Antonella De Gregorio; Valentina Santarpia, Corriere della Sera 22/2/2014, 22 febbraio 2014
IN CLASSE PER DUECENTO GIORNI L’ANNO LE POCHE VACANZE DEGLI ALUNNI ITALIANI
Vienna: Carson ha le valigie pronte per la «Energy week». Ellie, a Londra, si prepara a godersi lo «Spring term». Cécile passerà le «Petites vacances» sulle piste da sci. Mentre Alberto controlla l’attrezzatura per la settimana bianca. A dispetto del nome, ovunque diverso, la prima vacanza invernale dopo il Natale — nel mese di febbraio — è, per tutti gli studenti d’Europa, un’identica sferzata di energia. Da trascorrere, spesso, in qualche località di montagna, approfittando dell’aria pulita e delle piste innevate.
Ma è un po’ tutto il «tempo scuola» a registrare differenze significative, nei Paesi del Vecchio Continente: inizio, fine e sospensioni. E cambia il numero dei giorni-scuola, che vanno da 175 a 200, a seconda del numero di ore che i ragazzi trascorrono ogni giorno tra i banchi. In Italia il numero è fissato per legge, ed è il massimo: 200. Contro i 190 del Regno Unito, i 180 della Francia, i 175 della Spagna. In Germania, dipende dal land : in alcuni si va a scuola 188 giorni, in altri (in cui si sta sui banchi anche il sabato) 208.
Molti giorni, dunque, per gli studenti italiani, meno «vacanzieri» dei colleghi europei a dispetto di una lunga pausa estiva: circa 13 settimane di vacanza (come Turchia e Lettonia) contro le 11 della Spagna, le 9 della Francia e le 6 di Germania e Gran Bretagna. In Finlandia le settimane libere durante l’estate sono 10-11, in Portogallo 12, la Grecia ne ha 10-12 e la Svezia 10. Fino alle cinque settimane di alcuni cantoni svizzeri. I nostri ragazzi, quindi, trascorrono più tempo sui banchi anche al netto della lunga estate: questo perché in altri Paesi europei sono più numerose e frequenti le sospensioni della didattica durante l’anno. Tra le interruzioni in corso d’opera, ci sono sistemi come quello francese dove le scuole non chiudono («all’italiana») per tre mesi in estate, ma ogni 6-7 settimane di scuola si può approfittare di due settimane di break. Obiettivo, ottenere dagli alunni il massimo rendimento: più pause, per riposarsi e far sedimentare quanto si è appreso. Poi, tutti pronti a ripartire.
«Se confrontiamo il nostro periodo di vacanze a quello della maggior parte dei Paesi europei, siamo quelli che hanno il periodo di vacanza più lungo, seguito poi da una fase scolastica compatta, che dura più o meno senza grosse interruzioni da giugno a settembre», sottolinea il pedagogista sperimentale della Sapienza Benedetto Vertecchi. Il numero di giorni di attività, in molto casi, è simile al nostro, «ma meglio distribuito: così la memoria dei ragazzi funziona meglio, si usufruisce dei vantaggi della continuità, e non si rischia di dover sempre ricominciare daccapo a settembre, avendo tenuto fermo il processo di apprendimento per così tanto tempo. Le ferie sono necessarie — conclude Vertecchi — ma vanno anche adeguate alla vita delle famiglie, che fanno sempre più piccole vacanze durante l’anno e sempre meno lunghi periodi di stop».
C’è chi azzarda che forse si tratta di un falso problema: è il neuropsichiatra infantile Alberto Ottolini, che cerca di pensare al calendario da un punto di vista diverso, quello dello sviluppo cognitivo e dell’apprendimento del bambino e del ragazzo. «Il problema delle vacanze è relativamente importante rispetto al rapporto che l’alunno stabilisce con i suoi insegnanti e al modo in cui si svolge il processo di istruzione. Se imposti il lavoro dell’anno scolastico correttamente, poi diventa del tutto arbitrario scegliere se far riposare i ragazzi in certi periodi dell’anno oppure in altri, non è quello secondo me a influire sul rendimento. E le pause sono sicuramente importanti».
Una particolarità che qualcuno ha proposto di adottare anche per la settimana bianca italiana è la divisione della nazione in due fasce, A e B, che alternano ogni anno il periodo, per evitare un eccessivo affollamento nelle località di villeggiatura. Quattro, in generale, in Europa, i principali periodi di interruzione delle lezioni: le vacanze autunnali vanno da un minimo di due giorni a un massimo di due settimane, a esclusione di Cipro, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo e Spagna; Natale (tutti i ragazzi fuori da scuola per due o, più raramente, una settimana); le vacanze invernali (o di Carnevale): da due giorni alle due settimane di Francia e Polonia e Pasqua (una settimana in Italia, due nel Regno Unito, in Portogallo, Grecia e Francia). Più una manciata di giornate (tra 1 e 10) dedicate alle festività religiose e alle feste nazionali.
Antonella De Gregorio
Valentina Santarpia