica al loro campo di expertise ed è cristallizzata, cioè compatta e pronta a inferenze rapide e precise, il loro stile cognitivo è di grande apertura mentale (open-minded), applicano un’attenzione viva e prolungata al problema». Vari tipi di allenamento sono stati tentati, con successo: insegnare raffinati metodi statistici, mettere in guardia contro le più comuni trappole cognitive, creare gruppi di collaborazione aperta, condividere nel gruppo tutte le informazioni, discutere le proprie motivazioni e dichiarare i propri processi di ragionamento. Aggregare nel miglior modo le previsioni di un intero gruppo per fornire un singolo risultato collettivo non è stato compito facile. La semplice media aritmetica non funziona, formule matematiche assai più raffinate (in parte, capisco, coperte da segreto professionale) sono risultate massimamente soddisfacenti. Quasi lapidaria, Barbara conclude: «Il messaggio chiave è che, sebbene il fare previsioni (forecasting ) sia spesso considerato un problema statistico, in gran parte si tratta di un problema profondamente psicologico. Interventi cognitivi mirati hanno migliorato l’accuratezza delle previsioni e ottimizzato l’aggregazione delle stime di gruppo. Non solo gli Stati, ma anche i grandi complessi industriali e commerciali possono trarre grande profitto da previsioni ben fatte». Il suo traguardo ultimo è il seguente: «Far comprendere ai governi l’importanza di una misura accurata delle previsioni e di un impegno nel cambiare le cose per il meglio». Se le previsioni in corso risulteranno in maggioranza giuste, i super-previsori di Mellers e Tetlock riceveranno un numero ancora maggiore di ottime offerte di lavoro. Già ne stanno ricevendo molte.