Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 25 Martedì calendario

Essere regine ha i suoi privilegi: dal guardaroba potenzialmente sconfinato (e su misura) al fatto di potersi sbizzarrire con colori o accessori (ad esempio, i cappelli) insoliti senza il rischio di essere presi in giro più di tanto (il rispetto dei reali è una cosa seria!)

Essere regine ha i suoi privilegi: dal guardaroba potenzialmente sconfinato (e su misura) al fatto di potersi sbizzarrire con colori o accessori (ad esempio, i cappelli) insoliti senza il rischio di essere presi in giro più di tanto (il rispetto dei reali è una cosa seria!). E questo è evidente a tutti, di look in look, di uscita in uscita e di cerimonia in cerimonia. Ma anche dietro le quinte, diciamo nella gestione del guardaroba, ci si può concedere qualche lusso. Come ben sa (e fa) la Regina d’Inghilterra, spesso classificata fra le più eleganti al mondo, e come oggi racconta Stewart Parvin, stilista royal, in un’intervista al Sunday Times. Innanzitutto, nemmeno a dirlo, la Regina non indossa mai due volte lo stesso abito al cospetto delle stesse persone (sarebbe un sacrilegio!). Ma come fa? Semplice, tutti i vestiti sono ben catalogati e... dotati di un nome, quasi ’battezzati’. Tra questi spicca il suo preferito, Buttercup, un abito giallo che la regina, contrariamente alla sua regola, pare indossare spesso (sarà quello del matrimonio di William e Kate?). Non è finita qui: ogni abito viene classificato anche in base a quando è stato indossato, perché sarebbe un vero dramma se Queen Elizabeth arrivasse da Obama due volte con lo stesso outfit! Arriviamo alle scarpe, grande amore di tutte noi donne costrette talvolta a camminare anche per ore con un modello bellissimo ma che ci fa soffrire. Alla Regina questo non accade ovviamente! Elisabetta II ha un’ "assistente" per le scarpe il cui compito (ingrato, diciamolo) impedisce che la frase tipo "Non ne posso più, non riesco a fare un altro passo!" venga anche solo pensata. Il suo dovere consiste infatti nell’indossare per lei le scarpe fino a che, al momento della prova, non siano già morbide e confortevoli. *** Quante volte vi sarete poste la fatidica domanda: "Esiste una via di mezzo tra le flat shoes (che, diciamocelo, sono bellissime e molto comode, ma non donano proprio a tutte) e le scarpe da capogiro? Issate su tacchi, zeppe, plateau XL, avranno anche una sensualità ineguagliabile, ma chi le ha indossate da mattino a sera sa bene qual è l’unico pensiero che attanaglia la mente a una certa ora della giornata... Ebbene, la soluzione sta nel mezzo, ovvero in quell’altezza di tacco un po’ bistrattata, tanto anni ’50, arrivata al suo apice ai piedi di Audrey Hepburn (e scusate se è poco...), che i designers hanno riscoperto e rilanciato sulle passerelle dell’estate. In gergo si chiamano "kitten heels" e sono quegli stiletto piccoli e sottili, alti da 3.5 a 4.75 centimetri (in questo servizio noi consideriamo anche i 5-6 cm), che possiedono un fascino discreto e nessun effetto collaterale: non costringono a posture innaturali e regalano una attitude sottilmente sensuale. In più, permettono di ancheggiare da mattino a notte fonda senza mai stancarsi. Vi abbiamo convinto?