Maria Corbi, La Stampa 22/2/2014, 22 febbraio 2014
DALL’ISLAM ALLA NATO COSÌ LA MOGHERINI HA SCALZATO LA BONINO
Federica Mogherini, 41 anni, la più giovane ministro degli Esteri nella storia della Repubblica. Sposata, due figlie (Caterina, 9 anni e Marta, 4 che si addormentano con le note di Bella Ciao) si è occupata fino ad oggi di Europa nella segreteria del Partito Democratico dove, sussurrano quelli che non la amano, ha cavalcato negli anni tutte le correnti vincenti, fino a Renzi. Franceschini la volle in segreteria nazionale anche se la Mogherini era stata fino a quel momento Veltroniana. Un rapporto speciale con Walter in famiglia visto che mister Mogherini, Matteo Rebesani (oggi lavora a Save the Children), di Veltroni è stato assistente in Campidoglio curando «le relazioni internazionali».
Laureata in Scienze politiche (con una tesi sull’Islam politico fatta durante l’Erasmus all’Istitut de Recherche e d’Etudes sur le Monde Arabe et la Méditerranée di Aix-en-Province), la Mogherini ha da allora la passione per le relazioni internazionali: è stata responsabile delle relazioni internazionali dei Ds, responsabile esteri della Sinistra giovanile, vicepresidente della Ecosy e dello European Youth Forum. Deputata dal 2008, membro della commissione Esteri e della commissione Difesa, è presidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare della Nato.
Renziana di ferro condivide l’idea del ricambio generazionale da tempi non sospetti. Quando Renzi era ancora uno sconosciuto lei, in un’intervista a La Stampa, spiegò che «chi vive oggi il passaggio all’età adulta ha una percezione della realtà profondamente diversa di chi quella fase l’ha vissuta quando il mondo era un altro».
«Ragazza bene» («ma non dite che sono una pariolina solo perché ho studiato in questo quartiere...»), bella, perfetta conoscenza dell’inglese, studi all’estero, una passione per i libri gialli, l’hanno spesso associata alla Melandri. Ma non ditele neanche questo perché si infuria. Differenze? «Io ho una rigidità che lei non ha... sono pignola...». Al ministero sono avvertiti. Ama la musica di Daniele Silvestri, ma anche Vasco Rossi, e quando ancora non aveva lo stipendio da parlamentare si limitava a sognare abiti di Giorgio Armani.
Mentre ancora cercava un suo spazio nel partito ha avuto parole chiare sul ricambio in politica che «avviene per cooptazione e non per selezione». «Il trentenne per fare carriera in un partito deve piacere al capo e quindi essere simile a lui», spiegò. «Tutto questo riduce il valore aggiunto, l’innovazione che un ragazzo può portare. Non è così in Francia dove ci sono scuole che formano le élite e in Usa dove il sistema è realmente competitivo».
C’è una poesia di Neruda che il neoministro degli Esteri ama particolarmente: «Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati». E seguendo questi versi è arrivata alla Farnesina.