Teodoro Chiarelli, La Stampa 22/2/2014, 22 febbraio 2014
PINOTTI, LA SCOUT GENOVESE SCHIERATA ALLA DIFESA “PRIMO PENSIERO PER I MARÒ”
Matteo Renzi non è il solo scout al governo. Anche Roberta Pinotti, nuovo ministro della Difesa, ha un passato fra i seguaci di Sir Robert Baden-Powell. Genovese di Sampierdarena, e ovviamente sampdoriana, è la prima donna in Italia ad assumere la responsabilità di un dicastero da sempre appannaggio esclusivo degli uomini. La sua nomina, però, non giunge inaspettata, avendo lei percorso tutto il cursus honorum del settore da quando, nel 2001, approda per la prima volta in Parlamento: membro della Commissione Difesa della Camera, poi presidente della stessa commissione, quindi sottosegretario nel governo Letta. Tiene i rapporti fra Pd e gerarchie militari, diventa «la ragazza con la pistola», lanciata con buon successo nei salotti tv da Bruno Vespa.
Il suo primo pensiero, appena resa nota la lista dei ministri? «Ovviamente per i nostri due marò bloccati in India - dice, mentre in ufficio i telefoni impazziscono - Dobbiamo riportarli a casa». Idee già chiare su come impostare il mandato. «Voglio costruire un libro bianco della Difesa che parta dai rischi che il Paese si troverà ad affrontare nei prossimi anni, per poi su queste basi costruire il nuovo modello di settore. Calibrando così le reali necessità, ad esempio, di Aeronautica e Marina, che sono eccellenze dell’Italia. Senza pregiudizi ideologici. Significa supportare le nostre aziende e creare un volano virtuoso per l’economia». Ma la Pinotti va oltre. «Pensiamo - spiega - quale potente volano per la crescita del Pil può essere la messa a reddito dei tanti immobili inutilizzati della Difesa. Sinora si è fatto poco e io su questo voglio spendermi. Perché anche il mio ministero può essere messo al servizio della ripartenza del Paese. Renzi ha idee innovative. È una sfida che condivido, credo che potrò dare il mio contributo».
Cinquantatrè anni, un marito, Gianni Orengo medico dirigente sanitario, due figlie (Elena 21 anni, Marta 13), alta e avvenente, un caschetto ribelle di capelli biondi, Pinotti si è sempre definita «un maschiaccio», vuoi per il piglio e l’andatura a mo’ di corazziere, vuoi proprio per il suo passato da caposcout, pantaloni corti e fischietto. Una che non si tira indietro. Come quando nel 2004, invitata dall’allora capo di Stato maggiore Tricarico, vola su un Mb339 delle Frecce Tricolori.
Laurea in Lettere con 110 e lode, cattolica praticante, figlia di un operaio comunista dell’Enel, madre cuoca nella trattoria di famiglia, si iscrive nell’89 al Pci. Viene scoperta da Marta Vincenzi che la chiama come assessore in Provincia (ora si detestano cordialmente). Fa l’assessore in Comune con Giuseppe Pericu, poi è la prima donna segretario dell’arcigno partito genovese, nel frattempo diventato Ds. Quindi il salto in Parlamento: partorisce la domenica del voto. Esordisce alla Camera allattando la piccola Marta: è la prima volta nella storia del Parlamento. Spedita in commissione Difesa, studia e si guadagna la stima dei vertici militari e degli industriali del settore. Ieri coglie i frutti della sfida.