Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 23/2/2014, 23 febbraio 2014
L’ANAGRAMMA DEI MINISTRI
Matteo Renzi è arrivato al potere, e vedremo se le sue erano solo chiacchiere e battute. Finora è stato infatti facile sospettarlo di essere capace di tutto, ma a parole (anagramma: Matteo Renzi = Motti: ne è zar). A spalleggiarlo, il fidatissimo sottosegretario Graziano Delrio ( = Do gloria a Renzi).
La ministra per gli affari esteri Emma Bonino è stata sostituita da Federica Mogherini, la quale promette di restare in carica « finché amo dirigere ». Al Viminale invece si è soffermato Angelino Alfano, noto per le metafore calcistiche e per l’asserita mancanza di quid, quel certo non so che: Anela, non fa i gol. L’anagramma sottolinea un tratto non aggressivo del neoministro della Giustizia Andrea Orlando: Non adora darle. Alla Difesa Roberta Pinotti ha già le idee chiare su quale sia il motto di ogni militare: Ti batti per onor. Sostituisce il pugliese Mario Mauro che si era preso molto a cuore la vicenda dei marinai detenuti in India: U maro’, i marò!.
La crisi economica sarà affrontata innanzitutto da Pier Carlo Padoan, il cui primo pensiero va al costo della vita: parlo di caropane. Battere la povertà, chiamata in modo particolarmente aulico, è anche il principale compito del nuovo ministro per il lavoro e le politiche sociali, Giuliano Poletti: E tu togli l’inopia. Allo sviluppo economico, Federica Guidi si sente esortare: Urge: decidi, fai.
Alle riforme e ai rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi è giunta dopo essersi occupata delle trattative fra i partiti sul progetto di legge elettorale: Ora sa ben alchimie. Per la semplificazione e la pubblica amministrazione si impegnerà Marianna Madia, e speriamo che mostri lena ed energia adeguate ai delicati compiti ( anima da animar). Gli affari regionali sono toccati a Maria Carmela Lanzetta, già sindaca attiva in terra di ‘ndrangheta e poi ritirata in polemica con il disinteresse della politica nazionale: La zelante rammaricata. Dovendo amministrare le questioni dell’ambiente, Gianluca Galletti avrà modo di considerarne il degrado e domandarsi se la giungla ci alletta. Di politiche agricole si occuperà Maurizio Martina, che cercherà di favorire raccolti redditizi: Mira maturazioni. Confermato a infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi ribadisce il suo programma: Alzo più i muri. Nuova è invece la ministra all’Istruzione. Si chiama Stefania Giannini e dovrebbe spingere per una promozione dell’afflitto personale docente della scuola: Fai insegnanti in A. Il politico e narratore Dario Franceschini si sposta dai rapporti con il Parlamento alla cultura e anche nel nuovo ruolo continuerà a mostrare la sua principale virtù: Dir frasi canoniche. Resta la ministra Beatrice Lorenzin. Il suo anagramma registra: Ribaltone: c’è Renzi. Ma per lei nulla cambia: era alla Salute, e alla Salute rimane.