Gian Domenico Iachini, Europa 22/2/2014, 22 febbraio 2014
SCHULZ, VITA E ARTE DEL PAPA’ DEI PEANUTS
Ha del miracoloso l’economia di mezzi con cui Charles Schulz ha dato vita alla serie a fumetti più importante e popolare di tutti i tempi. Non tanto per la mole straordinaria di oltre diciassettemila strisce prodotte a partire dal 1950, ma piuttosto per come un tratto così semplice ed essenziale sia riuscito a divertire e far riflettere milioni di lettori in tutto il mondo con un nuovo umorismo e le sue massime di vita.
«Charlie Brown ricordava alle persone – scrive David Michaelis nella biografia sul grande creatore dei Peanuts appena uscita per Tunué – come nessun altro personaggio dei fumetti aveva mai fatto, cosa significasse l’essere vulnerabile, essere piccolo e solo nell’universo; essere sostanzialmente, umano: adulto e bambino allo stesso tempo».
Altrettanto sorprendente è leggere quanto della vita privata dell’autore sia puntualmente filtrata nelle strisce che quotidianamente ha disegnato per decenni: dall’aspetto della sua nuova casa o il nome stesso di Charlie Brown, quello di un vero amico di gioventù, ai momenti difficili e le tensioni interiori vissute nel corso del tempo. Il successo senza pari di cui hanno goduto le sue creature è sicuramente un primato unico, che ha reso Schulz milionario e una figura che travalica quella del grande autore di fumetti, osserva Marco Pellitteri nell’introdurre l’edizione italiana, assumendo, in maniera simile a Walt Disney, «il ruolo di mito domestico americano».
La persona di umili origini venuta su dal nulla che con la forza dell’ambizione e della determinazione raggiunge il grande successo contro ogni pronostico. Certo l’idea di diventare un cartoonist dei grandi quotidiani, per un ragazzo nato nel 1922 e cresciuto a St. Paul nel periferico Minnesota, non era vista come qualcosa di molto affidabile per guadagnarsi da vivere. Ma il padre, barbiere di origine tedesca, e la madre, casalinga di origini norvegesi, diedero fiducia al piccolo Sparky, come da sempre era noto per amici e familiari, pagandogli un costoso corso di disegno per corrispondenza che potevano permettersi non senza grossi sacrifici. Ciò non tolse che il forte scetticismo per una simile carriera avrebbe continuato ad aleggiare con pesantezza e a lungo sul giovane Schulz.
Nella dura realtà degli anni quaranta, quando un giorno al padre e ai suoi amici raccontò che un fumettista poteva guadagnare mille dollari a settimana, tutti gli risero dietro. Dopo pochi anni che le sue strisce venivano pubblicate, non solo incassava molto di più, ma in seguito avrebbe sbalordito tutti arrivando a guadagnare oltre quattromila dollari al giorno.
La biografia Schulz e i Peanuts, scritta da Michaelis, tratteggia un affresco appassionante e talvolta commovente che incolla il lettore alle oltre 600 pagine. Un lungo lavoro di ricerca iniziato dopo la morte dell’artista, che si è avvalso di fonti primarie straordinarie come le tante interviste fatte ad amici, parenti, colleghi e conoscenti ancora in vita.
Dalla morte di Schulz, nel febbraio del 2000, nessuno ha più disegnato i Peanuts, ma l’intera produzione di mezzo secolo è stata in breve oggetto di ristampe in molteplici volumi anche in Italia. La Panini Comics in particolare, oltre ai 25 tomi della raccolta completa della mitica serie, pubblica anche l’affascinante Peanuts: L’arte di Charles M. Schulz, splendido compendio di centinaia di strisce, schizzi, foto e curiosità con cui esplorare ulteriormente l’intero universo creativo del maestro.