Al. Ar., Corriere della Sera 22/2/2014, 22 febbraio 2014
SCOMPARE KYENGE (E IL SUO MINISTERO)
Cécile Kyenge (nella foto) esce dal governo. In verità è il suo ministero, quello dell’Integrazione, creato apposta dal governo Letta, che è stato cancellato ieri dalla lista del «Renzi uno». Lei, in qualche modo, ci aveva sperato che il dicastero rimanesse in piedi. E ancora ieri declamava alle agenzie, orgogliosa: «Io ho elaborato un piano strategico per l’immigrazione dopo aver monitorato a lungo il territorio, adesso servono fondi». Adesso lei esce dal governo, primo ministro di colore nella storia della Repubblica italiana. Ma il Pd non vuole farla uscire di scena e infatti si prepara a candidarla capolista alle europee nel Nordest, con la benedizione di Debora Serracchiani, governatore del pd del Friuli Venezia Giulia. E con non poche polemiche. Perché lì nel Nordest suonano forti le sirene della Lega, e non a caso ieri Matteo Salvini ha dedicato alla Kyenge il primo tweet del nuovo governo: «Unica nota positiva è la scomparsa della Kyenge, ministro inutile come sempre denunciato dalla Lega». Ma la verità è che alla candidatura dell’ex ministro si stanno opponendo gli stessi del Pd, lì su nel Nordest. Non sono stati dieci mesi di relax per Cécile Kyenge alla guida di un dicastero bersagliato di continuo dagli strali leghisti. E se lei è riuscita a tenere testa con eleganza a contestazioni continue e agli insulti più biechi di Mario Borghezio, ci ha pensato poi un gossip di basso livello a metterla in difficoltà proprio sul finire del mandato, quello che l’ha portata ad allontanare in tutta fretta un uomo del suo staff. Di Cosimo Torlo, portavoce della Kyenge, si era lamentato pubblicamente in un’intervista il marito del ministro e immediatamente si era parlato di separazione.
Al. Ar.