Adriano Barrì, CorriereEconomia 24/2/2014, 24 febbraio 2014
DIVIDENDI IN PIAZZA AFFARI UN «TESORETTO» DA 12 MILIARDI I TITOLI CHE RENDONO FINO AL 6%
Piazza Affari pronta a uno stacco da oltre 12 miliardi di euro. Ed Eni, la prima ad annunciare la cedola di primavera, sarà la signora con lo yield più elevato (6,4%, stime ai prezzi attuali), seguita da Snam e Terna, tutte sopra il 5%. L’ammontare cumulato delle cedole che saranno distribuite nel corso della prossima primavera dalle 40 blue chip della Borsa di Milano ai propri azionisti è una cifra destinata a crescere, seppure di poco, se si considerano anche i dividendi in arrivo da tutti gli altri titoli quotati.
Un coupon che vale circa il 3% della capitalizzazione del listino e che non sfigura rispetto al rendimento dei titoli di stato italiani che si muovono tra lo 0,6% e il 3,5% a seconda delle scadenze. Anche se il paragone vale solo a titolo esemplificativo: il profilo di rischio dei Btp e delle azioni è ben diverso.
Numeri
A certificare il discreto stato di salute delle società quotate è anche il fatto che in molti casi il dividendo (stimato, lo ripetiamo) cresce rispetto all’anno precedente. Un guadagno per gli azionisti, che si va ad aggiungere al rialzo del 28% messo a segno dall’indice da un anno a questa parte. Risorse fresche che però finiranno solo in parte nelle tasche degli investitori chiamati a mettere mano al portafoglio con le tante operazioni straordinarie in corso o in divenire. Dall’inizio dell’anno le nuove quotazioni in Europa hanno assorbito liquidità per oltre 2 miliardi di euro a cui andranno aggiunti ulteriori 6 miliardi nel caso in cui tutte le operazioni in corso vadano in porto. Si tratta del volume più elevato dal 2007.
Ed ora veniamo alle regine italiane. Eni è stata tra le prime blue chips ad annunciare la cedola di primavera in occasione della presentazione dei risultati del quarto trimestre 2013 e il preconsuntivo dell’anno: 1,10 euro, in crescita rispetto a quello dell’anno precedente che era stato pari a 1,08 euro. Va sottolineato però che lo stacco previsto nel mese di maggio sarà di 0,55 euro dal momento che Eni ha anticipato una cedola di pari importo lo scorso 23 settembre.
Il rialzo della cedola non è però bastato a convincere gli analisti di Morgan Stanley che dopo la pubblicazione dei dati di fine 2013 hanno limato il prezzo obiettivo sul titolo a 17,4 euro da 17,8 mantenendo il giudizio equalweigh t (non sovrappesare il titolo in portafoglio ndr). Una posizione in linea con quella di Société Générale che lo scorso 10 febbraio alla vigilia del Cda che ha deliberato la cedola ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo a 16 euro da 18 euro, mantenendo per il giudizio Hold (mantenere in portafoglio ndr). Gli analisti della banca d’affari francese hanno mantenuto Eni nella lista dei meno preferiti tra quelli del settore petrolifero e rivisto le stime sulla produzione di idrocarburi ora attesa in calo del 2,7% per il 2014 contro il +4% precedentemente stimato per gli anni 2013-2014.
Podio
Eni guida comunque la classifica del rendimento con uno yield del 6,4% seguita da Snam e Terna, che, ai prezzi correnti, promettono oltre il 5%. Ma sono quasi 20 le blue chip che offrono rendimenti superiori al 2% come si può leggere nella tabella a fianco. Se poi si estende l’analisi a tutte le società del listino, con una capitalizzazione almeno superiore a un miliardo di euro, il rendimento medio dei top 20 sale a oltre il 3%.
Piazza Affari si conferma quindi sempre generosa con i propri soci anche nei periodi più difficili. CorrierEconomia ha infatti messo in rassegna anche le cedole dalle principali blue chip a partire dal 2008 (vedi tabella). Sono state davvero poche le società, tra quelle selezionate, a non distribuire in modo costante una cedola in denaro nel corso degli ultimi 5 anni. Si tratta dei titoli finanziari, come UnipolSai e Banca Intesa che però, sulla base delle stime degli analisti, non mancheranno all’appuntamento della primavera prossima. Il gruppo frutto della fusione per incorporazione di Unipol, Milano Assicurazioni e Premafin in UnipolSai che ha debuttato in Borsa lo scorso 6 gennaio, dopo un 2013 inteso sul piano degli assetti societari dovrebbe distribuire un dividendo di 0,07 euro, pari a un rendimento del 3% circa.
Cedole storicamente stabili sono invece quelle offerte dalle società operanti in mercati regolati come Snam, Terna e Atlantia. Ma se nei primi due casi il dividendo su base annua dovrebbe restare inalterato, nel caso di Atlantia invece le aspettative sono per un leggero rialzo, da 0,75 a 0,77 euro per azione comprensivo dell’acconto di 0,355 euro distribuito lo scorso 23 dicembre. Quanto basta per fare superare la soglia del 4% di rendimento. Ma non è stata solo l’elevata redditività della cedola a spingere Bofa a confermare recentemente la raccomandazione positiva e il target price di 20 euro. Secondo gli analisti americani :«il gruppo genera circa l’86% dell’Ebitda in Italia e potrebbe essere tra le società in grado di beneficiare di più di un recupero del traffico autostradale».