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 2014  febbraio 25 Martedì calendario

TRA IL PATRON VIOLA E IL BIANCONERO JOHN UNA LITE SENZA FINE


FIRENZE Era cominciato tutto con una battaglia sportiva. Prima col braccio di ferro per Stevan Jovetic protrattosi negli anni e mai vinto dalla Juventus, poi con il contatto segreto per portare a Torino Cesare Prandelli. Diego Della Valle, patron della Fiorentina e del gruppo Tod’s, non si è mai tirato indietro. Pure lui, ci ha sempre messo la faccia.
FEBBRAIO N FUOCO - Solo nell’ultimo mese, quello di febbraio, è stato un botta e risposta continua. Prima (11 febbraio) John Elkann che dice: «Non posso pensare che Diego Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs, penso che lo preoccupi la Tod’s, perché va male, è giù del 20% rispetto ai suoi concorrenti da inizio anno. Rispetto a Proda, Armani, Lvmh e Kering è un nano». Poi Della Valle che risponde: «Leggo che Yaki, al ritorno da un lungo week end, ha fatto dichiarazioni trattando argomenti che notoriamente non conosce, quelli del mondo del lavoro e delle imprese che vanno bene. Qualora avesse voglia di visitare un’azienda finanziariamente solida me lo faccia sapere e io inviterò da noi. Potrebbe anche rimanere per uno stage, visto che ha molto tempo libero, così potrà imparare cosa vuol dire lavorare per davvero». E ancora. «Le mie critiche sono rivolte ad una famiglia che ha avuto tutto e si è presa tutto quello che ha voluto dall’Italia e dagli italiani negli ultimi decenni. Nel momento del bisogno, con un paese che vive una situazione drammatica, invece di essere pronta a dare il massimo appoggio, è scappata nella penombra per sistemare al meglio i propri affari personali».
Tre giorni dopo, il 14, ancora Elkann: «I giovani cercano poco il lavoro». Della Valle gli fa eco il giorno dopo: «E un imbecille. Dovremo fare un referendum per chiedere se vogliamo ancora la famiglia Agnelli in Italia».
La battaglia è diventata subito etica e ideologica. Nel settembre 2012, Mr Tod’s aveva attaccato Marchionne e con lui pure Elkann, in qualità di rampollo della famiglia Agnelli definendolo un “furbetto cosmopolita”, mentre la scorsa estate criticò la telefonata con cui fu avvisato il Presidente della Repubblica dell’aumento di capitale in Rcs: «Se hanno tempo – disse allora Della Valle – potrebbero chiamare a Pomigliano o andare all’Ilva di Taranto». Adesso che, tra campionato (9 marzo) ed eventuale Europa League (13 e 20 marzo) le gare contro i bianconeri sono addirittura tre, la guerra potrebbe diventare “stellare”.