Cristina Lacava, IoDonna 22/2/2014, 22 febbraio 2014
UMBERTO TOZZI
Sul comodino?
Un rosario che ho preso ad Assisi e la foto dei miei figli Gianluca, 27 anni, e Natasha, 24, che vivono a Monaco e parlano inglese e francese meglio dell’italiano.
L’oggetto di cui non può fare a meno?
Un braccialettino d’oro che mi ha regalato il dj Giancarlo Mandrioli nel ’76, ai tempi del mio album d’esordio Donna amante mia. Fu il primo a mandare il singolo in radio, credeva in me. Da allora l’ho sempre al polso.
Che cosa fa in casa?
Non guardo tanto la tv, se non una partita di calcio o qualche show. Mi diverto a giocare a tennis con l’iPad.
Ultimo libro letto?
Non mi ricordo; non leggo molto e mai a letto. Passo dalla biografia dei Beatles alle opere del sensitivo Gustavo Rol.
Sa cucinare?
Abbastanza: piatti di carne, insalate. Non mangio mai pasta, né pane; ho perso 10 chili per affrontare in forma il nuovo tour intitolato Yesterday, Today che mi porta il 7 aprile a Roma, l’8 a Milano. Al ristorante sono un gran rompiscatole; chiedo sempre di parlare con lo chef. In passato ho esagerato con il cibo, ora sto molto attento.
Film preferiti?
Non vado al cinema da una vita perché sono pigro, preferisco vedere i film in casa. In genere non scelgo mai quelli recentissimi. Ho amato molto Claude Lelouch, tra gli attori sono rimasto legato a Robert De Niro, Al Pacino, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi.
Ultimo regalo fatto?
Mi piace molto fare sorprese, regalare pensieri simpatici. Invece agli altri chiedo solo cose utili, come un paio di guanti. Non amo gli orologi, non li uso quasi mai.
Pianoforte o chitarra?
Compongo musica con entrambi gli strumenti, ma sono nato chitarrista. L’ho fatto per oltre otto anni prima di dedicarmi unicamente al canto.
Ha una collezione?
Ho conservato le vecchie chitarre che ho comprato da ragazzo e ogni tanto le uso ancora, quando suono in casa. Non le porto in giro, sono strumenti delicati. Sono molto affezionato a una Martin D28 che ho comprato a New York negli anni Sessanta. La tengo all’aria; ha un suono importante e non posso rinchiuderla in una custodia…
Il luogo del cuore?
Da 22 anni vivo a Montecarlo, è il posto più bello e rilassante del mondo. Sono nato a Torino, dove ho vissuto fino a 16 anni; poi mi sono trasferito a Roma, Bologna, Firenze. Ma solo a Montecarlo ho capito che non avrei mai più fatto gli scatoloni.
Nel guardaroba?
Amo lo stile informale, voglio stare comodo. In questo periodo indosso spesso giubbini e felpe dell’Aeronautica militare. Certo, se il principe Alberto di Monaco mi invita a un ricevimento, uso lo smoking.
Come si tiene in forma?
In passato giocavo con costanza a calcio e a tennis. Poi ho avuto un problema alla schiena e da allora vado in piscina tutti i giorni e nuoto per un’ora.
Macchine o moto?
Non mi interessano. Per me l’auto è solo un mezzo di trasporto. Preferisco quelle comode e grandi, dove butti dentro tutti i bagagli e parti.
Passioni extra musicali?
Vado a periodi, ma brucio in fretta gli “amori passeggeri”. Quello per la pittura è durato un annetto; dipingevo le mie chitarre, avrò realizzato una quindicina di tele. Poi ho smesso, così, su due piedi.
Che musica ascolta?
In casa niente, qualche volta metto un cd in macchina. Per sentire la musica devo essere isolato e alzare al massimo il volume. A casa non posso farlo, visto che spesso ci sono i miei figli con gli amici. Nella musica il periodo che preferisco è quello che va dai Beatles ai Police. Dopo non c’è stato più niente di creativo. Tra gli italiani mi piace Lucio Battisti, qualcosa di Baglioni, Dalla e De Gregori.