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 2014  febbraio 25 Martedì calendario

LA RIVOLUZIONE FISCALE SOLO UN CLICK PER PAGARE


Come tutte le grandi scommesse richiede una gran dose di coraggio. Ce ne vuole infatti per provare a realizzare il sogno di tutti gli italiani: pagare le tasse con un click dal proprio tablet, dopo aver letto una mail del fisco che presenta il conto. E se poi si arriva ad immaginare che quel conto possa comprendere tutti i tributi, dall’Irpef alla Tasi, dall’Imu alle multe, si capisce che la rivoluzione stavolta forse è davvero dietro l’angolo.
Tra le suggestioni lanciate nel discorso del premier, una più di tutte tocca infatti un nervo ipersensibile per milioni di italiani, quella sintetizzata con lo slogan «la dichiarazione dei redditi a casa». Traducibile in un concetto già sentito: il fisco amico, che oggi amico non è, anzi obbliga a fare i salti mortali con rischi annessi e connessi, per stare in regola con norme che cambiano e tempistica di pagamenti incerta. Renzi lo sa bene e sa anche che solo semplificare la vita ai contribuenti sarebbe un salto in avanti con enormi benefici per le casse dello Stato. Ed è da lì che vuole partire, creando un meccanismo che potrebbe essere definito il bonus-malus del contribuente. Ma dietro i suoi annunci ci sono già dossier in fase avanzata di elaborazione a Palazzo Chigi, pronti per essere tradotti in norme, appena possibile e senza eccessivi indugi. La scommessa è altissima, per arrivare a tanto vanno scardinati meccanismi ossidati e rivoluzionato l’approccio mentale delle strutture, ma la volontà c’è.
Fisco amico

A parole ci hanno provato in tanti, quanti discorsi programmatici di premier appena insediati hanno lanciato la suggestione di un fisco adeguato ai tempi come contraltare di una feroce lotta all’evasione? È il punto più spinoso, perché riguarda la buona salute delle casse dello Stato e dunque la capacità di spesa di un governo, ma anche la sorte - buona o cattiva - di ogni leader che su questo misurerà il suo futuro consenso. Per dirne una, giorni fa, ad un convegno guarda caso in quel di Firenze, Romano Prodi ha ricordato che nel 2006 lui perse il 5% di voti nell’ultima settimana di campagna elettorale contro il Cavaliere. Insomma, una patata bollente che può sancire il successo o la sfortuna di ogni politico.
Renzi, in tandem con Delrio, dovrà confrontarsi con il titolare dell’Economia per mettere a punto le norme. Ma ha già chiaro il suo intento: rovesciare l’approccio, passando dal sistema dei condoni a quello degli sconti ai più virtuosi. Come? Un esempio: chi accetta di pagare le multe on line senza fare mai ricorso pagherà il 10% in meno. E poi distinguendo tra errore e malafede. Per le centinaia di migliaia di errori formali verranno aboliti i carichi di sanzioni e interessi, mentre con i comportamenti dolosi e ancor più con i recidivi verranno inaspriti.
Pagare con il Rid

Ma la parte più innovativa è così impostata: il 3 gennaio di ogni anno decine di milioni di contribuenti riceveranno una comunicazione con tutte le singole posizioni aperte per ogni tributo: quanto bisogna versare al fisco per Irpef, Tasi, Imu, Tarsu, cartelle Equitalia per multe. Il cittadino potrà scegliere se rateizzare o pagare subito il 75%, in quel caso beneficerà di uno sconto. Un vantaggio per lo Stato in termini di liquidità, di abbattimento del contenzioso fiscale e della spesa per accertamenti. Una cifra: dei 545 miliardi di euro accertati, secondo stime dell’Agenzia delle Entrate, anche se già sono emessi i ruoli, cioè tecnicamente figurano in bilancio, solo il 5-6% sono recuperabili. Così facendo il nuovo governo conta invece di moltiplicare questa cifra a tutto beneficio dell’erario. Ma il vero punto di arrivo che sarebbe una panacea per milioni di italiani, è se davvero si arriverà a pagare con un clic. Nelle intenzioni, c’è una rivoluzione in arrivo: lo Stato stringerà convenzioni con banche, poste, gestori di carte di credito, per poter associare un «Rid», cioè un’autorizzazione bancaria, al conto fiscale di ognuno.
In sostanza, alla mail del 3 gennaio del fisco si potrebbe rispondere con un ok al prelievo dal proprio conto corrente e la pratica tasse finirebbe lì. Un film a lieto fine che per poter essere proiettato nelle case degli italiani ha forse bisogno di mesi e mesi di lavorazione.